RS 28 APRILE 2021

GIOCHI, MINENNA (ADM): “LOCKDOWN HA CONSENTITO DI CONOSCERE MEGLIO DIMENSIONI DELL’ILLEGALE. IMPROCASTINABILE STESURA TESTO UNICO”
(JAMMA – 28/04/2021)
Avanti con il “principale obiettivo” di “completare il processo di digitalizzazione già avviato nell’Agenzia, per renderla sempre più efficiente in termini di servizi e prestazioni, sia nell’ambito dei sistemi antifrode che nello smaltire le pratiche di sdoganamento”. Lo dice, all’Adnkronos, il direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Marcello Minenna, a pochi giorni dalla sua riconferma alla guida dell’ente pubblico, arrivata dopo poco più di un anno dal primo incarico. Incarico che, dice ancora, “è motivo di grande orgoglio” perché gli ha permesso di guidare l’Agenzia “in una fase complessa come quella segnata dall’emergenza sanitaria”.
“Ringrazio – dice – tutto il personale, colleghe e colleghi che hanno affrontato questa fase così delicata con grande spirito di servizio per il Paese. Molte sfide sono state affrontate e vinte, come dimostrano i risultati ottenuti sul fronte della velocizzazione dei processi di sdoganamento, di vitale importanza proprio nella fase iniziale e più acuta del Covid-19″ o come testimoniano, aggiunge Minenna, “l’attività legata ai porti” o “le nuove misure di controllo adottate nell’ambito dell’antifrode, fondamentali per gestire la fase Brexit, rendendo più agevole il transito delle merci e più attrattiva l’intera filiera della logistica italiana. La pandemia, inoltre, ci ha spinto a fare uno sforzo in più a favore del Made in Italy”.
Quanto al piano di riorganizzazione e digitalizzazione di Adm, “in questa direzione va anche la scelta compiuta pochi giorni fa di applicare, per primi tra le Pubbliche amministrazioni, il cosiddetto ‘sblocca concorsi’, per lo svolgimento dell’atteso reclutamento di 2.500 posti di lavoro per il quale sono pervenute – annuncia Minenna – circa 160mila domande“.
“Il lockdown ci ha consentito di comprendere meglio le dimensioni del gioco illegale” che nel 2019 risultava, secondo le stime del procuratore antimafia De Raho, “in circa 20 miliardi. In un Paese come l’Italia, con una regolamentazione stringente e un’autorità sul gioco, questo è inaccettabile“. Attraverso il Comitato per il contrasto al gioco illegale (Copregi), ricorda Minenna, gli interventi in “oltre 50 province” ha permesso di individuare “200 sale con gioco illegale e irrogando sanzioni per quasi un milione di euro. È l’unico modo per dare un segnale di ripristino delle regole. Mettiamo così le basi per un riordino del settore, che dopo diversi lustri richiede ormai un intervento di modernizzazione”, spiega ancora Minenna.
Inoltre, con le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria e la conseguente chiusura delle sale da gioco pubbliche, spiega il direttore generale dell’Adm, sono state evidenziate “la presenza di infiltrazioni mafiose ma anche e soprattutto le difficoltà di una filiera produttiva che mantiene famiglie e imprese“. Per questo, dice ancora, “credo che mai come ora sia improcrastinabile la necessità di riscrivere in un testo unico le regole dei giochi, includendo anche che una parte delle entrate possano andare a Regioni e Comuni per dotarsi, ad esempio, degli strumenti necessari per la cura delle ludopatie”. E non solo, aggiunge Minenna, perché “bisogna agire con maggiore forza anche sul fronte delle sanzioni al gioco illegale e all’evasione da imposte da gioco”.

