RS 13 APRILE 2021

GIOCHI, PROROGATA FINO AL 30 GIUGNO 2021 VALIDITÀ ISCRIZIONE AL RIES
(JAMMA – 13/04/2021)
Come anticipato da Jamma tramite una determinazione direttoriale a firma del direttore generale di Adm, Marcello Minenna, si comunica che “la validità dell’iscrizione effettuata per l’anno 2020 all’elenco previsto dall’articolo 1, comma 82, della legge 13 dicembre 2010, n 220, è eccezionalmente prorogata sino al 30 giugno 2021. Resta ferma la possibilità di nuova iscrizione al predetto elenco, che, in ogni caso, avrà validità sino al 30 giugno 2021”.

PIEMONTE. OPPOSIZIONE A LAVORO PER PRESENTARE UNA VALANGA DI EMENDAMENTI CONTRO LA LEGGE SUL GIOCO LEONE
(PRESSGIOCHI – 12/04/2021)
L’opposizione della regione Piemonte lavora per cercare di bloccare la nuova legge regionale sul gioco d’azzardo che la maggioranza vuole licenziare, modificando radicalmente quella in vigore, in tempi strettissimi.
“Sarà una maratona” ha annunciato il capogruppo della Lega Alberto Preioni chiedendo e ottenendo, come ha fatto venerdì scorso, il richiamo in aula del testo. Tecnicamente questo prevede il salto tout court del lavoro in commissione e un’accelerata notevole verso il voto. Non solo. Il termine per presentare gli emendamenti scade 24 ore prima della seduta, che è convocata per dopodomani.
Ecco perché già nel fine settimana le minoranze hanno preso a preparare quella “valanga di emendamenti”, per usare un’espressione del capogruppo del Pd Raffaele Gallo che, solo per il suo partito ne annuncia “diverse centinaia”. Hanno accelerato perché il 20 maggio scatta l’ultima fase dei provvedimenti previsti dalla legge, ovvero l’effetto del distanziometro, la distanza da una serie di luoghi definiti come scuole, banche, ospedali e altri ancora, per quanto concerne le sale gioco. La maggioranza vuole arrivare in tempo per impedirne gli effetti. L’obiettivo principale, come dichiarato dallo stesso Preioni in conferenza dei capigruppo, è proprio evitare che tra poco più di un mese scatti il provvedimento”, aggiunge Gallo.
Si tratta di “Una legge, una delle pochissime, votata all’unanimità non certo imposta da qualcuno, ma totalmente condivisa. Adesso il centrodestra la vuole stravolgere per le promesse fatte in campagna elettorale dalla Lega e dall’assessore di Forza Italia Andrea Tronzano”, spiega Giorgio Bertola, ex M5s adesso nel gruppo M4o con la collega Francesca Frediani. “Non ci arrenderemo facilmente – avverte l’ex candidato presidente –. Continueremo a sostenere che l’attuale legge va mantenuta, non perché lo diciamo noi, ma perché lo dicono studi effettuati da soggetti terzi. Auspichiamo che tutto il mondo dell’associazionismo, di soggetti che affrontano ogni giorno le conseguenze della ludopadia, lo stesso mondo cattolico che ha preso posizione a favore del testo attuale possa incidere nel partito il cui leader fa campagna elettorale con il rosario portandolo a rivedere la sua posizione”.

PIEMONTE, IACCARINO (AS.TRO): ‘LEGGE GIOCO, NO AD APPROCCIO IDEOLOGICO’
(GIOCONEWS – 13/04/2021)
Iaccarino, presidente del Centro studi As.tro, analizza il ‘caso Piemonte’ e le pericolose conseguenze di un approccio ideologico alla modifica della legge sul gioco, in Aula il 14 aprile.
“Quella che si gioca in Piemonte intorno alla legge sul gioco appare sempre di più una partita politica con forti connotazioni ideologiche, in cui trionfano le affermazioni demagogiche e si è persa di vista la realtà dei fatti.
La legge di modifica.
Di che stiamo parlando?
Di un intervento sulla legge originale teso ad introdurre un elemento di civiltà giuridica in un testo che presentava un’evidente forzatura con rilievi di anticostituzionalità.
L’attuale legge prevede effetti, la sospensione dell’attività, anche per gli esercizi esistenti alla data di entrata in vigore; è come si dice in gergo retroattiva; a memoria è il primo caso in assoluto di cancellazione di un’attività economica senza che ne sia dichiarata l’illiceità, anzi in un contesto in cui quell’attività economica è riservata allo Stato ed esercitata mediante terzi soggetti titolari di concessione pubblica o, comunque, autorizzati attraverso iscrizione in apposito registro pubblico”.
Esordisce così Armando Iaccarino, presidente del Centro studi As.tro, che approfondisce per GiocoNews.it il “caso Piemonte”, in vista dell’esame in consiglio regionale della proposta di modifica della Lega (a firma di Claudio Leone) che intende eliminare la retroattività della normativa del 2016, in programma il 14 aprile.
