RS 4 DICEMBRE 2018

ADM, SPESA E ERARIO IN CALO DEL COMPARTO GIOCO NEL 2017
(GIOCONEWS – 04/11/2018)
Sul Libro Blu dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli sono emersi i dati relativi alla spesa e all’erario del comparto gioco, in merito all’anno 2017.
Tra il 2016 e il 2017 si registra un calo della spesa e dell’erario sul gioco. È scesa dai 19,1 miliardi di euro del 2016 ai 18,9 miliardi del 2017, con un calo quindi dell’1 percento.
Stesso discorso vale per l’Erario che nel 2017 ha registrato 10,3 miliardi, contro i 10,4 del 2016.
SPESA – L’Agenzia delle dogane e dei monopoli pubblica in dettaglio tutti i numeri in riferimento alla spesa sostenuta dai giocatori in Italia. Oltre a emergere un calo degli apparecchi (-40,7 percento), viene sottolineato il calo del poker cash (-45,7 percento), del Lotto (-21 percento), dei giochi numerici a totalizzatore (-15,2 percento) e dei giochi a base ippica (-11,1 percento).
In crescita, invece vlt (+2,9 percento), betting exchange (+50 percento), bingo (+2,4 percento), casinò games (+46,6 percento), poker a torneo (+29,7 percento), scommesse sportive (+43,3 percento) e le scommesse virtuali (+22,5 percento). Stabili le Lotterie (+0,3 percento) e gli apparecchi da intrattenimento (+0,9 percento).
ERARIO – In calo anche il gettito per l’Erario, passato dai 10,1 miliardi del 2016 ai 9,8 del 2017, con un decremento di quasi il 3 percento. Secondo l’Adm il ricavo proveniente dagli apparecchi da intrattenimento è di 4,7 miliardi di euro (+2,1 percento rispetto al 2016). Per quanto riguarda Vlt 1,4 miliardi (+8 percento), i casinò games con 114 milioni (+48 percento) e le scommesse sportive, con 269 milioni (+42 percento).
Oltre 2,5 miliardi di euro sono arrivati invece dal Lotto e dalle lotterie istantanee ed in differita, entrambi i settori però in calo rispetto al 2016.
LA RACCOLTA TOTALE – La raccolta del gioco a distanza è stata pari a 16.913.000.000 euro, passati a 21.331.000.000 nel 2016 e a 26.932.000.000 nel 2017. La spesa è stata invece di 823.000.000 nel 2015, 1.020.000.000 nel 2016 e 1.376.000.000 nel 2017. Quanto alla rete fisica, ecco i dati: 71.268.000.000 euro nel 2015, 74.766.000.000 nel 2016 e 74.745.000.000 nel 2017, mentre la spesa è di 16.213.000.000 nel 2016, 18.009.000.000 nel 2016 e di 17.538.000.000 nel 2017. Il totale della raccolta è quindi di 88.249.000.000 euro nel 2015, 96.173.000.000 nel 2016 e 101.753.000.000 nel 2017, mentre la spesa è di 17.103.0000 nel 2015, 19.104.000.000 nel 2016 e 18.990.000.000 nel 2017.
CONTROLLI – Nel 2017 sono stati 35.166 gli esercizi controllati mentre nel 2016 sono stati 33.578 e 35.015 nel 2015. Questi i numeri pubblicati sul Libro Blu 2017 dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Nel 2017 l’imposta è stata di 31.649.907 euro, con un incremento rispetto i 22.064.194 euro del 2016. In crescita anche l’importo delle sanzioni tributarie che passa dai 18.767.279 euro del 2015, a 30.313.740 euro nel 2016 e a 44.689.473 euro nel 2017. Scende invece a 20.650.324 euro nel 2017 l’importo delle sanzioni amministrative dai 26.659.154 euro del 2016. Nel settore dei controlli, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli individua tutte le forme di irregolarità nelle modalità di offerta autorizzata come la non conformità delle apparecchiature, l’irregolarità dei comportamenti, l’irregolarità nella gestione dei flussi finanziari, nel pagamento delle vincite e nell’entrata erariale e al deciso contrasto a tutta l’offerta illegale, con verifiche capillari e pesanti sanzioni.
