LE INFILTRAZIONI CRIMINALI NEL GIOCO D’AZZARDO: LA RELAZIONE DELLA DIA, SECONDO SEMESTRE 2018 (Pressgiochi)

PRESSGIOCHI – 19/07/2019
Le infiltrazioni criminali all’interno del settore dei giochi e delle scommesse vengono portati alla luce all’interno della Relazione semestrale della DIA, pubblicata oggi e relativa al secondo semestre 2018.
La relazione analizza e porta a conoscenza del Ministro dell’Interno, per la presentazione al Parlamento, gli esiti dell’attività svolta ed i risultati conseguiti nei confronti delle organizzazioni di tipo mafioso. Ciò, nella prospettiva di rendere noto anche all’opinione pubblica quanto siano ancora presenti, invasive e pericolose le mafie, delle quali è sempre più palpabile la forza di condizionamento dell’intero tessuto economico nazionale ed estero.
Un’analisi complessa, che mostra come in tutto il territorio nazionale siano importanti i legami tra criminalità e attività illegali di gioco.
Si evidenzia come siano stati conferiti poteri di accesso ed accertamento al Direttore della DIA per la verifica dei pericoli di infiltrazione mafiosa presso gli intermediari bancari e finanziari, i professionisti, i prestatori di servizi di gioco e altri operatori non finanziari.
Calabria – L’organizzazione della ‘ndrangheta, anche nel periodo in esame, mostra le connotazioni di una consorteria fortemente strutturata su base territoriale, ancorata ai tradizionali vincoli familiari e articolata su più livelli facenti capo ad organismi di vertice, che riescono ad orientare le linee strategiche, dirimendo al contempo eventuali controversie interne: un fenomeno risalente nel tempo, ma rivelatosi, dopo decenni di mediatica disattenzione, sicuramente al passo con i tempi, in grado di coglierne tutte le opportunità e capace di produrre potere e ricchezza.
La sua spiccata vocazione imprenditoriale è favorita dalle ingenti risorse economiche di cui dispone, tenendo conto che può fare affidamento su diversificate attività illecite, che spaziano dal narcotraffico internazionale (gestito in posizione egemonica, come di seguito spiegato), all’infiltrazione negli appalti pubblici, dalle estorsioni al settore dei giochi e delle scommesse, i cui proventi vengono riciclati in attività legali.
Una forma di espansione che continua a rivolgersi anche all’estero. Le consorterie calabresi, ad esempio, dimostrano, da tempo, un profondo interesse nel business del gioco illegale e delle scommesse tenuto conto dei rilevanti profitti in tal modo generati. L’entità delle somme movimentate nello specifico comparto costituisce una forte attrattiva per la criminalità organizzata sia sotto il profilo dell’ingerenza nella gestione delle stesse attività ludiche, legali e non, sia per i risvolti legati a condotte di riciclaggio di proventi derivanti da altre attività illecite. L’operazione “Galassia” (novembre 2018), condotta a Reggio Calabria dalla DIA e dalla Guardia di finanza, ha portato al sequestro di un ingente patrimonio, in Italia e all’estero (Austria, Malta, Romania, Svizzera ed Antille Olandesi), per un valore complessivo stimato in oltre 723 milioni di euro, dimostrando il forte interesse delle consorterie criminali, oltre che nel traffico internazionale di stupefacenti, anche nel reimpiego di capitali illeciti nel settore del gioco e delle scommesse on line.
Nella complessiva azione di contrasto svolta nel semestre in esame, hanno continuato a rivestire un ruolo i rilievo le attività volte sia all’aggressione ai patrimoni illeciti – da parte della DIA e delle Forze di polizia – che all’adozione di provvedimenti interdittivi ad opera delle Prefetture calabresi14, verso imprese considerate non affidabili, impegnate in vari settori: dall’edilizia allo smaltimento dei rifiuti, dall’erogazione energetica da fonti rinnovabili alla gestione delle sale gioco e scommesse on line, dalla ristorazione e gestione alberghiera al trasporto di merci su strada, dal commercio all’ingrosso ed al dettaglio ai servizi offerti al pubblico etc.
Dall’analisi delle inchieste giudiziarie degli ultimi anni emerge, poi, come le cosche maggiormente strutturate della ‘ndrangheta reggina, al pari di altre organizzazioni mafiose di diversa matrice, non si siano lasciate sfuggire il lucroso settore dei giochi.
