RS 26 FEBBRAIO 2021

PEDRIZZI (GIÀ PRES. COMMISSIONE FINANZE SENATO): “LOCKDOWN GIOCHI HA SPOSTATO I GIOCATORI NEL MERCATO ILLEGALE”
(AGIMEG – 26/02/2021)
“In un momento particolarmente sensibile per il settore del gioco, un plauso a questa iniziativa di sederci attorno a un tavolo per effettuare riflessioni e offrire degli spunti. Un plauso inoltre alla Guardia di Finanza che ci consente di offrire dati estremamente aggiornati. Offriremo una casistica dettagliata dei reati che vengono perpetrati in questo settore e come vengono effettuati”. Lo ha detto Riccardo Pedrizzi – giornalista, scrittore e Presidente Commissione Finanze e Tesoro del Senato dal 2001 al 2006 – aprendo il webinar “In nome della Legalità. Senza regole non c’è gioco sicuro: la chiusura del gioco legale come grossa opportunità per il gioco illegale” organizzato da Codere. “Siamo all’ultima spiaggia, se continueremo a lavorare seguendo queste modalità, mettiamo a rischio 150mila lavoratori. Il settore è composto da una miriade di piccole imprese, ma anche grandi società che – essendo quotate in borsa – risentono di questo clima di grande incertezza” Pedrizzi ha quindi ricordato che nel 2020 il gettito dei giochi è calato di circa 5 miliardi, nonostante l’aumento del gioco online “la maggior parte dei giocatori si è rivolta al gioco illegale. La criminalità opera in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, come emerge dalle operazioni All In, Dirty Slot, Mercato, Cristallo, Revolution Bet, Galassia. Non esistono isole felici, la criminalità organizzata opera ovunque in questo settore. Inoltre, più si chiude, più crescono i reati”.

IN NOME DELLA LEGALITÀ. RAZZANTE (A.I.R.A.): “NON SI PUÒ DIRE CHE IL SETTORE DEI GIOCHI È UN SETTORE DI CORROTTI”
(PRESSGIOCHI – 26/02/2021)
Durante il convegno in streaming online “In nome della Legalità” è intervenuto Ranieri Razzante, Docente di “Intermediazione finanziaria e Legislazione antiriciclaggio” nell’Università di Bologna e Presidente A.I.R.A. Associazione Italiana Responsabili Antiriciclaggio, che ha spiegato:
“A me piace parlare con quello che vedo e con quello che studio. Spesso si parla di riciclaggio che privilegia il settore dei giochi come se avvenisse solo in questo comparto, andando a guardare l’Autorità Anti riciclaggio, nel 2019 ci sono state 12847 segnalazioni, il 50% effettuate dal reparto dei giochi, la stessa nel 2020 con 10536, di cui il 50% viene dal comparto giochi, quindi il settore è uno dei più attivi nelle segnalazioni. Noi abbiamo un freeriding di regole non regole nel mercato in Europa per le nostre imprese così severe che sfido chiunque a dire il contrario, anche se un grave problema è la mancanza di una normativa unica per il settore del gioco. Le segnalazioni riguardano in maggior parte l’online, ma lo spostamento era già fisiologico prima della pandemia e quindi chi afferma che non si è attenti sbaglia due volte perché le infiltrazioni sono contrastate dalla nostra efficiente Direzione Nazionale Antimafia e anche grazie alla collaborazione con il settore. Le infiltrazioni della criminalità organizzata avvengono nella rete, alla fonte, molte operazioni vengono effettuate nel settore, ma non contro l’Amministratore delegato della “big” di turno.
Secondo quale regola giuridica si decide da parte del sistema bancario di aprire o chiudere conti a società del comparto? Vi dico da dove viene. Abbiamo cercato di far capire alle banche che continuano a leggere una norma, in maniera errata, sulla verifica che devono fare sui clienti. L’ equivoco viene da un’informazione sbagliata della pag. 33 delle istruzioni: la Banca d’Italia nel fornire indicatori di rischio elevato al punto 6 dice che le banche devono stare attente alle attività che prevedono un ingente utilizzo di contanti (settore dell’oro, cambio valuta, settore del gioco ecc…), ma non è una certezza bensì un fattore di rischio. I dati che abbiamo in possesso non ci permettono di dire che il settore dei giochi è un settore di corrotti e che quindi questi 150mila lavoratori sono fiancheggiatori della criminalità”.

