RS 11 MARZO 2021

GIOCO LEGALE: IL 26 MARZO LA MOBILITAZIONE NAZIONALE DEI DIPENDENTI DEL SETTORE
(JAMMA – 10/03/2021)
Il 26 marzo sarà la giornata di mobilitazione dei lavoratori dipendenti della distribuzione specializzata del gioco legale, delle sale bingo, sale scommesse e gaming halls.
Con manifestazioni in contemporanea, dalle 09.30 alle 12.30 presso le Prefettura o i Consigli Regionali, i 150mila addetti del settore vogliono riportare l’attenzione sul settore ormai in una situazione drammatica.
Sono molti i lavoratori dipendenti occupati presso la sale gioco, le sale bingo, le case da gioco, oltre a migliaia di addetti dell’indotto commerciale che sono a casa dallo scorso ottobre: le norme emanate dal Governo Conte, e ora dal Governo Draghi, che sembrano più di tipo etico-morale che sanitario, stanno definitivamente compromettendo l’occupazione di un intero settore produttivo.
“I protocolli, importanti strumenti sanitari e di sicurezza per i lavoratori e per i fruitori di gioco legale, che le parti sindacali a livello nazionale hanno sottoscritto con le controparti, nonché gli avvisi comuni sottoscritti tra le Parti Sociali e inviati al Governo, richiamano l’attenzione della politica e delle Istituzioni sul comparto, che al pari di altri settori, come ad esempio la ristorazione, deve vedere la riapertura in totale sicurezza come consentito ad altre attività con fattori di rischio equivalenti” scrivono le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs.
“Inoltre, con i luoghi di gioco legale chiusi si sta sviluppando un sistema occulto di gioco che è difficilmente rintracciabile e sta spostando l’attenzione dei fruitori fuori dalle sale.
A questa situazione di drammaticità si sommano scelte politiche di alcune Regioni ancor più limitanti che complicano ulteriormente la vita dell’impresa e dei lavoratori occupati.
Il 26 marzo, le Organizzazioni Nazionali saranno presenti a Roma e durante la manifestazione terranno una conferenza stampa al fine di sensibilizzare le Istituzioni sul grave problema occupazionale che purtroppo si sta profilando all’orizzonte.

DONNE DEL GIOCO, RUSCIANO (AS.TRO): ‘RICONOSCERE E TUTELARE IL SETTORE’
(GIOCONEWS – 11/03/2021)
Nell’ambito dello speciale sulle donne del gioco, Isabella Rusciano (As.tro) chiede al Governo di riconoscere il settore e garantirgli tenuta e trattamento uguali a quelli degli altri.
“Le donne del gioco legale hanno dato dimostrazione di fermezza e perseveranza: rimanere oltre un mese a protestare pacificamente in piazza per chiedere di ripartire è di certo una manifestazione dell’incredibile forza di queste donne. Credo che il merito più grande sia stato quello di aver dato un’immagine normale ad un settore che troppo spesso viene dipinto a tinte fosche. È stata data una visibilità pubblica positiva, un volto umano al gioco pubblico.
La questione della ripartenza delle attività chiuse, tuttavia, non è l’unico problema del settore: a ragione è quello che viene sentito come più immediato. Ci sono però tanti altri fronti aperti che rischiano di far precipitare le aziende di gioco verso il fallimento e che devono essere – e vengono – trattati contemporaneamente alla ripartenza.
Sono testimone diretta dell’attività costante ed ininterrotta delle realtà associative che, ogni giorno, affrontano problemi serissimi per evitare il default di imprese logorate, non solo dalle contingenze legate all’emergenza, ma da tutto quel ventaglio di criticità – dalle limitazioni imposte dalle normative locali alla concorrenza del circuito illegale, dagli aumenti di tassazione alle discriminazioni bancarie – che continuano ad insistere e a mettere in pericolo il nostro settore.
La sveglia servirebbe solo se si stesse dormendo. E così non è”.
Così Isabella Rusciano, del Centro Studi As.tro, protagonista della nuova puntata dello speciale sulle donne del gioco pubblicato integralmente sulla rivista cartacea di Gioco News di marzo.
Forse è ora di prendere spunto per occuparsi di differenze di genere anche per il comparto dei giochi?
“Il ruolo delle donne dovrebbe cambiare in ogni settore, non solo in quello del gioco.
