RS 13 DICEMBRE 2021

IL FUTURO IN UN (MAXI) EMENDAMENTO
(GIOCONEWS – 13/12/2021)
Il comparto del gioco pubblico attende da lungo tempo il processo di Riordino che potrebbe concretizzarsi attraverso la Manovra: anche se tutto sembra ridursi a un emendamento.
Può il futuro di un’intera industria rimanere sospeso in attesa di un mero emendamento? La risposta è sì. Soprattutto in Italia, dove il modus operandi della politica nell’affrontare riforme settoriali, per quanto bizzarro possa apparire, sembra essere ormai consolidato: rimandando sistematicamente l’intervento legislativo, fino a ritrovarsi costretti ad intervenire alla fine dell’anno, attraverso la classica Manovra finanziaria, chiamata a mettere a posto i conti nazionali provando a piazzare una serie di toppe sui vari settori.
Nulla che abbia a che vedere, quindi, con una vera riforma degna di tale nome. Men che meno con un “riordino generale del comparto”, come quello che attende da troppo tempo l’industria del gioco pubblico. E nonostante il Governo in carica abbia più volte promesso e annunciato l’intervento di riorganizzazione del settore, nei mesi precedenti, spiegando di voler (e dover) intervenire su un settore rimasto troppo tempo allo sbando e vittima di una serie di storture e anomalie normative, alla fine ci si trova anche questa volta alla fine anno, con una manovra in via di definizione e nessuna riforma ancora abbozzata. Con una serie di movimenti dentro e fuori alle Camere del Parlamento, nel tentativo di inserire qualche misura riferita al comparto nella Legge di Bilancio. Allo scopo, se non altro, di avviare quel percorso di riordino attraverso qualche previsione di legge che possa essere propedeutica a tale riforma.
Non è quindi un caso se, dopo le prime (classiche) “bozze” riferite ai giochi circolate nelle scorse settimane, nel fascicolo degli emendamenti alla Manovra segnalati alla commissione Bilancio del Senato, dov’è attualmente in esamo il provvedimento, non c’è più nessuna traccia del comparto. Con tutte le varie proposte avanzate nei giorni scorsi dai vari partiti (dalla proroga delle concessioni all’indizione delle nuove gare) che non trovano più alcuna menzione. Eccetto alcune misure relative al comparto ippico, per il quale la riforma stavolta sembra davvero arrivare, al di fuori e al di là di quella del gioco.
Ma la scomparsa del gioco pubblico dai “giochi” parlamentari è solo momentanea: come ormai tradizione (politica) vuole, c’è da attendersi un intervento dell’ultimo momento da parte del Governo, con un (maxi) emendamento nel quale far confluire tutte le norme relative al settore. Ed è proprio su questo testo che starebbero lavorando in queste ore i tecnici del ministero dell’Economia, provando a capire quali norme potranno già essere incluse nella manovra e quali invece dovranno più opportunamente essere rimandate a provvedimenti successivi, comunque da prevedere già in questa fase: come per esempio potrebbe accadere per l’attesa proroga delle concessioni, la cui scadenza non è legata alla fine dell’anno ma già slittata alla fine di marzo in virtù delle norme speciali introdotte con l’emergenza sanitaria (e in particolare in seguito al decreto “Cura Italia”).
Ma il fine, si sa, finisce sempre col giustificare i mezzi: se lo scopo, dunque, è davvero quello di riformare il settore dei giochi e di risolvere una volta per tutti i gravi problemi strutturali che lo affliggono da troppo tempo, ben venga qualunque manovra, finanziaria o di palazzo, che possa portare benefici. Anche se il rischio di sostituire le vere riforme con meri provvedimenti d’urgenza a carattere emergenziale, come quelli normalmente attuati attraverso le varie manovre economiche, è di arginare solo una minima parte dei problemi, lasciando scoperti e in sospeso altri punti, magari anche cruciali, per quel settore.
Finendo con l’ingarbugliare ulteriormente la matassa, aggiungendo complessità su una situazione già altamente complessa, qual è quella del gioco. Ma se tra gli interventi propedeutici dovesse esserci l’istituzione di un Testo unico e un qualche accenno verso la risoluzione dell’annosa “questione territoriale”, per il settore si tratterebbe già di un serio passo in avanti. Purché non restino ancora una volta soltanto sulla carta, come nella peggiore delle tradizioni italiane.