FAGGIANI (ANCI): ‘CODICE DI GIOCO UNICO E PIÙ RISORSE AGLI ENTI LOCALI’
(GIOCONEWS – 26/02/2021)
Domenico Faggiani, responsabile del coordinamento nazionale sul gioco pubblico dell’Anci, è intervenuto nell’incontro ‘In Nome della legalità, senza regole non c’è gioco sicuro’.
“L’obiettivo è quello di mettere mano al riordino del settore per arrivare alla definizione di un testo unico del gioco che sia largamente condiviso, una cornice nazionale all’interno della quale andranno collocate le leggi regionali e i regolamenti comunali. Anche in Europa servirebbe un’armonizzazione delle norme. Anci c’è, però, e chiede maggiori risorse per aumentare i controlli e formare il personale per combattere l’illegalità che durante il Covid-19 ha registrato una crescita esponenziale”. E’ l’analisi di Domenico Faggiani, responsabile Coordinamento nazionale problematiche del gioco pubblico Anci, responsabile per le problematiche del gioco pubblico e il contrasto alle ludopatie Ali Lazio, componente Osservatorio Gap Regione Lazio, intervenuto nell’incontro in streaming “In nome della legalità – Senza regole non c’è gioco sicuro” in programma venerdì 26 febbraio alle ore 11 sulla piattaforma Zoom e organizzato dal concessionario Codere.
L’analisi di Faggiani parte dai danni che la pandemia sta causando nel nostro Paese: “Il Covid-19 sta provocando gravi conseguenze sociali ed economiche, quante attività, comprese quelle del gioco, sono in grandissima crisi? Il rischio segnalato da più parti, anche dal ministero dell’Interno che ha presentato i dati della Dia del primo semestre 2020, è che la criminalità potrebbe fagocitare le attività legali per reinvestire capitali illeciti. E l’attenzione massima sul gioco illegale visti i tantissimi interventi delle forze dell’ordine e di Adm sulle attività senza licenza che crediamo siano solo la punta dell’iceberg. Se il legale è fermo quello illegale occupa sempre più spazio. Stiamo avviando la marcia giusta per uscire dal Covid-19 tra vaccini, comportamenti e unità delle forze politiche. Draghi ha giustamente detto che quando riaccenderemo la luce non è detto che sarà tutto come prima”.
Quali le priorità per il mondo del gioco? “Sarebbe necessario riprendere in mano il riordino del settore – spiega Faggiani – credo che anche le forze politiche non abbiano più dubbi su questo. Era previsto dal decreto Dignità che, entro sei mesi, il Governo avrebbe provveduto al riordino. Poi diverse note di aggiornamento al Def prevedevano la stessa cosa. C’è la consapevolezza ma ancora non si è proceduto. E il problema è serio. Alcune concessioni sono scadute, altre stanno scadendo ed è necessario un codice del gioco in cui ci sia tutto e in cui riordinare, ridurre e razionalizzare tutta l’offerta di gioco. Sarebbe utile anche fare formazione a forze dell’ordine e personale di gioco ma oggi è solo previsto da qualche legge regionale. E auspichiamo anche l’utilizzo di tutte le possibilità offerte dalla tecnologia come la sostituzione delle Awp con macchine in grado di comunicare con Sogei e Adm e fare prevenzione e controllo maggiore attraverso lo scambio dei dati”.
Ma secondo Domenico Faggiani, ci sono anche altre azioni da mettere in campo: “Bisogna incrementare le risorse per i servizi socio sanitari. I soldi ci sono già nel gioco per curare le dipendenze. Tuttavia anche in questo caso gli interventi vanno calibrati perché il soggetto che ha disturbo di gioco presenta spesso comorbilità, non è solo l’azzardo il suo problema. Inoltre servirebbe anche un inasprimento delle sanzioni sull’illegalità e un intervento a livello europeo per armonizzazione delle norme”.
A livello locale cosa servirebbe? “E’ necessario il coinvolgimento pieno degli enti locali. Come Anci abbiamo creato il coordinamento dall’inizio del 2019 e abbiamo varato una serie di iniziative rivolte a sindaci, amministratori comunali, forze di polizia locale. Il tutto di concerto con Adm e Sogei. Abbiamo anche presentato Smart, uno strumento di conoscenza per monitorare tutti gli aspetti del gioco e permettere così di intervenire al meglio”.
Il Covid-19 ha danneggiato anche il coordinamento Anci: “Stavamo programmando molte iniziative ma il virus ci ha fermato – spiega Faggiani – ma vogliamo avviare un confronto per il riordino e per il contrasto all’illegalità. Noi ci siamo. Sarà fondamentale formare la nostra polizia locale che c’è sempre visto che, non in tutti i comuni ci sono Polizia, Guardia di Finanza e forse neanche la caserma dei Carabinieri. Gli organici e la formazione, però, devono essere adeguati. Servono maggiori risorse nei comuni. Se l’illegalità raccoglie 8-10 miliardi di euro ogni anno e la cifra è in aumento durante la pandemia, un contrasto efficace produrrebbe un recupero dell’enorme sommerso”, ha concluso il rappresentante Anci.