Quando parliamo di differenze di genere, purtroppo stiamo parliamo di una problematica trasversale a quasi tutti i settori, specialmente in Italia dove si registra uno dei peggiori gap di genere sia nei tassi di occupazione che nei salari in Europa, oltre una scarsità cronica di donne in posizioni manageriali di rilievo.
Questo di certo accade non perché le donne siano meno capaci degli uomini ma perché esistono degli ostacoli strutturali che non permettono di ‘competere ad armi pari’: sarebbe compito della Politica creare le giuste condizioni perché questo quadro muti e non si disperdano inutilmente delle reali competenze.
Non credo poi ci sia un valore aggiunto legato al genere né in questo comparto, né in nessun altro. Credo che il valore aggiunto sia dato dalla competenza e, quindi, dal merito. Sono fermamente convinta che, nel declinare un principio di uguaglianza tra generi, non ci sia peggiore ingiustizia dell’uguaglianza tra disuguali.
Personalmente posso dire di vivere una realtà in Associazione, dove la componente femminile sta diventando sempre più rilevante per ruolo e numero. Nei nostri direttivi la cifra delle donne presenti sta crescendo, il nostro Centro Studi è composto per metà membri da donne: segno che in As.tro si dà spazio a competenze e capacità, a prescindere dal genere di chi le esprime.
E poi come diceva Emma Goldman ‘la vera emancipazione non inizia nei seggi elettorali, né nei tribunali: inizia nell’anima della donna’”.
Cosa chiede all’Esecutivo Draghi in materia di gioco?
“La richiesta principale sarebbe sciogliere il nodo sull’esistenza e, quindi, sulla permanenza del settore gioco pubblico.
Mi piacerebbe che venisse istituita una Commissione parlamentare che, con numeri alla mano e non sulla base di fake news, decida: o di riconoscere il settore e, una volta riconosciuto, garantirgli una tenuta o un trattamento uguale a qualsiasi altro settore, oppure non riconoscerlo e, quindi, decidere di abolirlo, accettando tutte le conseguenze che abbiamo già imparato a conoscere. Tertium non datur. La cosa peggiore, il rischio più grande sta proprio in questo tertium dove il settore viene riconosciuto solo a metà: non riconosciuto nella sua dignità imprenditoriale come componente industriale del Paese ma riconosciuto solo sul versante fiscale, come segmento da tassare e tartassare. E questo è il panorama attuale che si deve avere il coraggio di cambiare”.
Il settore invece su cosa dovrebbe puntare?
“Il settore dovrebbe smettere di pretendere rispetto e difendersi continuando a fare leva solo ed esclusivamente su questi aspetti, fisco e legalità. La politica ed i territori ci hanno detto che non bastano. Bisogna andare oltre. Il settore è, e può offrire, molto altro.
Esiste un terzo ambito su cui si dovrebbe puntare: il giocatore e la sua tutela.
Il settore deve iniziare a riflettere e concentrarsi sulla sostenibilità del suo sviluppo. Iniziare ad elaborare best practices che consentano di mettere concretamente in atto strategie di prevenzione e contrasto al disturbo da gioco, capaci di far diventare il giocatore a rischio un mero fruitore di servizi di intrattenimento.
L’ingresso nel Centro Studi As.tro di Manuela Vinai, antropologa, e di Sarah Viola, psichiatra esperta in dipendenze, segue questa rotta: As.tro sarà pronta a sedersi al tavolo del riordino con proposte orientate anche in questa direzione”.

COVID E GIOCO ONLINE. NEGLI ULTIMI SEI MESI DEL 2020 BLOCCATI 110.000 SITI WEB
(PRESSGIOCHI – 11/03/2021)
Il numero di domini di gioco d’azzardo online bloccati in 18 paesi europei negli ultimi sei mesi del 2020, è salito del 21,4% a oltre 110.000.
Al 31 dicembre 2020, riporta VIXIO GamblingCompliance, il numero totale di siti Web visibili nelle liste di blocco in tutta Europa era di 113.865, più del doppio rispetto a due anni prima, rappresentando un aumento del 42,7% su base annua, ovvero 34.073 domini.
In Europa, esistono diverse forme di blocklist, ma fondamentalmente sono elenchi di nomi di dominio che operano illegalmente all’interno di una giurisdizione. Diverse giurisdizioni richiedono che tali siti Web siano vietati dai fornitori di servizi Internet (ISP) e, in alcuni casi, dai processori di pagamento.