PASCUAL (CODERE ITALIA): “PANDEMIA HA RESO EVIDENTE CHE IL GIOCO PUBBLICO È IL SOLO ARGINE ALL’ILLEGALITÀ. IL SETTORE HA BISOGNO DI CERTEZZE E ATTENDE UN RIORDINO DAL 2014”
(AGIMEG – 28/04/2021)
“L’Italia continua ad essere un mercato estremamente interessante per Codere. Inutile nascondere le difficoltà incontrate in questi anni e dovute soprattutto all’incertezza normativa, ai costanti aumenti di tassazione e alla instabilità politica. Tutto ciò ha portato la politica a trascurare le reali problematiche del settore per inseguire temi più spendibili di fronte all’opinione pubblica e che avrebbero portato maggiori consensi”. Così, in un’intervista all’Adnkronos, Alejandro Pascual, regional manager Europe e coo di Codere Italia. “La scorsa settimana – ricorda – abbiamo annunciato un accordo di ristrutturazione finanziaria che consentirà di coprire il fabbisogno di liquidità necessario per la sostenibilità dell’azienda fino alle prossime riaperture, quando ripartirà la generazione di cassa e potremo riguadagnare una relativa normalità. La ristrutturazione dovrebbe vedere la sua conclusione nel quarto trimestre del 2021. Siamo pronti – sottolinea – ad affrontare le sfide che arriveranno con la consueta energia e siamo certi che l’Italia continuerà a darci le giuste soddisfazioni. Abbiamo lavorato a lungo per definire un percorso di responsabilità che sia completo e applicabile. Siamo partiti ovviamente dal nostro core business, il gioco, per allargare poi l’applicazione ad altri temi quali uguaglianza, inclusione, integrazione con particolare focus sugli aspetti legati al rispetto dell’ambiente. Sul tema del gioco responsabile – spiega – abbiamo spesso anticipato i desiderata dei decisori implementando, sia a livello di informazione che a livello di formazione, gli strumenti per ottenere ambienti di gioco all’insegna della responsabilità e operatori di sala in grado di essere le prime sentinelle per eventuali comportamenti non responsabili. Anche rispetto alla pandemia – sottolinea – ci siamo adoperati per definire un protocollo che avesse al suo interno misure per il contrasto e il contenimento del virus molto stringenti al fine di tutelare sia i clienti che i dipendenti. Un’azienda che vuole avere un futuro deve concentrare le sue attività non solo sul profitto ma anche su valori nei quali, sia i clienti e che i dipendenti, possano riconoscersi. La pandemia con le sue chiusure ha reso evidente, come se ce ne fosse stato ancora bisogno, che il gioco pubblico è il solo argine all’illegalità figlia della criminalità organizzata. Su questo tema – precisa – si sono espressi più volte il direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Marcello Minenna, di cui saluto con favore la conferma, il procuratore antimafia, Federico Cafiero De Raho, e altri autorevoli esponenti delle istituzioni. Mi aggiungo solo al coro di voci. Intanto – avverte Pascual – in attesa di poter finalmente riaprire, mi auguro che, per evitare il collasso definitivo del settore, si intervenga velocemente sul riordino e, in attesa di questo, sui canoni delle proroghe onerose di bingo e scommesse e sui versamenti del prelievo erariale unico, e si tenga altresì conto della drammatica situazione finanziaria in cui versano le aziende per rinviare almeno di 36 mesi le gare del bingo, delle scommesse e degli apparecchi da intrattenimento. Il settore ha bisogno di certezze e di stabilità. Aspettiamo la finalizzazione del ‘riordino’ dal 2014. L’onorevole Baretta, negli ultimi due suoi mandati come sottosegretario al Mef con delega ai giochi, ha portato avanti un importante lavoro – ricorda – che non può essere interrotto ora, in un momento in cui l’urgenza è diventata emergenza. Spero che in questo clima di collaborazione all’interno del nuovo governo non si trascuri un argomento così importante per tante aziende e per tanti lavoratori. Confido – sottolinea – che il nuovo sottosegretario con delega ai giochi, Claudio Durigon, si faccia portatore delle istanze e delle esigenze del settore. Già prima della pandemia abbiamo spiegato che senza