I VOLUMI DI GIOCO NELLE REGIONI – Mettendo sotto la lente i dati relativi alle regioni, il report evidenzia una spesa di gioco complessiva pari 17,518 miliardi di euro (in calo rispetto ai 17.973 del 2016). Si è speso di più in Lombardia – 3,346 miliardi -, Lazio – 1, 836 miliardi – Campania – 1,825 – ed Emilia Romagna, con 1,408 miliardi. Fanalini di coda la Valle d’Aosta con 32 e il Molise con 89.

MANOVRA: APPROVATO EMENDAMENTO SU CONTROLLI AGLI ORARI DELLE SLOT MACHINE DA PARTE DEI SINDACI
(PRESSGIOCHI – 03/12/2018)
Controlli più facili per i Comuni sul rispetto degli orari di accensione di slot e videolottery. E’ stato approvato l’emendamento che aiuta tutti i Comuni che hanno regolamenti per limitare gli orari e vogliono controllare con facilità il rispetto degli spegnimenti delle Slot e Vlt” lo dichiarano i deputati Massimo Baroni e Francesco Silvestri primi firmatari di un emendamento clamoroso alla legge di bilancio insieme alla collega Maria Luisa Faro del Movimento 5 Stelle.
“Le regole tecniche di produzione degli apparecchi – si legge nell’emendamento – devono prevedere la memorizzazione, conservazione e trasmissione al sistema remoto dell’orario di funzionamento”. Nell’ambito di una riforma complessiva in materia di giochi, vengono definiti “i criteri omogenei su tutto il territorio nazionale in ordine alla distribuzione e agli orari degli esercizi che offrono gioco pubblico, anche al fine del monitoraggio telematico”.
“Al fine di rendere effettive le norme degli enti locali che disciplinano l’orario di funzionamento degli apparecchi (Slot – Vlt) – si legge nell’emendamento – per monitorarne il rispetto ed di irrogare le relative sanzioni, gli enti locali si potranno avvalere di una rete interna di tipo informatico predisposta dalla Sogei ” spiega Baroni.
Il software che garantirebbe a tutti i Comuni che hanno regolamenti no-slot per la limitazione degli orari ha un costo esiguo e apre il “vaso di Pandora” sul settore garantendo la trasparenza diffusa”. “La copertura è di soli 50mila euro per l’anno 2019, provvede l’agenzia dei Monopoli e delle Dogane nell’ambito delle risorse disponibili nel proprio bilancio ma permetterà di recuperare risorse per gli enti locali in sanzioni o di garantire notti tranquille alle famiglie dilaniate da questa piaga fuori controllo. Tutto sarà più facile con dati diretti della SOGEI a disposizione di Sindaci e Assessori attivi nel contrastare l’azzardopatia” spiega Silvestri. “L’emendamento in questione è perfettamente in linea con diversi punti del contratto di governo che parla di “trasparenza per le società dell’azzardo” e “limitazione negli orari di gioco” ed è stato votato all’unanimità. Il Movimento 5 Stelle continua ad essere in prima linea nel combattere questa battaglia di civiltà. Dobbiamo sempre ricordare poi che bisogna iniziare a vedere l’azzardo come un moltiplicatore economico negativo. Ogni euro speso in azzardo frena l’economia reale del Paese!” concludono Baroni e Silvestri.

CONSIGLIO PIEMONTE APPROVA OMNIBUS, LE NORME SUL GIOCO
(GIOCONEWS – 04/12/2018)
Il Consiglio del Piemonte approva Omnibus, nuove tempistiche di adeguamento per esercenti che non rispettano distanziometro della legge sul gioco per fatti successivi al 2016.
Nella seduta di oggi, 4 dicembre, il consiglio regionale del Piemonte ha approvato a maggioranza il testo dell’Omnibus, che si compone di oltre centodieci articoli e interviene su numerose materie fra cui la ricollocazione delle sale o i locali pubblici con apparecchi da gioco che si trovino a non rispettare le distanze dai luoghi sensibili (chiese, scuole, banche, ospedali) per fatti successivi all’approvazione della legge 9/2016.
