LA LEGGE REGIONALE SUL GIOCO DELLA REGIONE PIEMONTE ALLA CORTE COSTITUZIONALE

La decisione del tribunale gela la Regione “La legge sulle slot è incostituzionale”, così il titolo di un articolo sulla Stampa a firma Andrea Rossi.
Di seguito il primo commento del Consigliere Regionale del Piemonte (Pd) Luca Cassiani:
Sono cose che vado dicendo da mesi! Rimanendo inascoltato . Ora vediamo se i soloni del diritto avranno l’umiltà di ammettere di aver sbagliato e di aver colpevolmente votato e sostenuto una legge inutile , sbagliata , dannosa e pure incostituzionale!

A seguire i commenti di alcune agenzie di stampa

LEGGE PIEMONTE SUL GIOCO TORNA ALLA CORTE COSTITUZIONALE. TRIBUNALE: “A TORINO IMPOSSIBILE ISTALLARE UNA SLOT”
( AGIMEG – 06/11/2018)
Torino, la legge regionale del Piemonte contro il gioco torna di fronte alla Corte Costituzionale. A sollevare la questione di legittimità costituzionale questa volta è stato il Tribunale di Torino decidendo sulla multa da 32mila euro che il Comune di Torino ha comminato a un esercente che aveva istallato delle slot nonostante non rispettasse la distanza dei 500 metri dai luoghi sensibili. Per il giudice infatti la legge della Regione Piemonte sul gioco d’azzardo minaccia la libera impresa e “pone un problema di costituzionalità sotto vari profili”. In sostanza, spiega la Stampa – secondo il giudice della Terza sezione civile del Tribunale di Torino Raffaella Bianco, che ha accolto le tesi dell’esercente – la lista dei luoghi sensibili sarebbe troppo estesa, e di fatto espellerebbe il gioco dalla città di Torino. La difesa “ha presentato una perizia da cui emerge che, applicando il distanziometro previsto dalla Regione, sul 99,3% del territorio urbano di Torino non è possibile installare macchinette da gioco. Il restante 0,7% non è utilizzabile: si tratta di spazi ridotti e frammentari che non consentono l’apertura di un locale”. In altre parole, scrive il giudice nella sua ordinanza, “sul 100% il territorio non è possibile collocare apparecchi da gioco all’interno di attività aperte al pubblico”. E ancora, osserva ancora il giudice il Comune non ha contestato la perizia limitandosi a spiegare che la legge della Regione non richiede di mappare il territorio per misurarne gli effetti. Insomma, per Palazzo Civico va applicata senza valutarne gli effetti. Che in città sono chiarissimi: “Di fatto si è generato un sostanziale divieto di gestire macchinette da gioco, attività imprenditoriale consentita, sebbene da limitare e regolamentare a tutela di altri interessi costituzionali”, argomenta l’ordinanza del Tribunale. “Il bilanciamento degli interessi costituzionali in gioco pare aver portato nel caso del Comune di Torino ad una totale negazione della possibilità costituzionalmente garantita di gestire un’attività imprenditoriale lecita”.

LEGGE GIOCHI PIEMONTE INCOSTITUZIONALE, PUCCI (PRES. ASTRO): “RINVIO ALLA CONSULTA CONFERMA I NOSTRI DUBBI: REGIONE RIVEDA LA NORMA”
(AGIPRONEWS – 06/11/2018)
«I dubbi del giudice sono gli stessi sollevati da noi: è pressoché impossibile gestire un’attività imprenditoriale lecita in Piemonte, come garantisce la Costituzione. La perizia che avevamo depositato alla regione Piemonte molti mesi fa – che confermava la sostanziale espulsione delle slot machine dal 99,3% del territorio comunale torinese – lo aveva già affermato chiaramente ed è un peccato che non sia stata tenuta in considerazione dalle istituzioni». E’ quanto dichiara ad Agipronews Massimiliano Pucci, presidente di Astro, l’associazione di gestori slot che ha portato la legge piemontese davanti ad un giudice civile, che proprio ieri ha disposto la sospensione delle sanzioni e il rinvio degli atti alla Corte Costituzionale. Pucci auspica che «Torino abbia il coraggio della Puglia e delle altre regioni di mettere in dubbio gli strumenti di contrasto al gioco patologico, non certamente la battaglia contro il fenomeno che invece va fatta insieme. Il distanziometro è una presa in giro alla modernità. La buona politica deve avere la capacità di tornare sui propri passi, senza perseverare negli stessi errori: consentano alle nostre imprese di ricominciare a pagare gli stipendi ai lavoratori. Complimenti all’avvocato Geronimo Cardia che ha portato avanti l’azione legale davanti al Tribunale civile per gli associati Astro e a Luciano Rossi, nostro delegato regionale, per l’impegno profuso a difesa del gioco legale», conclude.