Sicilia – Storicamente la mafia siciliana controlla l’edilizia, la produzione di conglomerati bituminosi e cementizi, il movimento terra, l’attività estrattiva e il settore agro-silvo-pastorale. Accanto ai sopra citati tradizionali ambiti, Cosa nostra ha saputo infiltrarsi anche nella grande distribuzione alimentare, nel settore turistico-alberghiero, nel settore delle scommesse e del gioco on line, nell’industria manifatturiera, nel ciclo dei rifiuti, negli investimenti immobiliari, realizzati anche attraverso le aste giudiziarie, nei lavori connessi alla realizzazione degli impianti di energia da fonte rinnovabile e in tutti quei settori che usufruiscono di finanziamenti pubblici statali e comunitari.
Un’importante testimonianza di tutto ciò è l’affarismo riconducibile al noto latitante Messina Denaro ovvero alle numerose società ritenute allo stesso riconducibili. Le attività investigative hanno disarticolato il considerevole potere economico riconducibile al boss di Castelvetrano, insieme alla complessa e articolata catena di figure che gli consentono di gestire investimenti ed operazioni di riciclaggio, individuando sempre nuovi settori economici nei quali muoversi.
Un settore più recente verso il quale la criminalità mafiosa dell’isola mostra vivo interesse è quello dei giochi e delle scommesse, in concessione dello Stato, che produce elevati e rapidi guadagni, a fronte di bassi rischi. La mafia sta investendo consistenti capitali, attraverso la gestione, diretta o indiretta, di società concessionarie di giochi e di sale scommesse o mediante l’imposizione di slot machine.
Dunque, Cosa nostra non solo aggredisce questa nuova forma commerciale applicando ad essa il metodo estorsivo, ma risulta attivarsi per assumere il controllo dei centri scommesse più avviati; molte famiglie si muovono, infatti, per favorire l’apertura nel proprio territorio di nuove agenzie. Si cita, ad esempio, nel giugno 2018 la confisca, nei confronti di noti esponenti della famiglia mafiosa di Brancaccio, di un patrimonio stimato in oltre 10 milioni di euro, composto, tra l’altro, da alcune società nel settore delle scommesse. Inoltre, significativa risulta essere l’operazione “Anno Zero” dell’aprile 2018 che ha dimostrato come l’espansione della rete di oltre quaranta agenzie di scommesse e punti gioco facenti capo ad un giovane imprenditore di Castelvetrano (TP) fosse avvenuta sia nella provincia di Trapani che nel palermitano grazie all’interazione con la famiglia mafiosa castelvetranese, la quale gli avrebbe garantito protezione nei confronti degli altri sodalizi criminali delle province di Trapani e di Palermo, in cambio di periodiche dazioni di denaro.
Inoltre, il già redditizio volume d’affari del comparto viene spesso moltiplicato dal sistematico ricorso a piattaforme di gioco on line, predisposte per frodi informatiche, spesso allocate all’estero in modo da consentire l’evasione fiscale di consistenti somme di denaro. Viene, così, creato un sistema clandestino parallelo a quello legale del gioco autorizzato dallo Stato; sfruttando il principio della libertà di stabilimento per costituire società di gaming e di betting in altri Paesi dell’Unione europea, ma di fatto svolgendo la propria attività sul territorio nazionale, si elude la stringente normativa italiana in materia fiscale ed antimafia. Indagini giudiziarie hanno evidenziato un’anomala concentrazione di operatori del settore, nonché di server ed altre strutture operative nell’isola di Malta. Nel febbraio 2018 l’operazione “Game Over” ha fatto emergere come un importante imprenditore del settore, originario di Partinico (PA), con l’appoggio delle famiglie mafiose della provincia, fosse riuscito ad imporre il brand di raccolta scommesse della società a lui riconducibile, con sede a Malta. Contestualmente sono state sottoposte a sequestro numerose agenzie e punti di raccolta scommesse dislocate sul territorio nazionale che utilizzavano un network di diritto maltese a lui riconducibile. Più recenti attività di indagine161 hanno disvelato come anche nella Sicilia orientale fosse presente ed attiva una importante rete di scommesse illegali i cui proventi pervenivano ai sodalizi tramite un reticolo di società localizzate per lo più nelle Antille olandesi.
