QUALCHE CONSIDERAZIONE SU DECRETO FISCALE E LEGGE DI BILANCIO

La conversione in legge del decreto fiscale, unitamente alla legge di bilancio 2020 che sarà approvata nelle prossime ore, sembrano voler proseguire l’opera di demolizione del gioco pubblico; ciò senza aver messo in campo gli strumenti necessari per combattere il gioco illegale che, di conseguenza, andrà sempre più espandendosi.
Gli interventi che vengono presentati come strumenti per contrastare il disturbo da gioco d’azzardo, in realtà si limitano ad incrementare la tassazione sul gioco, soprattutto su alcune tipologie di giochi.
E’ evidente che il disturbo o dipendenza da gioco d’azzardo non si contrasta aumentando le tasse al settore. Qualche mese fa è stato pubblicato uno studio dell’Osservatorio sui conti pubblici della Cattolica, diretto da Carlo Cottarelli, che dimostra, in modo chiaro ed inequivocabile, come l’aumento dell’imposizione fiscale non costituisca uno strumento di contrasto al gioco.
Perfino proposte utili, e quindi condivisibili, come quella del contingentamento degli esercizi o quella del Registro unico degli operatori del gioco pubblico, finiscono per diventare occasione per una ulteriore “spremuta”.
Ma c’è una domanda che dobbiamo porci: quanto potrà durare? A queste condizioni, quanto potrà ancora reggere il settore? Ed ancora: questo stato di cose quanto potrà influenzare le scelte di operatori, fino ad oggi nel settore legale, a fare scelte diverse pur di sopravvivere, ad imboccare la strada più semplice, più comoda e meno onerosa, del gioco illegale?
Si tratta di interrogativi ai quali dobbiamo trovare una risposta.
Innanzi tutto perché c’è la necessità di tutelare un settore economico, degli operatori che agiscono nella legalità, dei lavoratori che rischiano il posto di lavoro.
Ma anche perché, riconosciuta la necessità di affrontare in maniera adeguata e con tutta l’attenzione che merita il problema del contrasto e della prevenzione al DGA, non è accettabile la posizione di chi si preoccupa solo delle conseguenze del gioco legale su soggetti problematici o su soggetti a rischio, disinteressandosi delle ancora più gravi conseguenze prodotte dall’illegalità.
La risposta può arrivare soltanto dalla volontà delle forze politiche, a cominciare dal governo e dalla sua maggioranza, di avanzare una proposta complessiva di riordino di tutta la materia.
Una proposta da condividere con le Regioni e gli Enti Locali e da sottoporre alla valutazione ed al confronto con tutti gli operatori del settore. Non dimentichiamo che, proprio con le norme contenute nella legge di bilancio 2020, questi ultimi diventeranno praticamente tutti “concessionari dello Stato”.