RS 8 NOVEMBRE 2021

ISTAT: NEL 2020 LA SPESA MEDIA MENSILE PER FAMIGLIA PER GIOCHI, LOTTERIE E SCOMMESSE È STATA DI 2,12 EURO (-45,8%). CROLLO NEL SUD E NELLE ISOLE
(AGIMEG – 08/11/2021)
Il gioco legale si trova al 124° posto, su 153 voci di spesa, tra i consumi mensili medi delle famiglie italiane. Un dato che rende l’idea come il gioco non vada ad intaccare in maniera importante le risorse economiche delle famiglie. Se nel 2018 e nel 2019 la spesa media mensile per giochi, lotterie e scommesse era stata di 3,9 euro, nel 2020, a causa ovviamente della pandemia, la somma è scesa a 2,12 euro (-45,8%). In pratica, secondo la rilevazione dell’Istat (Istituto Nazionale di Statistica), se nel 2018 e nel 2019 una famiglia spendeva mediamente 46 euro l’anno per tentare la fortuna, lo scorso anno la cifra è scesa a circa 25 euro.
Nette differenze nella spesa per giochi, lotterie e scommesse a livello territoriale. La spesa mensile delle famiglie è crollata nelle isole, passando da 3,33 euro del 2019 all’1,27 euro dello scorso anno (-61,9%). Sotto la media nazionale anche il nord-est, con una spesa mensile media di 1,98 euro ed il mezzogiorno (1,86 euro). Sopra le media invece la spesa nel nord-ovest, dove nel 2020 si è speso mensilmente per famiglia 2,43 euro, seguito dal centro, con 2,23 euro.
E situazioni differenti sono state rilevate dall’Istat anche per quanto riguarda le aree metropolitane. Se prima dell’emergenza sanitaria la spesa media più alta (4,34 euro) riguardava le periferie delle aree metropolitane e comuni con più di 50mila abitanti, nel 2020 la situazione è cambiata. La spesa più alta, 2,39 euro, è stata registrata nelle grandi città. Le periferie delle aree metropolitane ed i comuni con più di 50mila abitanti hanno fatto segnare una spesa mensile di 2,27 euro, seguiti dai comuni con meno di 50mila abitanti, con 1,95 euro.
La spesa media mensile per giochi, lotterie e scommesse varia anche secondo il titolo di studio. La spesa maggiore, nel 2020, si è registrata tra coloro che hanno una licenza di scuola media (2,48 euro) e diploma di scuola secondaria superiore (2,36 euro). Seguono i laureati (1,83 euro) e coloro che sono in possesso di licenza elementare o nessun titolo di studio (1,32 euro). Smentita quindi la tesi che a giocare siano le persone con meno titoli di studio.

APPARECCHI DA INTRATTENIMENTO, IN VISTA AUMENTO DELL’IMPOSTA ISI AL 15%
(JAMMA – 08/11/2021)
Aumento in vista per la tassazione degli apparecchi da intrattenimento senza vincita in denaro. L’Imposta sugli intrattenimenti potrebbe aumentare al 15%.
E’ uno dei dati emersi nel corso della riunione che si è tenuta oggi presso l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli alla presenza del direttore Marcello Minenna. L’incontro è stato organizzato allo scopo di affrontare una serie di problematiche relative al riordino del comparto di questo tipo di apparecchi.
Tale aumento sembra motivato come aggiornamento delle tariffe ferme al 2009.
Molti altri i temi trattati tra cui la possibilità di pensare ad un proroga dei termini previsti per l’adeguamento alla certificazione degli apparecchi e il rilascio del nulla osta. Non sarebbe esclusa nemmeno la possibilità di pensare ad una procedura semplificata per gli apparecchi meccanici (vedi ad esempio i calciobalilla).