Ma la legge prevedeva un congruo tempo per il trasferimento delle attività in zone che rispettassero le regole di distanza introdotte. Non è una garanzia sufficiente?
“A prescindere dalle difficoltà sempre presenti quando si deve trasferire un’attività economica (reperimento di una nuova sede idonea, costi di riallocazione, perdita di avviamento) sarebbe stata una garanzia sufficiente se fossero state rese disponibili porzioni utili di territorio.
Gli studi effettuati sull’applicazione delle regole introdotte con la legge n. 9\2016 evidenziano invece che il territorio interessato dai divieti raggiunge percentuali superiori al 90 percento delle diverse aree comunali. Ciò è potuto avvenire grazie alla proliferazione dei cosiddetti luoghi sensibili, identificati come luoghi di aggregazione delle componenti fragili della società, in particolare anziani e minori. È evidente l’approccio ideologico, teso ad eliminare il gioco pubblico piuttosto che a contenerne l’offerta”.
Ma i risultati della legge sono presentati come positivi ed efficaci nel contrasto al disturbo da gioco d’azzardo. Sono analisi discutibili?
“Premesso che non mi appassiona particolarmente la guerra delle cifre che si è aperta su questi temi, non si può non cogliere alcuni aspetti quantomeno bizzarri negli studi a sostegno dell’efficacia della legge vigente.
In primo luogo i dati ufficiali dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli dimostrano che la propensione al gioco non è diminuita, ma si è redistribuita tra le diverse offerte in misura quasi equivalente alla riduzione dei volumi di gioco tramite apparecchi, anche senza tener conto della domanda di gioco online e dello spostamento verso il gioco illegale.
In questi giorni i fautori della legge in vigore ripetono come un mantra che il gioco online è aumentato in Piemonte ad un ritmo inferiore a quello del resto d’Italia.
Piacerebbe avere qualche indicazione più precisa sulla metodologia adottata per arrivare a questo risultato. Considerata la natura del gioco a distanza, un’affermazione del genere non corroborata da metodologie d’analisi adeguate costituisce un ulteriore esempio di approccio ideologico.
Analogamente non si può liquidare il serio problema dello spostamento di volumi di gioco verso il mercato illegale sostenendo che non ve ne sono evidenze. L’esplosione del mercato illegale in Piemonte negli anni 2018/2019 è certificata dai report ufficiali della Guardia di Finanza. Non tenerne conto equivale a nascondere la testa sotto la sabbia rispetto a un tema che ha riflessi che vanno oltre l’argomento gioco. Il proibizionismo introdotto in Piemonte libera risorse per le organizzazioni malavitose, senza incidere direttamente sui malati di gioco che, nel rivolgersi all’offerta illegale, perdono anche quelle forme di tutela che il sistema regolamentato gli assicura, dall’emersione all’assistenza”.
Ma i volumi di gioco tramite apparecchi sono drasticamente diminuiti. Non è un buon segno?
“Non voglio ripetermi sull’analisi dei numeri. È evidente che le limitazioni introdotte non possano che aver ridotto i volumi di gioco interessati. Anche a non voler considerare l’effetto sostituzione (legale ed illegale) che si è prodotto, mi piacerebbe che l’analisi su quel che è successo si focalizzasse maggiormente su chi è affetto da dipendenza.
Vorrei cioè capire quanto della diminuzione dei volumi di gioco su apparecchi ha comportato una corrispondente riduzione dei fenomeni di dipendenza. Esperti del settore negano un rapporto diretto tra i due fenomeni. Esiste la probabilità credibile che una percentuale elevata dei giocatori problematici si sia rivolta verso altre tipologie di offerta prive di qualsiasi tutela. È proprio questa tipologia di giocatori che risulta particolarmente refrattaria a interventi di tipo proibizionista e che con questi interventi viene sostanzialmente abbandonata”.
Approccio ideologico, in che senso?
“La fotografia di un approccio ideologico si deduce dai toni e dai contenuti. Per quest’ultimo aspetto basti dire che la legge di modifica mantiene inalterata l’impalcatura della legge n. 9/2016, sia sotto il profilo della prevenzione e della formazione che prevedendo misure di contenimento dell’offerta. Interviene sulla retroattività, introducendo come già detto un elemento di civiltà giuridica, e su quei parametri che portavano alla concreta impossibilità di operare sul territorio comunale. Viene, cioè, mantenuto sia il cosiddetto distanziometro che l’individuazione di siti delicati, rendendo però le regole più coerenti con l’obiettivo di contenimento dell’offerta, depurandole dagli effetti espulsivi propri delle precedenti disposizioni. Il quadro che ne deriva è analogo a quello previsto da altre regolamentazioni regionali ascrivibili a diverse parti politiche. Non ha senso, da questo punto di vista, l’ossessivo richiamo al ritorno ad una situazione incontrollata ed incontrollabile. Il vero far west era quello precedente al 2004, cioè prima che si introducesse il sistema del gioco pubblico”.