Viene previsto, quindi, un tempo di quattro anni per gli esercenti di slot machine e di otto anni per i titolari di sale gioco o di licenza per l’esercizio delle scommesse, a partire da quando il fatto si è verificato, per rimettersi in regola.
La norma ha incassato la forte contrarietà degli operatori del settore e dei sindacati, che hanno chiesto un confronto con la Regione dopo la bocciatura degli emendamenti di Andrea Tronzano (FI) e Luca Cassiani (Pd) che chiedevano di bloccare la retroattività della normativa, di rivedere il distanziometro, omogeneizzare gli orari di esercizio degli apparecchi.
L’obiettivo dell’Omnibus è attualizzare le disposizioni regionali, senza introdurre nuove spese per il bilancio, e renderle coerenti con le norme nazionali di settore tenendo conto di ulteriori esigenze sopravvenute.
Il testo finale è anche il risultato di diversi emendamenti approvati, tra i circa trecento presentati da tutti i gruppi consiliari, distribuiti tra le varie materie del provvedimento.

CONVENTION GLOBAL STARNET: AL SETTORE GIOCHI SERVE UN PROGETTO UNIVOCO E UNA CABINA DI REGIA CHE DIALOGHI CON LE ISTITUZIONI
(PRESSGIOCHI – 04/12/2018)
“Siamo arrabbiati per quello che come gestori stiamo vivendo. Noi non facciamo azzardo ma gioco autorizzato dallo stato. Il gioco d’azzardo, contro cui è diretta la crociata del Ministro Di Maio è proibito dal codice penale. Facciamo questo lavoro per concessione dello stato e come lavoratori vogliamo un testo unico a livello nazionale”.
Lo afferma Domenico Distante, neo presidente della Sapar che ha aperto la convention organizzata questa mattina a Villa Miani a Roma da Global Starnet dal titolo “Le regole del Gioco – Il settore a confronto”.
“Mi appello – continua Distante – al Ministro del Lavoro Di Maio che invito a comprendere meglio come funziona la fiscalità nel gioco e a cui ricordo che la Conferenza unificata ha dato vita ad un accordo che non ha visto la luce. O difendiamo tutto il gioco legale o siamo contro tutta l’offerta. La stessa ISS e l’Eurispes hanno confermato l’inefficacia delle distanze che spostano il problema del gioco patologico. Si parla di gioco ma non si parla dei problemi legati all’alcol che colpisce i giovani, e dei problemi legati ad altre sostanze più problematiche”.
“Dove non c’è il gioco legale c’è quello illegale. Così si mette a rischio un’occupazione di 300mila persone per leggi ipocrite”.
Presente all’evento anche gli amministratori giudiziari che in questi mesi stanno gestendo Global Starnet e che hanno tenuto a spiegare come “La presenza dell’amministrazione giudiziaria in Global non significa affatto una situazione di fallimento ma il contrario: facciamo di tutto per andare meglio e far crescere il gruppo nel mondo del Gaming”.
“La politica gioca con i giochi per acquisire consenso politico – afferma Armando Iaccarino, dirigente di ADM, oggi alla guida del centro studi Astro -. Si dimentica troppo spesso che il gioco legale è soggetto a riserva dello stato che si è dato degli strumenti, quali la concessione con regole per sviluppare la filiera, per intervenire su un settore considerato a rischio. Il progetto che ha preso vita nel 2004 ha dimezzato gli apparecchi presenti sul mercato, oggi ne abbiamo 265mila, prima del 2002 si contavano 700mila videopoker.
Questo modello ha iniziato a zoppicare ad un certo punto ed oggi non si capisce cosa ne è rimasto e in quale direzione si vada. Gli strumenti adottati, come quello inserito nella manovra per il controllo degli orari delle slot, sono efficaci? Se lo è chiesto l’Istututo Superiore della Sanità. Se è vero che i cittadini hanno avversione verso il gioco perché nasconderlo? Più lo faccio vedere più la gente lo ripudierà.
