RS 11 OTTOBRE 2019

LAURA CASTELLI (VICE. MIN. ECONOMIA – M5S): “LE SCOMMESSE E LE PUNTATE SUGLI ALTRI GIOCHI DOVRANNO ESSERE PAGATE CON CARTE O BANCOMAT, BASTA CONTANTI”
(AGIMEG – 11/10/2019)
“Proseguiremo nel percorso virtuoso che abbiamo iniziato. Stiamo cercando di unire la lotta alle scommesse con quella all’evasione fiscale imponendo pagamenti digitali per l’offerta di azzardo a cui oggi è possibile accedere in contanti. Una cosa è certa: sulla lotta all’azzardo il Movimento Cinque Stelle si batterà per effettuare passi avanti, non all’indietro”. Così Laura Castelli, viceministra all’Economia, ha risposto alla domanda dell’Avvenire su eventuali interventi sul gioco d’azzardo previsti nella Manovra e alle possibili proroghe contenute nel Decreto Fiscale. E riguardo i 7 miliardi di risorse derivanti dalla lotta all’evasione ha aggiunto: “Stavolta ci sono leggi specifiche e sistemi di monitoraggio dettagliati. La cifra di 7 miliardi non è aleatoria. Anzi, è una stima al ribasso. Quando gli strumenti che metteremo in campo saranno a regime si recupereranno ancora più risorse. Con la stretta contro le frodi sui carburanti a quella sui contributi previdenziali, con il sistema della lotteria degli scontrini (che in Portogallo ha dato risultati straordinari) e con gli introiti derivanti dalla e-fattura e dagli scontrini elettronici siamo convinti di ottenere grandi risultati. Anche i più scettici dovranno ricredersi. E inseriremo anche il carcere per i grandi evasori”.

PASTORINO (PRES. STS) AD AGIMEG: “ELIMINARE IL CONTANTE NELLE GIOCATE? UNA FOLLIA, CON TEMPI DI GIOCO DILATATI E AGGRAVIO DI COSTI INSOSTENIBILI PER GLI ESERCENTI”
(AGIMEG – 11/10/2019)
“Il settore del gioco è complesso e chi se ne occupa deve averne una conoscenza approfondita. Non è possibile continuare a sentire dichiarazioni di chi non ha la minima competenza: così si rischiano danni irreparabili per aziende e lavoratori. E’ davvero difficile commentare quanto detto dalla Castelli, perché queste frasi possono essere frutto solo di una scarsa competenza sulla materia. Davvero si pensa che possa essere possibile accettare una carta per una schedina da 1 euro? I costi sarebbero insostenibili, così come il tempo dedicato ad ogni singola giocata. Ripeto: ormai è difficile commentare certe dichiarazioni e non mi riferisco solo a quelle della Castelli. Il settore del gioco deve essere gestito da persone competenti in materia”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Giorgio Pastorino, Presidente Sts, in merito alle recenti dichiarazioni di Laura Castelli, vice ministro all’Economia. “Le scommesse e le puntate sugli altri giochi dovranno essere pagate con carte o bancomat, basta contanti”, ha detto la Castelli parlando dei possibili interventi sul gioco d’azzardo previsti nella Manovra. “E’ evidente – aggiunge Pastorino – che quanto detto non nasce dalla conoscenza del mercato. In Italia non ci sono molti giocatori che fanno puntate elevate, al contrario la maggior parte delle giocate sono da pochi euro. I tempi, per gli esercenti che accettano le giocate, sarebbero quindi elevati ed ingestibili ed i guadagni della filiera azzerati, con vantaggio solo per le banche”. Riguardo alla tassazione su tutte le vincite, Pastorino ha concluso: “il risultato sarà il trasferimento dei giocatori verso il mercato illegale, con conseguenze negative anche per l’Erario”.

MANOVRA: LA TASSA SULLE VINCITE AL 23% E NON TOCCHERÀ SOLAMENTE I GRANDI JACKPOT
(PRESSGIOCHI – 11/10/2019)
L’intenzione del governo, alla affannosa ricerca di risorse per la prossima manovra di bilancio, è quella di introdurre una maxi-tassa sulle super-vincite. Un prelievo del 23 per cento contro l’attuale 12 per cento. In futuro chiunque vincerà più di 100 milioni di euro, se la norma allo studio del governo andrà in porto, si vedrà immediatamente tagliato l’assegno del 23 per cento.
La verità però, è un’altra- scrive Andrea Bassi su Il Messaggero. Dietro la foglia di fico della maxi-tassa sulle super-vincite, si celerebbe altro: l’applicazione della tassa sui giochi anche alle micro-vincite, quelle sotto i 500 euro, oggi esenti da qualsiasi prelievo da parte dello Stato. In questo caso l’erario incasserebbe pochi euro ma su milioni e milioni di vincite degli italiani. Per comprendere l’eventuale portata della misura, bastano pochi dati. In Italia ogni anno vengono giocati circa 100 miliardi di euro. I soldi che però, materialmente escono dalle tasche dei cittadini sono solo circa 20 miliardi. Gli altri 80 miliardi sono vincite che vengono poi rigiocate. Il caso, per fare un esempio, di una vincita di 5 euro al Gratta & Vinci che viene incassata comprando un altro tagliandino. Insomma, il giocatore ha giocato per 10 euro, ma in realtà ne ha spesi solo 5.
E qui sta il primo problema della tassazione delle micro-vincite. Con la tassa al 12 per cento, la vincita scenderebbe da 5 a 4,4 euro. A quel punto il giocatore, invece di spendere altri 60 centesimi, potrebbe decidere di incassare la vincita. In realtà, sulla rigiocata, lo Stato incassa di più, oltre il 16%.
E lo stesso meccanismo vale sostanzialmente per tutti i giochi, dal Superenalotto alle scommesse sportive. Il rischio, insomma, è che la misura dal lato dei conti pubblici possa avere un effetto contrario a quello desiderato. Minori problemi presenta invece la tassazione delle vincite più alte, anche perché in questo caso il prelievo avrebbe un minore effetto di scoraggiamento. L’intenzione del governo, comunque, sembrerebbe di procedere con delle tasse per «scaglioni», un po’ come avviene con l’Irpef, partendo da un’aliquota minima del 12% per arrivare fino al 23%. In questa sorta di armonizzazione, verrebbe ricompreso anche il gioco del Lotto, che oggi sconta una tassazione inferiore (l’8%).