un riordino, che intervenga sulle normative locali, sarebbe stato impossibile esperire le gare. L’incertezza legata alle normative territoriali e la conseguente mancanza di garanzie sulla spendibilità delle concessioni erano già motivazioni importanti per riflettere sul tema. Lo stesso Consiglio di Stato – chiarisce – è già intervenuto su questo argomento sancendo l’impraticabilità dei bandi predisposti dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli. In questo momento, poi, immaginare investimenti da parte di un settore allo stremo sembra veramente impossibile. I problemi sono chiari ed evidenti e la stessa Agenzia ne è consapevole. Lo scenario più verosimile potrebbe vedere una proroga, inizialmente gratuita per consentire agli operatori di tornare a respirare e a rimettere le aziende in condizione di operare, e solo successivamente onerosa, dove però l’onerosità dovrà essere misurata e non decisa sulla base delle necessità di cassa dello Stato. Solo così il gioco legale potrà continuare a costituire l’argine dell’illegalità e a garantire gettito erariale. La pandemia ha certamente impattato su tutti i settori con effetti in termini occupazionali e finanziari, ma ha avuto conseguenze altrettanto devastanti sulle persone da un punto di vista della socializzazione e psicologiche. E tutti questi aspetti sono da tenere in eguale considerazione. Per quanto riguarda il gioco legale, in un anno, 300 giorni di chiusura hanno prosciugato le riserve economiche, peraltro già scarse, delle aziende e la mancanza di supporti da parte del governo sembrerebbe avere già costretto molti a rinunciare definitivamente alle attività. Le chiusure degli esercizi di gioco legale hanno generato una profonda crisi occupazionale: i ristori sono stati insufficienti e quando sono arrivati lo hanno fatto in ritardo. L’incertezza – spiega – rispetto ai tempi di riapertura delle sale, anche a valle dell’ultimo decreto che ha indicato date certe per le riaperture della maggior parte delle categorie meno che per il gioco legale, sta alimentando un meccanismo di sfiducia generale in coloro che vivono grazie al gioco pubblico. Partiamo da una situazione già molto critica in cui il settore è stato demonizzato dalla politica e dalla stampa di fronte all’opinione pubblica. Questo – avverte – ha innescato un processo di discredito progressivo che ha portato a considerare il settore non solo come ‘non essenziale’ facendo dimenticare che per 150.000 famiglie, che vivono di gioco pubblico, portare a casa lo stipendio è sicuramente essenziale, ma addirittura qualcuno ha salutato con favore la devastazione di un comparto che garantisce l’1% del pil italiano”.

LAZIO. LAVORATORI GIOCO A ZINGARETTI: ‘SE CI MANDI A CASA MAFIE RINGRAZIANO’
(PRESSGIOCHI – 28/04/2021)
Sarà aperto dallo striscione ‘Zingaretti se ci mandi a casa le mafie ringraziano’ la manifestazione “NON LASCIATE IL LAZIO ALLE MAFIE” a cui parteciperanno i lavoratori, le imprese e le associazioni del gioco pubblico e che si terrà sotto la sede della Giunta Regionale giovedì 29 aprile a partire dalle 15.
“Sono moltissime le adesioni che abbiamo già ricevuto in questi giorni e decine le associazioni che si uniranno a noi a Piazza Oderico da Pordenone in quella che sarà una grande manifestazione pacifica ma determinata” è quanto dichiarano i ‘Lavoratori del gioco pubblico’ e le ‘Donne in gioco’, organizzatori dell’appuntamento.
“Vogliamo che la Giunta Zingaretti e che ogni Consigliere regionale si assuma la propria responsabilità di fronte a questi numeri:
90 i clan della malavita che stanno occupando le città e i quartieri della Regione Lazio con il gioco d’azzardo illegale in locali e bische clandestine da quando siamo chiusi;
2 miliardi di euro il fatturato illegale nelle mani della criminalità organizzata che andranno a finanziare ulteriori attività illegali, come l’usura e la compravendita di immobili;
5.000 lavoratori già in grave sofferenza a causa del Covid e che verranno espulsi dal mercato per la legge regionale che introduce il distanziamento dai ‘luoghi sensibili’.