Oggi la politica si rifiuta anche di sedersi ad un tavolo per ragionare su questo tema, si chiudono gli occhi facendo vincere i pregiudizi solo perché quel pregiudizio paga sul piano elettorale.
Un altro luogo comune per ogni legge di Stabilità è l’aumento del Preu e l’aumento dei controlli. Il mondo del gioco legale è il settore più controllato in assoluto, a partire dai controlli di chi opera nel mercato. C’è un albo che permette di controllare i gestori tanto quanto coloro che vendono armi.
Viviamo in un mondo di diffidenza, l’amministrazione è vista male, i concessionari che sono collaboratori dello stato sono visti male, gli stessi gestori sono visti male”- conclude Iaccarino.
“Identificare il settore come quello più vicino alla mafie è inverosimile” afferma l’avv. Ranieri Razzante. “Dire che la criminalità organizzata è infiltrata nel gioco è una cosa, dire che i gestori sono criminali è un’altra. Il più grande costo che il settore rischia di pagare è quello reputazionale, ma i collusi sono presenti in ogni settore economico”. “L’Italia non è un territorio libero per i riciclatori, abbiamo una norma antimafia all’avanguardia. Le infiltrazioni non sono solo nel gioco e i gestori non devono subire le infiltrazioni.
Non credo che il sistema sia stato ghettizzato per le infiltrazioni criminali ma dobbiamo evitarle. Ma mi chiedo, quando faremo in Europa una normativa sul gioco a livello comunitario. In Europa il gioco circola mentre in Italia si discute ancora di distanziometri”.
Presente all’evento anche il prof. dell’Università di Salerno Stefano Sbordoni che ha spiegato: “Il gioco è un flusso permanente nei secoli, cambia in base alla disponibilità dei soldi e al numero di persone. Se vogliamo controllare questo flusso, come un gas, dobbiamo canalizzarlo nei circuiti controllati. Non esiste l’assunto della compressione del gioco, perché esso andrà sempre verso altri tipi di offerta”.
“Troppo spesso – afferma il dott. commercialista Francesco Scardovi – si cade nell’equivoco del preu applicato sulla raccolta del gioco e non sul margine. Allora il legislatore sia chiaro e dica che applicherà un preu al 67%. L’aumento dell’1% del preu significa per un gestore la riduzione del 20% degli introiti.
Servono regole chiare e diverse. Negli ultimi anni i gestori hanno investito per l’aggiornamento degli apparecchi, a questo si è aggiunto il taglio degli apparecchi attuato nel 2018. Investire oggi per una sala vuol dire rischiare tra sei mesi di dover delocalizzare per l’attuazione delle distanze”.
“La delocalizzazione – suggerisce Sbordoni – andrebbe pagata dallo Stato, posto che come principio è sbagliato”.
A prendere la parola anche l’esperto di Gaming, Vitaliano Casalone: “Concessionari e gestori – spiega – non hanno mai trovato una simbiosi. Negli anni sono stati molti i miliardi investiti dai fondi di investimento esteri nel settore italiano e nei concessionari. Il contingentamento del 2011 ha aumentato gli apparecchi in modo eccessivo e questo ha portato alla nascita dei no slot, alla legge Balduzzi e alla istituzione dell’Osservatorio sul gioco presso l’ISS”.
“Dal 2013 in poi – ha continuato Casalone – abbiamo subito interventi restrittivi di ogni tipo. Oggi dobbiamo prendere atto che il settore è diviso, i concessionari sono divisi tra due associazioni, i produttori sono legati a due associazioni, ugualmente i gestori, l’associazione tabacchi va da sola. Le associazioni del settore hanno impedito una risposta univoca a tutela del settore, non siamo stati capaci di presentare proposte con leader degni di nota e di parlare alla stampa generalista con influencer che parlassero delle nostre ragioni.
I fondi esteri e gli investitori oggi guardano il mercato italiano e sono perplessi.