Le strategie operative di Cosa nostra esprimono poi sempre più una particolare propensione verso il settore dei giochi e delle scommesse. Sovente, le attività investigative fanno emerge come importanti imprenditori del settore, con l’appoggio delle famiglie mafiose della provincia, impongano il loro brand, dietro al quale spesso si celano società di diritto estero, specie maltesi. Le consorterie mafiose si spendono per favorire l’apertura sul proprio territorio di agenzie e punti di raccolta scommesse. Le attività d’indagine stanno infatti dimostrando come la gestione di molte sale gioco sia riconducibile ad esponenti della criminalità organizzata.
Cosa nostra trapanese ha saputo infiltrarsi anche nella grande distribuzione alimentare, nell’ambito turistico alberghiero, nei lavori connessi alla realizzazione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili218, nelle scommesse e nel gioco on line, nella grande industria manifatturiera e negli investimenti immobiliari, realizzati anche attraverso la partecipazione alle aste giudiziarie. Dalle recenti attività d’indagine è emerso che, oltre che nei tradizionali ambiti economici, si è significativamente infiltrata nei settori della raccolta delle scommesse e dei giochi on line, anche grazie al capillare controllo del territorio e al consueto ricorso all’intimidazione. A tal proposito si evidenzia che in data 19 aprile 2018, nell’ambito della citata operazione “Anno zero”, è stato sottoposto a fermo un giovane imprenditore di Castelvetrano, operante nel predetto settore. Nel dettaglio, è stata documentata, sia nella provincia di Trapani che nel palermitano, l’espansione della rete di raccolta, composta da oltre quaranta agenzie di scommesse e punti gioco facenti capo al citato imprenditore castelvetranese.
Il business delle scommesse e del gioco automatizzato si conferma, infatti, come una delle principali fonti di reddito anche per le locali consorterie. Un affare realizzato attraverso l’imposizione e la gestione di slot machine all’interno di esercizi commerciali, l’acquisizione e l’intestazione a prestanome di sale da gioco, ovvero attraverso l’infiltrazione nelle società concessionarie e di gestione.
Campania – nel settore dei giochi, ad esempio, sono risultate tra loro collegate imprese che si occupavano dell’installazione e manutenzione di slot machine e videolottery, nonché della gestione delle sale e dei servizi di ristorazione. I variegati rapporti che legano il mondo imprenditoriale alla criminalità organizzata trovano recente conferma in un provvedimento cautelare, emesso il 2 ottobre 2018416, a conclusione di un’indagine in cui è stato coinvolto un imprenditore contiguo ai Casalesi, grazie ai quali si sarebbe aggiudicato diversi appalti pubblici, in cambio del sistematico versamento nelle casse dell’organizzazione di una quota degli importi, della monetizzazione di assegni di provenienza illecita e dell’appoggio ai latitanti.
Il controllo del gioco d’azzardo, avviene avvalendosi anche in questo caso di bookmaker e soggetti esperti, in grado di modificare le applicazioni informatiche presenti nella Rete per i giochi on-line e di controllare le piattaforme digitali riservate a sistemi di scommesse virtuali.
L’attività, oltre a generare enormi profitti, ha contribuito ad estendere il controllo dell’organizzazione su bar, tabaccherie e, ovviamente, sulle sale gioco, anche fuori regione.
Provincia di Caserta – Nell’area casertana permane il forte radicamento delle principali consorterie federate nel cartello dei Casalesi, che mantengono il controllo territorio facendo ricorso a sempre nuove modalità operative per la gestione delle estorsioni, dell’usura, del traffico di stupefacenti, del gioco e delle scommesse d’azzardo. A tali illeciti “tradizionali”, il cartello è riuscito, nel tempo, ad affiancare forme di condizionamento della realtà politica locale.
Puglia e Lucania – Osservando l’azione di contrasto sviluppata nel semestre, la complessa operazione “Scommessa” ha ricostruito le attività, nel mondo del gioco d’azzardo.
Ogni attività collegata al business delle scommesse da parte dei Martiradonna di Bari avveniva d’intesa con le organizzazioni mafiose, anche extraregionali, egemoni sui territori interessati che, quando non direttamente partecipi nella gestione dell’attività, venivano remunerate con una percentuale sui profitti, diventando così clienti, protettrici e garanti dell’espansione del circuito illegale del gioco. Sono significativi i collegamenti emersi in tal senso con la criminalità organizzata campana, calabrese, siciliana.
