RS 6 LUGLIO 2021

RICERCA LUISS-IPSOS SU GIOCO IN ITALIA, PETRUCCI (LUISS): “PER COMPARTO CRISI SENZA PRECEDENTI, SERVE VALIDA REGOLAMENTAZIONE CHE ABBANDONI STRUMENTI REPRESSIVI”
(JAMMA – 06/07/2021)
“Gli effetti negativi e le ripercussioni del Coronavirus sul settore del gioco legale, crollato a causa delle restrizioni in presenza e l’allarme per la crescita di quello sui canali illegali, rappresentano il punto di partenza del progetto nell’ambito dell’Osservatorio sui mercati regolati. La pandemia e le relative restrizioni hanno colpito non solo il sistema sanitario, ma anche molti settori produttivi del nostro tessuto economico. Senza precedenti è la crisi che sta attraversando il comparto del gioco legale, rivelatosi negli ultimi anni un asse portante delle finanze del nostro Paese (11,4 miliardi all’erario nel 2019 contro un gettito stimato di 6,7 miliardi di euro nel 2020, con una contrazione del 41%). Da una ricerca della Luiss Business School emerge come, in seguito della chiusura dei punti fisici, si è registrato un significativo crollo del gioco in presenza (-41%). Prima dell’emergenza economico-sanitaria l’industria del gioco legale, infatti, aveva un valore di spesa pari a 19,4 miliardi di euro (dati 2019) che nel 2020 si è ridotto di ben il 33%. Si osserva, parallelamente, un naturale incremento della fruizione online ma anche dei canali illegali”.
E’ quanto dichiarato dal Prof. Alberto Petrucci, Ordinario di Economia Politica, Luiss Guido Carli, nell’ambito della presentazione – ad opera della Luiss Business School e Ipsos – del primo rapporto di ricerca sul settore del gioco in Italia finalizzato a ricostruirne la filiera, comprenderne gli impatti economici e sociali e analizzare il comportamento del consumatore che, anche in conseguenza delle restrizioni legate al Covid-19, si è rivolto in alcuni casi ai canali illegali.
“Le aziende concessionarie dello Stato hanno registrato nel 2019 un fatturato aggregato di circa 8 miliardi di euro, ma è dall’analisi dell’intera filiera che emergono i dati più preoccupanti. Le imprese che supportano le attività delle aziende concessionarie – dalle software house alle realtà che producono hardware per gli apparecchi di gioco, dalla stampa delle schedine o degli instant win ai punti fisici sul territorio (come ad esempio bar, tabacchi e ricevitorie specializzate) – occupano circa 100mila persone, un dato messo fortemente a rischio in questo particolare momento. Sono queste le principali evidenze della ricerca della Luiss Business School che ha lo scopo di descrivere l’evoluzione di un settore essenziale dell’economia italiana, una realtà, dinamica e competitiva che investe in ricerca e innovazione (l’analisi mette in luce che il 63% delle imprese con oltre 10 addetti ha investito nelle tecnologie digitali, rispetto al 61% della media nazionale) e con una filiera rilevante in termini di fatturato e numero di occupati.
Il gioco pubblico tutelato, rispettoso della legalità, attraverso il quale il giocatore possa divertirsi mantenendo un rapporto equilibrato, è in grado di assicurare un miglioramento netto del benessere sociale. Per questo motivo esso non dovrebbe essere penalizzato, perchè risponde a una legittima domanda di divertimento da parte di una quota rilevante della popolazione. Rimane tuttavia centrale l’esigenza di una valida regolamentazione del settore giochi, in generale per combattere il gioco illegale e ridurne i relativi costi economici e sociali, senza penalizzare le attività legali. A tal fine, l’espansione delle opportunità legali di gioco può condurre a una diminuzione sostanziale del gioco illegale. Il contrasto alle attività di gioco illegali deve basarsi su una strategia multivariata, in grado di abbandonare gli strumenti repressivi, telematici, informativi e culturali, anche per favorire la riduzione del gioco illegale e inconsapevole”.