Quanto ai toni, è difficile non pensare che il contrasto al gioco sia diventato una bandiera da esibire nella lotta politica ben al di là delle problematiche che sicuramente comporta.
“È in atto una crociata che, identificato il nemico, tende ad amplificare oltre ogni misura toni e comportamenti. Si sottovaluta il tema occupazionale, sino a negare le conseguenze dell’abolizione del comparto sui lavoratori che ne fanno parte. Ad essi si rimprovera di ‘fare le barricate per difendere il gioco d’azzardo’. No, essi difendono il proprio lavoro, legittimo sotto ogni punto di vista, e quindi la vita delle proprie famiglie”.
Si sottovaluta il tema dell’illegalità, quasi fosse un escamotage per fornire giustificazione per interventi tesi a favorire le cosiddette lobbies del gioco.
“Questo delle lobbies è un altro mantra ricorrente. La difesa del gioco pubblico e la sua funzione di presidio contro l’illegalità sono interpretate come manifestazioni di sottomissione alle famigerate lobbies. Ma, allora, ne fanno parte anche tutte quelle voci istituzionali che vanno da tempo ribadendo l’importanza del sistema del gioco pubblico? Dal ministro dell’Interno agli innumerevoli procuratori della Repubblica che si sono espressi sulla funzione positiva del gioco pubblico, al direttore dell’Agenzia delle Dogane ed ai più alti vertici della Guardia di Finanza che ne hanno delineato il ruolo di presidio contro l’illegalità, per citarne solo alcuni”.
E non sfugga lo strettissimo nesso tra difesa della legalità e contrasto alle dipendenze.
“L’approccio ideologico non fornisce soluzioni perché si ferma alla superficie e non coglie la complessità dei problemi. In Italia, in diverse Regioni, questo sì è capito, così come si è capito che occorre studiare tale complessità e confrontarsi con essa, specie nella particolare difficile situazione che il Paese sta vivendo”.

PIEMONTE, SAPAR: “POLITICA REGALA ALLE MAFIE L’ESCLUSIVA SUL GIOCO FACENDO FALLIRE MIGLIAIA DI PICCOLE E MEDIE IMPRESE DEL SETTORE”
(AGIMEG – 13/04/2021)
“Da 10 anni anni ormai sui social è iniziata una campagna contro il Gioco di Stato (legale e stratassato) soprattutto grazie agli amici dei 5 stelle che notoriamente sono nati su Facebook”. E’ quanto afferma Sapar in una nota. “Gli stessi 5 stelle ‘delle scie chimiche’, del ‘No Tav’ poi realizzato anche grazie a loro, del ‘non gli F35’ poi acquistati da loro, del ‘No Tap’ poi puntualmente realizzato sotto il loro governo, del ‘limite dei due mandati’ ormai diventato un’eresia, dei ‘No Vax’ e oggi ne paghiamo le conseguenze, della guerra alle ‘Lobby’ da cui poi vengono finanziati, della ‘Guerra ai signori dell’azzardo’”.
“In questo quadro desolante di mancanza di realismo – prosegue Sapar – anche i partiti politici, perlopiù di sinistra, si sono negli anni accodati a questa marea montante (e pilotata) di No Slot”, convinti che il gioco “sia una calamità, quando invece i dati dimostrano che è solo l’ottava o nona dipendenza degli italiani”. “Siamo arrivati al punto di regalare alle mafie l’esclusiva sul gioco facendo fallire le migliaia di piccole e medie imprese del settore. E così siamo giunti al punto in cui il cittadino medio analfabeta funzionale si è convinto che il gioco di Stato abbia creato i ludopatici, facciamo notare a loro (e anche i politici votati da loro) che il numero dei ludopatici prima del 2004 era zero”, ma “oggi esiste la ludopatia solo perché i giocatori problematici sono venuti a galla con la legalizzazione del settore. Prima erano semplicemente invisibili”.
Per la Sapar “quando si sbandiera come una vittoria la diminuzione dei ludopatici in una regione come il Piemonte, ad esempio, affermazione peraltro non supportata da dati certi, semplicemente si fa perno sull’ignoranza della gente. Quando si dice che il gioco in Piemonte è crollato con l’entrata in vigore della legge del 2016 si dice semplicemente una bugia perché, come dimostrato dalla CGIA di Mestre, è aumentata di 460 milioni di Euro. Quando si dice che il Distanziometro tutela i cittadini si dice semplicemente una bugia, come indicato dell’Istituto Superiore di Sanità”.
“Mercoledì prossimo in Regione Piemonte si discuterà la legge che di fatto ha eliminato un settore economico perfettamente legale. Una legge che ha messo migliaia di persone sul lastrico, che ha fatto proliferare le bische clandestine e che ha fatto scomparire i giocatori problematici dai radar. Avere un popolo ignorante è la garanzia migliore per i politici di poter dire tutto e il contrario di tutto senza perdere credibilità”.