TORINO: LEGGE REGIONALE SU SLOT È INCOSTITUZIONALE
(GIOCONEWS – 06/11/2018)
Il Tribunale di Torino sospende la multa inflitta a un esercente e invoca la Consulta sulla legge regionale.
L’Effetto espulsivo del distanziometro previsto dalla Legge regionale del Piemonte mina la libertà di imprese delle aziende del gioco del territorio. Per questa regione la norma locale è da sottoporre al giudizio della Corte Costituzionale che ne valuterà i profili di legittimità.
E’ la decisione presa dal giudice del Tribunale di Torino, accogliendo il ricorso di un esercente che si era visto comminare una multa da parte dell’amministrazione comunale (dell’importo di ben 32mila euro), per aver violato le prescrizioni previste dalle norme locali in materia di gioco pubblico e di distanze.
DISTANZIOMETRO SOTTO ACCUSA – Secondo quanto disposto dal Tribunale piemontese, però, “applicando il distanziometro previsto dalla Regione Piemonte – secondo cui gli apparecchi da gioco non possono essere collocati a meno di 500 metri dai luoghi sensibili – praticamente sul 99,32 percento del territorio urbano di Torino non è possibile installare le macchinette da gioco; il restante 0,68 percento è praticamente infruibile trattandosi di spazi molto ridotti e frammentari che non consentono l’apertura di un locale. Ne consegue che in pratica sul 100 percento del territorio cittadino non è possibile collocare apparecchi da gioco all’interno di attività aperte al pubblico.”
Una circostanza che non consente quindi alle aziende del settore di poter operare: “Lo Stato – scrive il giudice – ha ingenerato in effetti un sostanziale divieto di gestire macchinette da gioco, attività imprenditoriale consentiva, sebbene da regolamentare e limitare a tutela di altri e pregnanti interessi costituzionale. Il bilanciamento degli interessi costituzionali in gioco, pare aver portato nel caso del Comune di Torino ad una totale negazione della possibilità costituzionalmente garantita di gestire una attività imprenditoriale lecita”.
Per questa ragione il Tribunale ritiene necessario “valutare all’esito dell’udienza di merito, la necessità di disporre la rimessione degli atti alla Corte Costituzionale”.
LA POSSIBILE SVOLTA – Si tratta di una pronuncia particolarmente significativa che potrebbe segnare una svolta sotto il profilo della regolamentazione del gioco pubblico a livello locale, ma anche e soprattutto rispetto al conflitto più generale tra lo Stato e gli enti locali, definito: “Questione Territoriale”. In Piemonte, in effetti, gli addetti ai lavori e le organizzazioni sindacali erano recentemente scesi in piazza per chiedere alla Regione di intervenire rispetto alla legge regionale proprio in virtù dei vincoli e restrizioni che rendono impossibile operare alle aziende del territorio, generando problemi occupazionali. Una problematica che viene quindi confermata e resa ancor più evidente dalla pronuncia del Tribunale civile di Torino, che ne sottolinea l’incompatibilità con i principi costituzionali. Non solo. La stessa pronuncia rappresenta anche un ulteriore colpo inferto allo strumento amministrativo del cosiddetto “distanziometro”, che viene ritenuto non idoneo a regolamentare l’offerta di gioco, tanto più se viziato dall’errore tecnico che ne determina l’effetto espulsivo citato anche dal giudice torinese. Già nei giorni scorsi anche il Tribunale amministrativo di Bolzano aveva preso una decisione simile con la quale veniva sottolineata l’inidoneità del distanziometro per via degli effetti negativi rispetto alle attività imprenditoriali lecite.

