LA NECESSITA’ DI RIFORMARE IL SETTORE DEL GIOCO PUBBLICO

Quello del “gioco pubblico” è un tema sempre all’ordine del giorno, sempre al centro dell’attenzione, oggetto di intervento all’interno dei più disparati provvedimenti legislativi.
Si dettano Disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese e si interviene con norme che riguardano il gioco; si approva la legge di bilancio per l’anno 2019 e si coglie l’occasione per intervenire su alcuni aspetti del gioco, si emanano Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni e si interviene sulle norme del gioco. Questo tanto per citare alcuni provvedimenti normativi degli ultimi mesi.
Verrebbe da pensare: un governo ed una maggioranza che hanno molto a cuore queste problematiche!
Peccato però che si tratti sempre di interventi molto parziali, a volte su singoli aspetti e che, comunque, hanno un denominatore comune: aumentare la tassazione sul gioco o meglio su alcune tipologie di gioco con vincita in denaro. Una tassazione che, obiettivamente, ha oramai raggiunto livelli non più sostenibili.
Quello di cui c’è bisogno, invece, è una riforma, un riordino complessivo di tutta la materia.
Si potrebbe ripartire dall’importante documento approvato in Conferenza Unificata nel mese di settembre del 2017 e, purtroppo, rimasto lettera morta.
Ma vi sono anche diverse proposte di legge, presentate in Parlamento fin dai primi giorni dell’attuale legislatura. In particolare, vorrei ricordare quella presentata in Senato, primo firmatario il sen. Mirabelli.
Si tratta di un vero e proprio codice contenente Disposizioni in materia di riordino dei giochi. Sono 103 articoli che si occupano di tutta la materia: dalle disposizioni di carattere generale a quelle specifiche sui singoli giochi, dalla riduzione alla riqualificazione dell’offerta di gioco, dalla questione delle entrate alla tassazione fino ai controlli ed alle sanzioni.
Si tratta di un buon testo, che ha il pregio di proporre un riordino generale; un testo che potrebbe essere utilizzato come base di partenza, magari da integrare con altri già presentati nel medesimo ramo del Parlamento.
Sarebbe questo il modo migliore per avviare, seriamente, una riforma dell’intero settore; riforma divenuta oramai non più rinviabile.
Una riforma che da un lato riveda l’eccessiva espansione dell’offerta di gioco, attraverso una riduzione e riqualificazione di tutta l’offerta; e dall’altro affronti in maniera adeguata il problema del disturbo o dipendenza da gioco d’azzardo.
E del resto il Governo, e la maggioranza che lo sostiene, hanno manifestato più volte la volontà di pervenire ad un riordino della materia.
Lo hanno fatto con la legge di conversione del c.d. decreto dignità, la legge 96/2018, la quale prevede che il Governo, entro sei mesi, provveda a predisporre una riforma complessiva in materia di giochi pubblici.
Successivamente, con la Nota di Aggiornamento del Documento di economia e finanza 2018, tra i collegati, è stato previsto il Disegno di legge delega di riordino del settore dei giochi.
Ecco, sarebbe ora di dare seguito – con i fatti – alle intenzioni più volte manifestate.