Nell’ambito di questa più evoluta strategia mafiosa che punta sia alla mimetizzazione dei capitali illeciti che a forme di controllo sociale, i clan pugliesi stanno rivolgendo le proprie mire, oltre che verso i più tradizionali settori (gioco d’azzardo, rifiuti, edilizia, trasporto su strada e turistico-alberghiero), anche verso il comparto agricolo, sfruttando sia il lavoro nero che acquisendo sovvenzioni pubbliche. Al riguardo, risultano significative le diverse interdittive emesse dai Prefetti delle province pugliesi626 nei confronti di componenti di famiglie notoriamente legate ad ambiti di criminalità organizzata, spesso richiedenti concessioni su terreni demaniali ad “uso pascolivo”.
Provincia di Bari – Le compagini criminali più strutturate della città di Bari, oltre ai tradizionali traffici delittuosi, appaiono sempre più interessate all’infiltrazione dell’imprenditoria legale, specie quella connessa al settore degli appalti pubblici, all’edilizia e al commercio. Questi gruppi manifestano competenze tecniche sempre più elevate ed una marcata propensione ad investire in settori economici emergenti, come quello del gioco d’azzardo e delle scommesse on line.
In tal senso, è risultata particolarmente significativa l’operazione “Scommessa”, che ha colpito, nel mese di novembre, la famiglia Martiradonna, storica articolazione del clan Capriati. La cosca aveva creato una rete di gioco da banco e on line, con propaggini anche all’estero, finalizzata all’esercizio abusivo delle scommesse.
Si confermano, nel semestre, l’interesse di alcuni gruppi criminali verso le attività connesse all’amministrazione pubblica, comprese quelle tipicamente imprenditoriali, nonché a quelle relative al recupero crediti, alla gestione delle vendite giudiziarie, al settore dei giochi e delle scommesse e al mondo del calcio.
Per quel che riguarda il contrasto alla diffusione del gioco illegale – con la distribuzione di apparecchiature non conformi e prive di autorizzazioni – resta costante l’azione preventiva e repressiva da parte degli organi investigativi lucani.
Piemonte e Valle d’Aosta – La presenza delle consorterie criminali in Piemonte, specie per quelle di matrice ‘ndranghetista, è stata facilitata dal fenomeno migratorio degli anni ’50 che ha visto lo spostamento di numerosi nuclei familiari che dal sud si sono insediati nel nord Italia. Dalle prime cellule di ‘ndrangheta, si è arrivati, nel tempo, alla costituzione di veri e propri locali.
Le possibilità di investimento nella regione costituiscono da sempre una forte attrattiva per le consorterie criminali, ormai da tempo impegnate a riciclare e reinvestire i propri ingenti capitali illeciti. I variegati settori economico- finanziari presi di mira dalle organizzazioni mafiose vanno dall’edilizia, sia pubblica che privata, al movimento terra ed inerti, dalla gestione delle attività connesse al gioco ed alle scommesse, all’accaparramento di servizi e di lavori assegnati con appalti pubblici. Una conferma, in tal senso, viene dai provvedimenti interdittivi antimafia adottati nei confronti di ditte torinesi operanti nel settore edile, degli autotrasporti per conto terzi, nella gestione di rifiuti ed anche in quello dei giochi.
Lombardia – Oggi, la penetrazione del sistema imprenditoriale lombardo appare sempre più marcata da parte dei sodalizi calabresi, ma anche le mafie di estrazione siciliana e campana si mostrano in grado di esprimere la stessa minaccia. Una compiuta analisi delle infiltrazioni mafiose sul territorio regionale non può prescindere dalle operazioni di polizia giudiziaria portate a compimento nel semestre, dalle pronunce giudiziarie, nonché dal monitoraggio delle attività imprenditoriali operato dai Gruppi interforze istituiti presso tutte le Prefetture della Regione. Il citato monitoraggio informativo offre un quadro d’analisi che, descrive il radicamento del fenomeno mafioso sul territorio, restituendo una tendenza sempre maggiore di tentativi di infiltrazione nel settore degli appalti pubblici e nel rilascio delle autorizzazioni, licenze e concessioni pubbliche.