REPORT GIOCO 2021, SAPAR: ‘AVVIARE RIORDINO E RICONOSCERE RUOLO GESTORI’
(GIOCONEWS – 08/11/2021)
Nell’ambito del Report 2021 sul mercato del gioco in Italia, l’associazione Sapar illustra le proprie proposte per il riordino e la tutela del settore, con e senza vincita in denaro.
Riconoscimento giuridico dei gestori, normativa uniforme, riforma della tassazione, rilancio dell’amusement e promozione del gioco responsabile: sono queste le cinque richieste avanzate dall’associazione Sapar per valorizzare e rilanciare il settore, esplicitate nell’ambito del Report 2021 sul mercato del gioco in Italia, fresco di pubblicazione.
Andando ad analizzare nel dettaglio i cinque punti, Sapar chiede innanzitutto il “riconoscimento del ruolo a livello giuridico del gestore all’interno della filiera del gioco di Stato in materia di apparecchi ex art. 110 comma 6 lett. a, Tulps”, in quanto “unico soggetto che può garantire la tutela sociale, le entrate erariali e combattere l’offerta illegale salvaguardando la filiera del gioco legale”.
Per valorizzare la figura del gestore, inoltre, “è importante prevedere meccanismi di tutela della libera concorrenza, vietando ai concessionari (onde evitare abusi in considerazione del ruolo di controllo dei flussi di gioco sugli apparecchi che la normativa gli riconosce) la gestione diretta e commerciale delle apparecchiature di cui al comma 6 lettera a dell’art. 110 Tulps. Il concessionario, di fatto, recita un doppio ruolo all’interno della filiera del gioco (ovvero fa da controllore e da controllato) decidendo così il destino delle piccole e medie imprese di gestione determinandone anche spesso la chiusura come avvenuto nella fase della riduzione degli apparecchi stabilita dalla legge di Stabilità 2016”.
Altrettanto importante e non più procrastinabile è “uniformare le normative territoriali per quanto riguarda orari e distanze onde evitare la diffusione del gioco illegale. Infatti per contrastare questo fenomeno è indispensabile un quadro normativo a livello nazionale che superi la frammentazione delle normative territoriali diverse fra regione e regione e da comune a comune, ricordiamo come la Conferenza Stato Regioni ed il decreto Dignità n. 87/2018 prevedono a tal proposito l’adozione di una normativa nazionale ancora non emanata (in tal senso è molto importante la recente pronuncia del Consiglio di Stato che ha riconosciuto efficacia vincolante all’accordo sancito in Conferenza Stato-Regioni in materia di orari). Tutto questo assume ancor più valore se si considera l’imminente scadenza della concessione per la raccolta di gioco a mezzo apparecchi di cui all’art.110 comma 6 del Tulps e la necessaria indizione del nuovo bando con la impossibilità di programmare gli introiti erariali e gli investimenti delle imprese in presenza di normative locali fortemente limitative dell’offerta; in questo quadro appare urgente la modifica dei requisiti di accesso al bando per la nuova concessione come previsti dalla legge di Bilancio 2020”.
In parallelo Sapar auspica “la complessiva riforma della tassazione che preveda il prelievo sul margine netto del cassetto dove lo Stato determini la percentuale minima e massima della vincita al fine di dare la possibilità al giocatore di una maggiore soddisfazione e gradimento nell’intrattenimento; in questo quadro si propone altresì la partecipazione dei Comuni alle entrate fiscali derivanti dalla raccolta di gioco a mezzo apparecchi di cui all’art. 110 commi 6 del Tulps”.
Fra le richieste, l’associazione non dimentica il settore dell’Amusement, cioè quello degli apparecchi da gioco senza vincita in denaro, al centro di una “riforma normativa che implica nuove assunzioni di responsabilità da parte degli operatori e che deve però essere accompagnato da un rilancio non solo economico che ne valorizzi l’aspetto sociale, ludico ed educativo. In tal senso tale settore non può essere soggetto a misure quali le distanze minime dai luoghi sensibili o gli orari che ne ostacolano lo sviluppo e la promozione ma anzi deve essere sorretto con misure agevolative anche a livello fiscale”.
In ultimo, ma non certo per importanza, fra i capisaldi di Sapar c’è anche la “promozione del gioco responsabile in sinergia con le associazioni impegnate su tale tematica nell’ottica della tutela del giocatore, dei minori e del gioco legale come garanzia di prevenzione del problema della ludopatia”.
Guardando invece ai numeri del settore del gioco pubblico il report di Sapar riporta i dati tratti dal Libro Blu dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli edizione 2020.

VENEZIA: CONTROLLI AL GREEN PASS PRESSO LE SALE GIOCHI, TUTTO REGOLARE
(PRESSGIOCHI – 08/11/2021)
I funzionari dell’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli (ADM) in servizio presso l’Ufficio dei Monopoli per il Veneto hanno effettuato nei giorni scorsi un’attività di controllo presso esercizi dedicati al gioco, procedendo anche a verificare il rispetto delle disposizioni in materia di Certificazioni Verdi Covid-19.
Nelle ore serali, in una sala bingo del rodigino, si è proceduto al controllo di oltre cento persone sia all’ingresso del locale che nelle aree di gioco. Dalla verifica non è emerso alcun rilievo sul mancato possesso del green-pass.
Prosegue il controllo di ADM sul territorio a repressione delle attività illecite e di contrasto al gioco illegale, con particolare attenzione al rispetto del divieto di gioco minorile e sul possesso da parte degli avventori della certificazione verde sanitaria.