Sono numeri di una apocalisse che si sta abbattendo sul Lazio e l’istituzione regionale di fronte a questo scenario non può restare indifferente. Confidiamo già da domani in un segnale di buonsenso da parte di tutti, di tutte le forze politiche ma in primo luogo del Presidente della nostra Regione” concludono gli organizzatori.

CHIACCHIO (AGSI): ‘RIAPERTURA GIOCO, STABILIRE IL COME E IL QUANDO’
(GIOCONEWS – 28/04/2021)
Tanti i temi toccati nel corso di vari incontri con i politici nazionali, ma Chiacchio (Agsi) sottolinea che oltre alla data serve individuare ‘come’ si procederà alla riapertura del gioco.
“Apertura di linee di credito, moratoria per le leggi regionali, riduzione del Preu e dell’imposta unica e proroga delle concessioni”. Sono alcuni dei temi toccati da Pasquale Chiacchio, presidente dell’Associazione gestori scommesse Italia nei giorni scorsi, nel corso di alcuni incontri con esponenti della politica nazionale. Incontri che, come sottolinea Chiacchio in un lungo post pubblicato su Facebook, hanno l’obiettivo di sensibilizzare i rappresentanti del Parlamento e del Governo nei confronti del settore gioco legale.
I colloqui virano su discorsi specifici in base all’ambito di competenza di ogni interlocutore, così con Paolo Russo (deputato Forza Italia) e consigliere politico del ministro per il Sud Mara Carfagna, come spiega Chiacchio, “abbiamo convenuto che la priorità delle piccole e medie imprese operative del territorio nazionale, in rappresentanza di tutti i comparti del gioco pubblico legale, è la riapertura delle attività”, ma anche che “il Governo deve impegnarsi affinché ci sia data una risposta sui tempi certi e le modalità. Siamo per sostenere la riapertura in sicurezza di tutte le attività che sostengono l’economia italiana e tra queste ci sono anche le i negozi di gioco, i noleggiatori di slot machine, i punti di gioco sportivo e ippico, le sale scommesse, bingo e slot/vlt. Non posso in alcun modo negare che ci sono stati dati segnali positivi a riguardo”. Russo ha garantito a Agsi il massimo sostegno “per far sì che il Governo prenda in debita considerazione ogni proposta – riporta Chiacchio – e si attivi per favorire in un prossimo decreto, una data programmata per le riaperture”.
Sulla stessa lunghezza d’onda gli altri due incontri. Con il senatore Francesco Urraro (Lega) si è parlato di un prossimo confronto con il sottosegretario al Mef Claudio Durigon (“che dovremmo incontrare a breve per avete una data per le riaperture”, dice Chiacchio). “Ma le riaperture dovranno avvenire seguendo alcune modalità. Il tempo prolungato di inattività – leggiamo sempre nek post di Chiacchio -, ci porta a sostenere che bisogna considerare anche il modo, oltre che il quando”.
Una questione affrontata anche nell’ultimo incontro, con il senatore Gennaro Migliore (Italia Viva), al quale è stata poi ribadita “l’esigenza di un’apertura di linee di credito, con la restituzione almeno a dieci anni degli importi concessi e la rimozione degli ostacoli, una moratoria per le leggi regionali, della riduzione del Preu e dell’imposta unica per 12 mesi dalla ripartenza e della proroga non onerosa delle concessioni in scadenza”.
Con Urraro e Migliore, entrambi componenti della commissione Antimafia, Chiacchio ha messo in evidenza che “la sospensione delle attività ha messo a serio rischio di fallimento tantissime società che operano su autorizzazione dello Stato”. Inoltre, scrive, “abbiamo evidenziato che gli attuali divieti stanno consegnando le attività nelle mani della criminalità organizzata. Dunque è naturale pensare che lo Stato dia in un tempo ‘ragionato’ una serie di risposte, tali da garantire al pari delle riaperture, i ristori e l’estensione del credito d’imposta, misure che favorirebbero sicuramente la ‘resistenza’ di tanti esercenti a possibili richiami da parte di chi vorrebbe speculare su una situazione alquanto drammatica”.