In particolare, i settori commerciali con più provvedimenti prefettizi, nel semestre, risultano quelli della ristorazione, giochi e scommesse, costruzioni, autotrasporto di merci, autodemolizioni, commercio auto.
Molise – I settori economici prevalentemente interessati dalle infiltrazioni criminali sono la rivendita di auto usate, la ristorazione, la gestione di locali notturni e sale giochi, le attività connesse all’edilizia e l’acquisizione di attività commerciali.
Cagliari – Un ulteriore aspetto del fenomeno legato al riciclaggio e al reinvestimento di capitali illeciti, emerso in Sardegna solo di recente, è quello legato al mercato delle scommesse on line (c.d. betting) che vede anche l’Isola non immune da ingerenze mafiose. Alcuni filoni investigativi hanno infatti svelato come le famiglie pugliesi fossero inserite nel mercato del gioco e delle scommesse on line. In particolare, nell’ambito dell’operazione “Scommesse”del 14 novembre 2018, coordinata dalla Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo (e sviluppata con diversi provvedimenti dalle Procure di Bari, Reggio Calabria e Catania), è stato sgominato un sodalizio nell’ambito del quale un imprenditore cagliaritano, in contatto con il clan barese Capriati-Parisi, aveva avuto il compito di creare nuove sale giochi e di scommesse on line in Sardegna.
Sassari – Sempre in provincia di Sassari sono state eseguite, il 9 agosto 2018, attività investigative antidroga, a carico di soggetti che svolgevano le loro attività criminali all’interno di una sala giochi.
Estero – Un altro settore di interesse della criminalità organizzata italiana, con risvolti sovranazionali, è quello delle scommesse e dei giochi on line illegali, gestiti attraverso dei reticoli societari facenti capo a Paesi a fiscalità privilegiata. La criminalità organizzata di matrice campana, al pari di quella calabrese, ha ormai delle singole proiezioni oltralpe come testimonia la presenza nella Costa Azzurra, di Tagliamento Giovanni, affiliato al clan Zaza ed in stretti rapporti con la criminalità marsigliese e con i gruppi mafiosi calabresi, sempre al centro di dinamiche criminali afferenti al traffico di stupefacenti, commercializzazione di prodotti contraffatti, tentativi di infiltrazione nella case da gioco di Sanremo (IM) e Mentone (Francia), scommesse clandestine ed esercizio abusivo del gioco.
Inoltre nel mese di novembre 2018 si è conclusa, nell’ambito dell’operazione “Galassia”, più volte richiamata nel presente capitolo, un’ampia azione investigativa condotta dalle DDA di Reggio Calabria, Bari e Catania, facendo luce, tra l’altro, sull’interesse delle varie mafie nel lucroso comparto dei giochi on line, che ha interessato vari paesi europei. Le operazioni hanno accertato che anche nel Regno Unito erano dislocate società cartiere, che hanno consentito l’immissione nel circuito legale di denaro attraverso nuovi meccanismi di riciclaggio.
Nell’ambito della menzionata operazione “Galassia”, condotta dalla DIA e dalla Guardia di finanza, si segnala il sequestro di un ingente patrimonio in Italia e all’estero – con capitali intercettati in Austria, Malta, Romania, Svizzera ed Antille Olandesi – per un valore complessivo di oltre 723 milioni di euro.
Anche in questo caso, le indagini hanno confermato il forte interesse delle cosche calabresi nel settore del gioco illegale.
Svizzera – Non mancano, poi gli interessi di personaggi criminali siciliani nel settore delle scommesse online, come portato alla luce dall’indagine “Revolutionbet – Gaming on line”1294, attraverso la quale sono stati disvelati meccanismi di riciclaggio del denaro, immesso nel circuito legale mediante società cartiere estere, dislocate in diverse nazioni, tra cui la Svizzera. L’ operazione, eseguita tra il 14 ed il 21 novembre 2018 nelle province di Catania, Messina, Siracusa, Ragusa e Caltanissetta1295, ha portato all’arresto di diversi esponenti mafiosi catanesi, responsabili di associazione mafiosa, truffa aggravata, esercizio abusivo di attività di gioco o scommessa e trasferimento fraudolento di valori. Sono state, altresì, sequestrate numerose agenzie e sale scommesse.
