IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

“Il settore del gioco legale continua a essere oggetto di azioni normative da parte degli enti locali e del governo centrale che meriterebbero una maggior attenzione rispetto alla necessità di difendere legalità e buona occupazione all’interno di un panorama caratterizzato da forti componenti di illegalità

Così inizia il testo con il quale le federazioni nazionali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs annunciano che il 16 novembre prenderà il via la mobilitazione nazionale dei lavoratori del settore del gioco legale.

I sindacati rammentano anche di aver chiesto al MiSE “un tavolo sulla situazione del settore, anche in riferimento al tema occupazionale che emerge da alcuni provvedimenti tra quali il “distanziometro” adottato da alcune amministrazioni regionali e comunali insieme alla riduzione degli orari di apertura”.

Al momento non sembra ci siano risposte, da parte del Governo, a questa richiesta.

Le affermazioni fatte, da esponenti del governo e della maggioranza (o almeno di una parte di essa), nelle settimane ed anche nei mesi scorsi, sono state sempre di ostilità verso il settore. Un settore, quello del gioco legale, che viene ostacolato in ogni modo salvo poi continuare a far conto sui proventi dello stesso, anzi a prevedere incrementi delle entrate.

Nel frattempo, la situazione si fa sempre più confusa.

In quasi tutte le regioni: dal Piemonte alla Puglia, dalla Liguria alla Calabria passando per l’Emilia-Romagna, la Toscana, l’Abruzzo ecc…, si prende tempo, si rinvia o si discute sul “se, come e per quanto tempo eventualmente rinviare” la piena entrata in vigore delle norme regionali.

Una analoga situazione di incertezza è vissuta nei Comuni.

I Comuni vorrebbero fare qualcosa ma emettere ordinanze sindacali, approvare regolamenti intervenendo in una materia così delicata, e senza un minimo di coordinamento almeno a livello regionale, può risultare inutile se non addirittura controproducente. Qualche Amministrazione addirittura è stata costretta a fare marcia indietro rispetto alle decisioni prese, ciò anche in conseguenza del rischio di contenziosi costosi e dall’esito incerto.

Si fa quindi sempre più urgente riavviare il percorso di una riforma dell’intero settore. La Conferenza Unificata potrebbe essere la sede appropriata per riprendere quel percorso che, oltre un anno fa, era già arrivato a buon punto.