“IN NOME DELLA LEGALITÀ”. BARETTA (EX SOTTOSEGRETARIO MEF): “RIORGANIZZAZIONE SETTORE GIOCHI ENTRO IL 2022. IL COMPARTO DEVE RIPENSARE ANCHE LA SUA RAPPRESENTANZA”
(JAMMA – 26/02/2021)
“Nel NADEF, il documento del Mef dello scorso anno è scritto in modo chiaro che serve un intervento di riordino del settore dei giochi. Trovo che non si possa non farlo se si considera che ci sono bandi di gara da rispettare. Una scadenza massima complessiva che io prevedo è quella del 2022, perché nel 2023 la legislatura scade. Non possiamo andare oltre”.
Lo ha dichiarato il Dott. Pierpaolo Baretta – Sindacalista, Politico e Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze nei Governi Conte II, Letta, Renzi e Gentiloni, nel suo intervento all’evento “Nel nome della legalità”, organizzato da Codere Italia.
“L’intesa Stato/Regioni è stato un risultato difficile da ottenere, ma da lì dobbiamo ripartire. In quale direzione andiamo? Penso che una prima cosa è una riflessione sulla qualità e quantità dell’offerta. Anche gli operatori ritengono che si debba pensare ad una rimodulazione dell’offerta, anche attraverso l’utilizzo della tecnologia. L’organizzazione architettonica deve avvenire in una dimensione di normalità, anche attraverso una organizzazione territoriale. In Italia abbiamo 4 casinò e poi molte sale giochi. In questo c’è un punto delicato che andrà affrontato: quanto del gioco deve andare nei punti generalisti e quanto in quelli specializzati.
Poi deve esserci una nuova attenzione all’online, che registra una crescita esponenziale. Non è ancora in termini di sostituzione, ma questo non toglie che debba essere attenzionato. Poi una nuova attenzione anche al problema della crescita del fenomeno della ludopatia, verso il quale anche gli operatori sono sempre più interessati. Quello degli istituti bancari e i rapporti con le imprese di settore è ad oggi un grosso problema. Si basa spesso su di un errore di valutazione. E’ molto singolare che negando il credito al settore pubblico si metta in discussione il ruolo dello Stato in questo tipo di attività.
Il settore ha poi un problema di rappresentanza, forse ci sono troppi concessionari. Se chi è preposto alla rappresentanza non è in grado di rinnovarsi, ha a che fare con qualcun altro che si propone come alternativa. Il mio invito è quello di tenere anche molto presente la questione di una riorganizzazione della rappresentanza”, conclude Baretta.

ZEGA (CODERE ITALIA): “PER LA RIPARTENZA DELLE ATTIVITÀ DI GIOCO È NECESSARIA UNA PROROGA SCADENZE DEGLI ONERI FISCALI E DIMINUZIONE DELLE ALIQUOTE DI IMPOSTA”
(AGIMEG – 26/02/2021)
“L’obiettivo di questi incontri è quello di trovare soluzioni condivise e sconfiggere il pregiudizio che questo settore vive. Da tempo, noi di Codere portiamo avanti tali iniziative e anche durante l’ultimo anno abbiamo cercato di fare del nostro meglio per proporre soluzioni in caso di combattere le attività illegali. Il settore del gioco è svolto su concessione dello Stato e deve combattere oltre la concorrenza anche coloro che operano nell’illegalità. A mio avviso colui che soffre maggiormente questo fenomeno è proprio lo Stato. Con il lockdown tutto ciò si è accentuato come dimostrano anche il calo del gettito erariale che in parte è sicuramente dovuto all’incremento dell’illegalità”. E’ quanto ha affermato Direttore Amministrazione, Finanza e Affari Istituzionali Codere Italia, Marco Zega, durante il webinar “In nome della Legalità. Senza regole non c’è gioco sicuro: la chiusura del gioco legale come grossa opportunità per il gioco illegale” organizzato da Codere. Credo che le nostre attività possano riaprire e convivere con il virus in virtù dei rigidi protocolli che sono stati già adottati. Inoltre dopo oltre 200 giorni di chiusura, se lo Stato vuole evitare il collasso di un intero settore economico deve aiutare finanziariamente le attività di gioco. Innanzitutto, a tal proposito, dovranno essere prorogate le scadenze degli oneri fiscali così da rendere possibile – con la ripartenza dell’attività – il pagamento delle imposte. Per quanto riguarda i ristori penso che debbano essere aumentati almeno per far coprire i costi fissi. L’auspicio per il breve termine è che vengano diminuite le aliquote di imposta per consentire alle attività del gioco pubblico una ripresa economica”.