Al mercato serve una cabina di regia. Oggi non abbiamo un interlocutore politico”.
A rispondere e promettere un lavoro comune tra associazioni il presidente Sapar: “Noi non siamo solo numeri è la campagna lanciata in Puglia, e che insieme a tutte le associazioni di categoria verrà portata a livello nazionale”.
“Il settore – ha ricordato Iaccarino – ha la necessità di mostrarsi unito. Potremo essere ottimisti quando riusciremo a costruire un progetto che tenga conto dei rischi del settore e lavori per trasformarlo in un’opportunità. Va data la priorità alla trasparenza dei ruoli di ciascun operatore.

RAZZANTE (ESPERTO DI ANTIRICLAGGIO): IN ITALIA IL GIOCO HA REGOLE BEN PRECISE, IDENTIFICARE IL SETTORE CON LE MAFIE È INVEROSIMILE
(JAMMA – 04/12/2018)
“La catena del gioco legale subisce l’infiltrazione della criminalità, identificare il settore con le mafie è inverosimile”.
Così Ranieri Razzante , esperto di legislazione antiriciclaggio e antiterrorismo, oggi a Roma per il convegno ‘Le Regole del Gioco‘ . “L’appetibilità di questo settore sta nel fatto che si cerchino attività dove c’è un frazionamento territoriale. Il settore ne subisce il rischio aziendale”. “A volte qualcuno decide di colludersi con il riciclaggio, ma questo si verifica in ogni categoria di attività. Il rischio lo corriamo tutti, se io non mi presto devo evitare che a casa mia entri qualcuno che io non voglio, è questo il soggetto che noi non dobbiamo far entrare nelle nostre sale. C’è una minoranza di soggetti che invece, allettati dal mafioso che porta budget, lo permettono. Le regole che abbiamo in Italia sul gioco in altri Paesi non le hanno, quindi non siamo certo un Paese dove ci prestiamo facilmente alla malavita. Ci sono altri Paesi dove è molto più facile”.
“Il mio messaggio è questo” conclude Razzante “le infiltrazioni mafiose non sono solo nel gioco, il settore in alcuni casi le subisce, ma questo lo si può evitare, non dobbiamo subirle passivamente”. “Quando la faremo una legislazione europea sul gioco? Perchè solo in Italia ci sono norme, e siamo sempre all’avanguardia, mentre ancora posso andare in alcuni Paesi e fare quello che voglio? In Italia stiamo ancora a parlare di distanziometro. Più lontano sei e prima arriva il mafioso dal giocatore”.

CASALONE (ESPERTO INTERNAZIONALE GAMING): “GIOCHI, SERVE CABINA DI REGIA CON INTERLOCUTORE POLITICO CHE RIUNISCA TUTTO IL SETTORE”
(JAMMA – 04/12/2018)
“Sull’online c’è l’obiettivo con il prossimo Parlamento di fare una legislazione comune in Europa. In generale, pensando all’Italia, va detto che prima c’era una vera emergenza sociale, ai tempi dei videopoker. Questo settore lo abbiamo fatto ricco, nel 2009/2010 entrano le vlt, queste hanno richiesto grandi investimenti, è entrata la grande finanza internazionale, in quegli anni subito si è creato un solco mai più ricomposto tra i nuovi concessionari e i gestori.
Concessionari e gestori non hanno mai trovato una simbiosi, sono stati anni, e lo sono tuttora, molto difficili per questi rapporti. Anche dal punto di vista delle associazioni, si è subito creata una distinzione. Non diamo solo la colpa alla politica, dobbiamo dare la colpa a noi. Nel 2011 è arrivato un decreto dissennato che ha aumentato tantissimo la diffusione degli apparecchi. Abbiamo dato fastidio, in quel momento è nato il movimento no slot, c’erano apparecchi ovunque, forse non erano nemmeno tanto produttivi. Sono gli anni della Balduzzi. Ho letto di recente le sintesi della ricerca dell’ISS, i risultati non sono piaciuti, perchè il fatto che ci fosse un milione e mezzo di persone problematiche, che quindi non sono sicuramente malate, ha dato fastidio. I veri ludopatici non sono più di 400mila e in cura ne abbiamo 13mila. Il mito è stato sfatato. Abbiamo avuto 5 anni di Governi che ci hanno massacrato. Le divisioni del settore hanno impedito di avere una voce comune, non abbiamo saputo esprimere degli opinion leader, non abbiamo fatto nulla, non siamo mai andati sulla stampa nazionale, non abbiamo fatto a sufficienza. Le grandi aziende straniere come Inspired sono perplesse, non capiscono dove stiamo andando. Si tratta di società quotate in borsa, hanno dei costi, necessitano di certezze. Non possiamo andare avanti così. Serve una cabina di regia tra tutte le associazioni. Dobbiamo avere un interlocutore politico”.