PIEMONTE, TRIBUNALE TORINO BOCCIA IL DISTANZIOMETRO: LEGGE SULLE SLOT È INCOSTITUZIONALE
(JAMMA – 06/11/2018)
Sono cose che vado dicendo da mesi! Rimanendo inascoltato. Ora vediamo se i ‘soloni’ del diritto avranno l’umiltà di ammettere di aver sbagliato e di aver colpevolmente votato e sostenuto una legge inutile, sbagliata, dannosa e pure incostituzionale!” è il commento del consigliere regionale del Piemonte, Luca Cassiani (Pd) alla notizia pubblicata su La Stampa a firma Andrea Rossi che riporta l’ordinanza del tribunale di Torino secondo cui la legge della Regione sul gioco d’azzardo minaccia la libera impresa e pone un problema di costituzionalità sotto vari profili.
Presto la Corte Costituzionale sarà chiamata a pronunciarsi. Tutto nasce dal ricorso del titolare di un locale contro una ingiunzione da 32mila euro inflitta dal Comune di Torino come sanzione per il mancato rispetto della legge regionale sulla distanza delle slot machine dai luoghi sensibili, votata all’unanimità dal Consiglio regionale ed entrata in vigore quasi un anno fa.
La norma dichiara fuori legge tutte le apparecchiature installate a meno di 500 metri (che si riducono a 300 nei Comuni con meno di 5mila residenti) da una lunga serie di luoghi considerati sensibili: scuole, centri di formazione per giovani e adulti, luoghi di culto, impianti sportivi, ospedali, strutture socio-sanitarie o per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile e oratori, banche, compro oro, stazioni ferroviarie.
Troppi secondo le associazioni di categoria che raggruppano esercenti e aziende che installano slot, ma anche secondo il giudice della Terza sezione civile del Tribunale di Torino Raffaella Bianco, che ha sospeso l’ingiunzione ma soprattutto annunciato il ricorso alla Corte Costituzionale, di fatto accogliendo le obiezioni avanzate dall’avvocato Geronimo Cardia.
Il legale ha presentato una perizia da cui emerge che, applicando il distanziometro previsto dalla Regione, sul 99,3% del territorio urbano di Torino non è possibile installate macchinette da gioco. Il restante 0,7% non è utilizzabile: si tratta di spazi ridotti e frammentari che non consentono l’apertura di un locale. Ne consegue, scrive il giudice nella sua ordinanza, che “in pratica sul 100% del territorio non è possibile collocare apparecchi da gioco all’interno di attività aperte al pubblico”.
Secondo il giudice il Comune non ha contestato la perizia limitandosi a spiegare che la legge della Regione non richiede di mappare il territorio per misurarne gli effetti. Effetti che in città sono chiarissimi: “di fatto si è generato un sostanziale divieto di gestire macchinette da gioco, attività imprenditoriale consentita, sebbene da limitare e regolamentare a tutela di altri interessi costituzionali” si legge nell’ordinanza del tribunale. “Il bilanciamento degli interessi costituzionali in gioco pare aver portato nel caso di Torino ad una totale negazione della possibilità costituzionalmente garantita di gestire un’attività imprenditoriale lecita”.
Nel tempo le associazioni che raggruppano gli operatori del gioco lecito hanno scritto più volte al presidente Chiamparino e alla sindaca Appendino, assessori e consiglieri di Regione e Comune per elencare i danni che la legge avrebbe provocato al settore, paventando azioni legali per il risarcimento del danno. Per Luciano Rossi (AsTro Piemonte) “sarebbe ora che la Regione, finora sorda alle nostre istanze, si decidesse a ragionare con noi sugli effetti di una legge che sta uccidendo decine di attività”.

TORINO: IL TRIBUNALE CIVILE CHIAMA LA CONSULTA A ESPRIMERSI SUL DISTANZIOMETRO: “MINACCIA LA LIBERA IMPRESA”
(PRESSGIOCHI – 06/11/2018)
La Terza sezione civile del Tribunale di Torino ha sospeso una multa inflitta ad un esercente colpevole di non aver rispettato con le sue slot machine le distanze di 500 metri dai luoghi sensibili e ha annunciato il ricorso alla Corte Costituzionale accogliendo la perizia secondo la quale, applicando il distanziometro previsto dalla Regione ed entrato in vigore il 20 novembre 2017, sul 99,3% del territorio urbano di Torino non è possibile installare slot machine.
Per il Tar, la legge della Regione Piemonte sul gioco d’azzardo minaccia la libera impresa e pone un problema di costituzionalità sotto vari profili.
Secondo la perizia esaminata dal Tribunale civile di Torino, il restante 0,7% del territorio non sarebbe utilizzabile in quanto trattasi di spazi ridotti e frammentari che non consentono l’apertura di un locale. Ne consegue, secondo quanto scrive il giudice Raffaella Bianco nella sua ordinanza, che “in pratica sul 100% del territorio non è possibile collocare apparecchi da gioco all’interno di attività aperte al pubblico”.
“Di fatto – prosegue il giudice – si è generato un sostanziale divieto di gestire macchinette da gioco, attività imprenditoriale consentita, sebbene da limitare e regolamentare a tutela di altri interessi costituzionali”.
“Il bilanciamento degli interessi costituzionali in gioco pare aver portato nel caso del comune di Torino ad una totale negazione della possibilità costituzionalmente garantita di gestire un’attività imprenditoriale lecita”.