MINENNA (ADM): ‘NUOVA APP CONTRO IL GIOCO ILLEGALE, POI IL TESTO UNICO’
(GIOCONEWS – 06/07/2021)
Minenna (Adm): ‘I nostri dati a disposizione per distinguere liceità da illiceità e presenteremo una app per i luoghi di gioco legali’.
“L’analisi dei dati è fondamentale e sul gioco legale i dati ci sono, sono tracciati in maniera puntualissima nei nostri server. Per questa ragione subito dopo l’estate tramite una app daremo la possibilità di riscontrare la legalità del punto di gioco, se sarà connessa con la rete lecita. A monte è quindi possibile effettuare quell’attività regolamentare per effettuare attività di enforcement e in maniera assolutamente non casuale”, ha iniziato così il suo intervento dell’incontro di Roma di oggi, 6 luglio, “Il gioco in Italia, tra legalità e illegalità”, il primo Rapporto di ricerca del Progetto sul settore del Gioco legale confezionato dalla Luiss Business School e da Ipsos, il direttore generale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Marcello Minenna.
Per il direttore “i problemi sono tanti, non abbiamo solo l’osmosi tra gioco legale e illegale in una domanda inelastica. Esiste, però, anche l’illegalità vestita che si presenta sul territorio con un abito che appare legale ma non lo è. Marchi contraffatti, scontrini, bollette, siti web e il lockdown questo ha aumentato notevolmente i problemi. E in piena chiusura è stato riattivato il Copregi, Comitato per la prevenzione e la repressione dell’illegalità e della tutela dei minori e che coordina le forze di polizia sul territorio di concerto con le nostre sedi distaccate e gli enti locali. Siamo intervenuti in 80 comuni chiudendo 250 sale illegali elevando sanzioni per milioni di euro. C’era confusione su chiusure e aperture e questi punti hanno operato in questa area grigia”.
Per il direttore Adm, però, il problema rimane sempre uno, quello principale dal quale non si può prescindere: “L’amministrazione è regolata da 800 norme di cui solo 150 sono nel settore del gioco, non ci possiamo ritrovare su questa situazione. Serve assolutamente un testo unico del gioco e continuiamo a confrontarci settimanalmente con gli stakeholders tramite gli open hearing proprio per avere un contatto diretto da fare”.
E il finale deciso: “Non ci sono valutazioni etiche da fare, se chiudiamo il gioco legale diamo spazio al gioco illegale come sostiene da sempre il procuratore antimafia Cafiero de Raho, ed è questa la realtà”. Confermando, però, la necessità sempre più urgente di arrivare alla definizione di un Testo Unico sul gioco che possa armonizzare la normativa del gioco e supportare la definizione di una moderna attività di regolazione del comparto.

INTERVISTA DI FABIO FELICI A CAFIERO DE RAHO (PROCURATORE NAZIONALE ANTIMAFIA): “CHIUDENDO LE SALE DA GIOCO LEGALI SI SONO APERTE LE PORTE AL GIOCO ILLEGALE GESTITO DALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA”
(AGIMEG – 06/07/2021)
Anche sotto i due lockdown “Il gioco ha proseguito a essere praticato, ma con le sale gioco chiuse si sono aperte le porte al gioco illegale gestito dalla criminalità. Bisogna sottolineare che la criminalità opera anche dove le sale da gioco legali sono aperte, c’è una coesistenza di legale e illegale. Oggi, per contrastare l’illegale occorre prima di tutto monitorare l’online, è il settore su cui la criminalità organizzata investe maggiormente” lo ha detto a Fabio Felici direttore di Agimeg, Federico Cafiero De Raho, Procuratore Nazionale Antimafia, a margine della presentazione del report “Il gioco in Italia, tra legalità e illegalità”, che si è tenuta alla Luiss. E sul fatto che la normativa italiana possa essere anche troppo stringente: “Credo che il problema normativo sia quello di concentrare in un testo unico la disciplina, per fare in modo che la regolamentazione sia chiara e applicabile a tutti senza difficoltà. La regola è il primo strumento per proteggere gli operatori economici sani, solo in questo modo si può proteggere la concorrenza e assicurare la tutela dei giocatori” ha detto ancora De Raho. “Occorrono più controlli, non solo sui sistemi di connessione, ma anche sul territorio per verificare chi sono i giocatori nelle sale e cosa succede all’esterno dei locali. In questo modo si possono accertare fenomeni del doppio binario – sale legali che operano anche attraverso canali di raccolta illegali – e di usura”.

GIOCHI & FISCO: TRA GENNAIO E MAGGIO DAI GIOCHI 4,4 MLD
(PRESSGIOCHI – 05/07/2021)
Nel periodo gennaio-maggio 2021, le entrate tributarie erariali accertate in base al criterio della competenza giuridica ammontano a 169.667 milioni di euro, con un aumento di 19.936 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+13,3%). Le imposte dirette si attestano a 90.772 milioni di euro (+6.674 milioni di euro, pari a +7,9%) e le imposte indirette risultano pari a 78.895 milioni di euro (+13.262 milioni di euro, pari a +20,2%).
Le entrate totali relative ai giochi, che includono varie imposte classificate come entrate erariali sia dirette che indirette, sono risultate pari a 4.453 milioni di euro (+615 milioni di euro, pari a +16,0%); considerando solo le imposte indirette, il gettito delle attività da gioco (lotto, lotterie e delle altre attività di gioco) è di 4.217 milioni di euro (+559 milioni di euro, pari a +15,3%).
Gennaio – maggio 2021 – Le entrate degli apparecchi da gioco tra gennaio e maggio sono pari a 368 mln di euro (-75,5%) rispetto a gennaio-maggio 2021 per 1,1 miliardi di minori entrate. Invece, le entrate dei proventi derivanti dal gioco del Lotto (al lordo delle vincite) registrano un segno positivo del + 82,4% con 3.551 mln entrate al fisco rispetto ai 1.947 del 2020. I proventi, sempre analizzando i flussi per competenza, derivanti dalle altre attività di gioco sono pari a 103 mln (+30,4%).
Il solo mese di maggio – Analizzando per competenza, i soli dati del mese di maggio 2021, possiamo vedere che le entrate degli apparecchi da gioco sono pari a 79 mln con una perdita del 43,2% su maggio 2020 quando il Tesoro incassava 139 mln.
Le entrate dei proventi derivanti dal gioco del Lotto (al lordo delle vincite) registrano un segno positivo con 724 mln +137,4% rispetto al 2020. I proventi, infine, derivanti dalle altre attività di gioco sono pari a 21 mln (+950%).