FONDO GAP 2018-2019: ALLE REGIONI 100 MILIONI DI EURO

All’ordine del giorno della Conferenza Stato Regioni di giovedì 18 scorso, tra gli altri argomenti, figurava anche il Parere, ai sensi dell’articolo 1, comma 946, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, sullo schema di decreto del Ministro della salute di riparto del Fondo per il gioco d’azzardo patologico. Anni 2018 e 2019.

La somma totale del Fondo a disposizione delle regioni, per il biennio, ammonta a 100 milioni di euro: 50 relativi al 2018 e 50 per il 2019 (in fondo a questo articolo è possibile consultare il piano di riparto tra le singole regioni).

La Conferenza ha espresso parere favorevole. Il Presidente, Stefano Bonaccini, ha affermato: “E’ un passaggio importante che ha visto le Regioni protagoniste nel trovare tutti gli strumenti operativi per contrastare l’abuso del gioco. Ora con questo riparto tra le Regioni di 100 milioni sarà possibile garantire meglio, per gli anni 2018-2019, quelle prestazioni di prevenzione e riabilitazione indispensabili per curare i soggetti coinvolti patologicamente dal fenomeno del gioco che colpisce, in particolare, gli strati sociali e le persone più deboli”.

Il Presidente Bonaccini afferma che le regioni sono state protagoniste nel “trovare gli strumenti per contrastare l’abuso del gioco”, forse avrebbe dovuto dire nel “cercare gli strumenti”, perché sul fatto che abbiano trovato adeguati strumenti “per contrastare l’abuso del gioco” sorgono molti dubbi.

Sicuramente l’assenza di una chiara e adeguata normativa nazionale ha indotto le singole regioni a ricercare soluzioni che affrontassero il problema di una eccessiva offerta di gioco.

Ma gli strumenti introdotti da molte regioni sono stati solo strumenti parziali, che hanno colpito alcuni settori del gioco, con il risultato – nella migliore delle ipotesi – di orientare i giocatori verso altri settori. Più in generale, anziché affrontare il problema del gioco, hanno rischiato di espellere quello legale a tutto vantaggio di quello illegale.

Eppure tutta una serie di soluzioni erano state ipotizzate, nel settembre dello scorso anno, con l’approvazione in Conferenza Unificata di un importante documento che, purtroppo, non ha trovato poi attuazione.

Perché ci si è fermati, perché il contenuto dell’accordo non è stato trasformato in disposizioni di legge?

Ci sono stati ritardi ed indecisioni da parte del Governo, certo non facilitato, in quella occasione, dalle fughe in avanti di qualche Regione. Penso ad esempio alla regione Piemonte dove oggi, anche alla luce di un esame dei risultati delle decisioni prese a suo tempo, si è finalmente aperta una riflessione sugli effetti di quelle decisioni.

Dunque si fa sempre più stringente la necessità di una normativa nazionale; alcune proposte di legge ci sono già, si tratta di passare dalle parole ai fatti.

Nel frattempo alle regioni, che hanno già predisposto i Piani regionali, arrivano importanti risorse per affrontare il problema del gioco d’azzardo patologico.

Sarà indispensabile monitorare l’utilizzo di questi fondi; in questo un ruolo fondamentale spetta agli organismi (Osservatorio, Commissione, Tavolo.   tecnico ecc.), istituiti presso ogni singola regione.

Qualsiasi spreco di risorse pubbliche è sempre da condannare, ma sarebbe veramente inammissibile se fossero sprecati questi fondi che provengono dal ministero della Salute, ciò soprattutto in considerazione della situazione in cui versa – soprattutto in alcune regioni – la sanità (tempi di attesa al pronto soccorso, mancanza di posti letto, liste di attesa per prestazioni diagnostiche ecc.).