L’industria del gioco d’azzardo stava già capitalizzando il potenziale del gioco online prima che COVID-19 amplificasse questa attenzione, con gli operatori che facevano sempre più affidamento sul settore online. In tal modo, le autorità di regolamentazione hanno cercato metodi per sopprimere l’attività online senza licenza, con blocklist sempre più versatili che mantengono la loro popolarità in Europa. Gli strumenti legali per la block list sono attualmente in fase di modifica in Italia e Polonia, ma si trovano in fasi diverse della loro implementazione.
Il cosiddetto “decreto agosto” italiano è già in vigore, ma sarà integrato dai decreti del regolatore.
In Polonia, un disegno di legge che modifica la legge sul gioco d’azzardo è ancora in fase di elaborazione in parlamento. La Polonia ha già la seconda blocklist più grande in Europa dietro la Turchia, che a dicembre 2020 ammontava a 12.813 domini, con più di 4.000 domini aggiunti nell’ultimo anno. Il governo polacco ha affermato che da quando la blocklist è stata introdotta tre anni fa, solo poco più del 3% delle obiezioni alle decisioni è stato presentato, con tutte le decisioni di blocco contestate confermate dai tribunali amministrativi, indicando che lo strumento è tenuto sotto stretto ma equo controllo. Un disegno di legge presentato dal governo sembra destinato a semplificare il processo di blocklist. Invece di approvare le voci della block list a livello ministeriale, un organo designato dell’Amministrazione fiscale nazionale deciderà sull’emissione, la modifica o la revoca delle decisioni di blocco, consentendo di prendere decisioni più facilmente e rapidamente.
Il “decreto di agosto” dell’Italia del 2020 ha abrogato le disposizioni sul blocco dei siti web che erano già state stabilite in una legge del 2006 e le ha praticamente ripetute in forma semplificata. L’attuale legge consente all’autorità di regolamentazione italiana, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli (ADM), di ordinare agli ISP di bloccare i siti Web di gioco d’azzardo illegale, i siti pubblicitari di gioco d’azzardo e i siti Web che offrono software che aiuta a eludere le misure ordinate dall’autorità di regolamentazione. Ai sensi di legge, l’ADM dovrebbe emanare un decreto di attuazione delle disposizioni di cui sopra; tuttavia, fino ad allora, si ritiene che quelle disposizioni emanate con la legge del 2006 siano ancora vincolanti, come suggerito dall’ultima blocklist pubblicata nel marzo 2021. Le attività di blocklist in Italia hanno subito un forte rallentamento negli ultimi anni, con solo 265 URL aggiunti nel 2020 rispetto a 910 siti web aggiunti nel 2019 e oltre 1.000 domini nel 2018. Tuttavia, ha la quarta blocklist più grande in Europa, con una blocklist contenente circa 8.972 siti web a dicembre 2020, più delle blocklist di Grecia, Lettonia, Estonia, Romania e Bulgaria messe insieme.

DURIGON (SOTTOSEGR. MEF): “INTERVENIRE CON LOCKDOWN SOLO NELLE ZONE PIÙ COLPITE DALLA PANDEMIA, NELLA ALTRE SALVAGUARDARE LE ATTIVITÀ ECONOMICHE”
(AGIMEG – 11/03/2021)
“Noi dobbiamo cercare di trovare una sintesi per consentire anche a chi sta soffrendo questa crisi economica di poter gestire questa fase. Purtroppo i ritardi dei vaccini hanno causato questa terza ondata, ma noi dobbiamo dare una prospettiva attraverso un piano vaccini che possa dare subito risposte adeguate e allo stesso tempo creare una situazione in cui dove si lascia aperto nelle zone in cui la pandemia colpisce meno, mentre dove ha il sopravvento intervenire con dei lockdown. La situazione dovrà essere gestita in maniera oggettiva”. Lo ha detto il Sottosegretario al Ministero dell’Economia e Finanze, Claudio Durigon, alla trasmissione ‘Agorà’ in onda su RaiTre. “Il cambio di marcia tra il vecchio e nuovo governo si è visto anche con la nomina di un nuovo capo della Protezione Civile e Commissario straordinario che potranno creare un vero piano vaccinale che potrà dare anche delle speranze diverse ai commercianti”.