CONSIGLIO LAZIO: ‘LEGGE COMMERCIO, AGEVOLAZIONI PER CHI DISMETTE LE SLOT’
(GIOCONEWS – 11/10/2019)
“La Regione disporrà agevolazioni dirette ai Comuni che concedono esenzioni sui tributi a favore degli esercizi commerciali che disinstallano gli apparecchi da gioco”.
Lo prevede il Testo unico sul Commercio approvato dal consiglio regionale del Lazio ieri, 10 ottobre, con 31 voti favorevoli e 8 astenuti.
Perché queste disposizioni vengano applicate in concreto, come confermano a Gioconews.it fonti del Consiglio, bisognerà attendere il varo del Piano operativo da parte della Giunta.
Il testo riforma la legge regionale n. 33 del 1999 e razionalizza altre norme di settore emanate negli ultimi 20 anni.
L’obiettivo della nuova legge, come emerso anche dalle dichiarazioni finali dei consiglieri, è quello di riordinare la normativa regionale in materia di commercio, attraverso la raccolta e la razionalizzazione di tutte le disposizioni di settore. Vengono riunificate o abrogate una serie di disposizioni frammentate in più testi: il commercio in sede fissa e su aree pubbliche (L.R. n. 33/99); le reti d’impresa tra attività economiche su strada (L.R. n. 4/2006, articolo 113); il commercio all’ingrosso (L.R. n. 74/1984); l’attività di somministrazione di alimenti e bevande (L.R. n. 21/2006); la distribuzione della stampa quotidiana e periodica (L.R. n. 4/2005); il commercio di animali da affezione; il commercio equo e solidale.
Il testo unico, inoltre, tiene conto anche delle numerose modifiche intervenute negli ultimi anni nell’ordinamento statale ed europeo in tema di concorrenza, semplificazione amministrativa e liberalizzazione delle attività economiche e dello sviluppo di nuove forme aggregative tra imprese. In particolare, sono stati adeguati i contenuti normativi regionali con quelli prescritti dalla direttiva n. 123 del 12 dicembre 2006 (Direttiva Bolkestein) e dal decreto legislativo n. 59/2010 e successive modifiche, nonché con quelli dei decreti legge n. 201/2011 e n. 1/2012 in materia di tutela della concorrenza, liberalizzazione delle attività economiche, semplificazione dei procedimenti amministrativi e nuove modalità di programmazione delle attività economiche.

PIEMONTE, BERTOLA (M5S): ‘LEGGE SUL GIOCO EFFICACE, I DATI LO DIMOSTRANO. CIRIO E LA LEGA NON SI PERMETTANO DI TOCCARLA’
(JAMMA – 11/10/2019)
“Nessuno metta le mani sulla legge regionale 9/2016 contro il gioco d’azzardo patologico. La lotta all’azzardopatia in Piemonte è efficace, lo dimostrano i dati diffusi da IRES Piemonte ed illustrati in Commissione regionale. Nella nostra Regione, a seguito dell’applicazione della legge, si è registrato un drastico calo dei volumi di gioco a fronte di un aumento in altre regioni italiane”.
Si esprime così il consigliere regionale 5Stelle Giorgio Bertola, che aggiunge: “La diminuzione registrata in Piemonte nel 2018, rispetto al 2016, è addirittura di 497 milioni di Euro (-9,7%). Il calo nel valore delle perdite osservato nel 2018 rispetto a quello del 2015 è pari a 113 milioni (- 10%). Anche la crescita del gioco d’azzardo rallenta rispetto al resto d’Italia: +7% contro +22% delle altre regioni”.
I numeri IRES hanno per Bertola “il merito di smontare le fake news della lobby dell’azzardo secondo cui la nuova legge piemontese avrebbe determinato un aumento dell’azzardo sul web”. Nel quadriennio 2015-2018 in Piemonte il cosiddetto “gioco a distanza” è cresciuto meno che nel resto d’Italia. “Tutti i dati diffusi da IRES dimostrano l’utilità di una legge che abbiamo contribuito a scrivere difeso, a denti stretti, nella passata legislatura dalle pressioni di una parte dell’aula e delle lobbies del gioco. La difenderemo con tutte le forze anche in questa legislatura la cui maggioranza ha già manifestato la volontà, attraverso le parole del presidente Cirio, di mettere le mani sul testo per depotenziarlo e renderlo inefficace. Non permetteremo che si facciano passi indietro su questo fronte che potrebbero creare disagi per le fasce fragili della popolazione e vantaggi solo per pochi” conclude il consigliere pentastellato.