Romania – Un collegamento di alcuni sodalizi mafiosi, non solo calabresi ma anche pugliesi, con questo territorio è emerso, a novembre del 2018, in un ampio contesto investigativo rivolto al settore dei giochi, approfondito nella parte dedicata a Malta. Qui si anticipa che gruppi di criminalità organizzata di quelle regioni, avvalendosi di società e server attestati anche in Romania, avevano esercitato abusivamente l’attività del gioco e delle scommesse sul territorio nazionale, così riciclando ingenti proventi illeciti.
Malta – Come in parte già emerso, negli ultimi anni Malta ha attirato gli interessi economici di numerosi imprenditori e liberi professionisti. Sulla scia di questa parte di economia legale, anche la criminalità organizzata italiana ha individuato il Paese in esame come un ulteriore canale per i propri affari illeciti.
Tra l’altro l’Isola, per la sua posizione geografica, rappresenta un crocevia per i flussi migratori provenienti al Nord Africa e per altri traffici internazionali1316, come nel caso dei prodotti petroliferi provenienti dalle aree attualmente interessate da conflitti bellici. Le attività investigative portate a termine negli ultimi anni evidenziano una proliferazione delle attività di scommesse illegali. Imprenditori e prestanome, infatti, per eludere la normativa fiscale italiana, hanno sfruttato il principio della libertà di stabilimento, costituendo società di gioco nel territorio maltese, ma di fatto svolgendo la propria attività sul territorio nazionale.
Un modus operandi sfruttato anche dalle organizzazioni mafiose.
In data 14 novembre 2018, sono state concluse contemporaneamente tre attività investigative della DDA di Reggio Calabria, Catania e Bari, rispettivamente denominate “Galassia”, “Revolutionbet – Gaming on line” e “Scommessa” , che hanno disvelato, in parallelo, l’interesse delle varie mafie nel lucroso comparto dei giochi online, con la costituzione di una rete di società operanti tra l’Italia, Malta, la Romania, Curacao e le Isole Vergini.
Canada – Il proficuo scambio informativo con il collaterale canadese ha portato ad una profonda conoscenza delle proiezioni mafiose in quel Paese, cosa che si auspica possa portare ad un avvicinamento dei rispettivi ordinamenti sul fronte del contrasto alle mafie. La presenza della criminalità organizzata di origine italiana in Canada1325 interesserebbe prevalentemente la zona di Montreal e il comprensorio di Toronto. A Montreal sarebbe attiva Cosa nostra canadese, una realtà criminale autonoma rispetto a quella siciliana. Nel tempo, l’organizzazione avrebbe raggiunto un ruolo di coordinamento e controllo di varie attività illecite, fra le quali il traffico di stupefacenti, l’usura, le estorsioni, il gioco d’azzardo, nonché l’infiltrazione negli appalti pubblici. Nel comprensorio di Toronto sarebbero, invece, operativi i sodalizi di origine calabrese, con le prime cellule di ‘ndrangheta che si sarebbero stanziate a partire dagl’anni ’70.
Nel 1990, sarebbero poi divenuti evidenti i collegamenti operativi tra le cosche calabresi e gli omologhi sodalizi stanziati a Toronto. Quest’ultimi avrebbero focalizzato i propri interessi nel gioco d’azzardo, nell’usura, nelle estorsioni nei confronti della locale comunità italiana avviando, con i conseguenti ricavi, esercizi commerciali sia a Toronto, sia a Woodbridge.
Stati Uniti d’America – La consueta collaborazione con il collaterale statunitense consente di mantenere sempre aggiornato il quadro di situazione sulle strategie mafiose d’oltre Oceano. La mafia di origine siciliana che, negli Stati Uniti d’America è denominata La Cosa Nostra (LCN), sarebbe presente, negli U.S.A., nelle più importanti città del Nord-est, del Midwest, della California e del Sud, con particolare concentrazione a New York, nel New Jersey meridionale ed a Filadelfia. L’organizzazione sarebbe dedita al narcotraffico, alla gestione del gioco d’azzardo illegale, alla corruzione politica, alle estorsioni, alle frodi, alla contraffazione, al traffico d’armi, al riciclaggio dei proventi illeciti, all’infiltrazione negli ambiti imprenditoriali e, per il raggiungimento delle proprie finalità, ad omicidi ed attentati.