Così Vitaliano Casalone, esperto internazionale di gaming, oggi a Roma per il convegno ‘Le Regole del Gioco‘.

CASSAZIONE, PER GLOBAL STARNET I CONCESSIONARI DEI GIOCHI NON SONO AGENTI CONTABILI. E CHIEDE IL RINVIO ALLA CORTE DI GIUSTIZIA
(AGIMEG – 04/12/2018)
Global Starnet impugna di fronte alla Cassazione la sentenza con cui la Corte dei Conti – in appello – la condannò per la mancata presentazione del rendiconto giudiziale sulla gestione del gioco delle slot. La concessionaria non interessata tanto a far annullare la sanzione (che ammonta a poche migliaia di euro), quanto a contestare la qualifica di agente contabile, qualifica che aggrava fortemente gli adempimenti burocratici. I dati della gestione del gioco, oltretutto, verrebbero trasmessi in tempo reale attraverso la rete di controllo della Sogei, e sarebbero quindi già in possesso dell’Amministrazione.
‎Il giudizio di fronte alla Corte dei Conti risale al 2009, e coinvolse tutte le concessionarie delle slot. Le compagnie vennero ritenute agenti contabili, ed erano quindi tenute a presentare il conto della gestione. Il giudice di primo grado però non erogò alcuna sanzione, visto che il quadro normativo non era chiaro. In secondo grado, nel 2014, la Corte d’appello confermò l’impostazione, addossando alle concessionarie anche delle lievi sanzioni. La Global e’ stata poi l’unica a intentare il ricorso per la Cassazione. La Suprema Corte a febbraio scorso ha chiesto approfondimenti all’Ufficio del Massimario per capire cosa si intenda per agente contabile, ‎e se le concessionarie dei giochi ricadano nella definizione. Nell’udienza di oggi la‎ Global ha nuovamente contestato che le concessionarie possano essere qualificate agenti contabili. “‎La richiesta al Massimario e’ sintomo del dubbio” ha detto l’avv. Andrea Scuderi. “E il dubbio o viene risolto nel senso che il concessionario non è agente contabile, o si rimette la questione alla Corte di Giustizia”. In sostanza per la difesa, la qualifica di agente contabile infatti rappresenta una restrizione illegittima e non proporzionale – visti i numerosi controlli sul gioco – alla libertà di impresa. Per l’avv. Lino Barreca, invece, “Non esiste una norma che imponga al concessionario di rendere il conto giudiziale. E’ un obbligo che si ricava dall’interpretazione di un principio generale. Vi sono invece dei segnali normativi che vanno nella direzione opposta”. E Barreca ha citato diversi esempi, a iniziare dal Preu, la tassa che le concessionarie versano sulle giocate che raccolgono. “E’ innegabile che sia un tributo e che il concessionario sia pertanto un soggetto passivo di imposta. Se fosse anche agente contabile, sarebbe il controllore di se stesso”. Inoltre, il concessionario ha la possibilità di aumentare il payout: “Se maneggiasse denaro pubblico, non potrebbe avere una simile discrezionalità‎”. La Procura ha però contestato le tesi della compagnia, sostanzialmente chiedendo che venga confermato l’impianto della Corte dei Conti. La decisione della Cassazione arriverà presumibilmente nell’arco di alcuni mesi.