GIOCO D’AZZARDO ONLINE. I REGOLATORI EUROPEI CONTRO L’OFFERTA ILLEGALE
(JAMMA – 13/12/2021)
Il gioco d’azzardo online illegale non è limitato dai confini nazionali. Ecco perché i regolatori cooperano in vari gruppi di lavoro all’interno del Forum europeo dei regolatori del gioco (GREF).
Recentemente, il GREF ha istituito un nuovo gruppo: l’Enforcement Working Group, co-presieduto dal Kansspelautoriteit e dall’Autorité Nationale Des Jeux (le autorità di gioco d’azzardo olandese e francese). L’Enforcement Working Group si è riunito per la prima volta il 30 novembre scorso.
Nel gruppo di lavoro, gli esperti in materia di applicazione delle norme uniscono le forze per condividere conoscenze e competenze sui giochi d’azzardo illegali, come le lotterie sui social media. Quando i consumatori partecipano a giochi d’azzardo illegali non sono protetti e corrono il rischio di essere truffati o di sviluppare una dipendenza.

GIOCHI, FIEGL CONFESERCENTI: “L’ANNO DI CHIUSURE NON VA CONTEGGIATO NELLA DURATA DELLE CONCESSIONI CHE VANNO QUINDI PROLUNGATA DI 12 MESI”
(AGIMEG – 13/12/2021)
In merito al riordino del settore dei giochi, la Federazione Italiana Esercenti Gioco Legale, parte di Confesercenti Nazionale, intende rappresentare la difficile situazione in cui versano gli esercenti di gioco legale, impossibilitati ad usufruire fino in fondo di quanto disciplinato dai contratti di gestione stipulati con i propri concessionari di riferimento.
“Le chiusure disposte dal Governo per fronteggiare la diffusione del contagio da Covid-19 hanno impedito a tutti i punti vendita, generalisti e specializzati, la raccolta di gioco tramite apparecchi da intrattenimento, per la quale gli esercenti hanno firmato appositi contratti di gestione sulla base di una concessione con durata di 9 anni” – spiega il Presidente di FIEGL Stefano Papalia.
“A causa degli oltre 340 giorni di chiusura causati dalla pandemia, che già hanno determinando mancati incassi per ben oltre il miliardo e mezzo – prosegue Papalia – si aggiunge adesso il rischio che l’intera categoria sia obbligata a rinunciare a quasi un anno del proprio diritto alla commercializzazione del gioco, usufruendo di fatto solo di otto dei nove anni previsti dalla concessione”.
“Chiediamo quindi al Sottosegretario Federico Freni e al Direttore Generale di ADM Marcello Minenna che venga garantito il prolungamento della concessione di 12 mesi, come previsto dall’ art. 4 comma 2 della concessione stessa, per situazioni di ‘urgenza risultante da eventi imprevedibili’ quale appunto deve essere evidentemente annoverata la situazione pandemica”.

MOLISE. MANZO (M5S): “DOBBIAMO RENDERE OPERATIVO IL COMITATO CONSULTIVO SUL FENOMENO DEL GIOCO D’AZZARDO”
(PRESSGIOCHI – 13/12/2021)
“Secondo i dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nonostante la pandemia abbia arginato il gioco d’azzardo con il lockdown, nel 2020 il Molise ha comunque fatto segnare una spesa di 55,77 milioni di euro, escluso il gioco online. È chiaro, quindi, che ci troviamo di fronte ad un’emergenza che passa spesso sotto traccia.
Davanti a questi dati, le istituzioni avrebbero il dovere di mettere in campo qualsiasi strumento di contrasto ad un fenomeno che spesso sfocia in patologia e negli anni scorsi la Regione Molise si è dotata di un Comitato consultivo sul fenomeno del gioco d’azzardo e della relativa dipendenza, istituito nel 2016 con legge regionale e insediato nuovamente in questa legislatura su impulso di una mozione a mia firma approvata nel 2019”.
Lo scrive Patrizia Manzo consigliera regionale per il M5S in Molise.
“Peccato però – spiega – che, ormai da oltre un anno, questo Comitato non può svolgere la sua mission perché manca il presidente da quando l’ultima che ha ricoperto la carica, Paola Matteo, non siede più in Consiglio regionale. È un vuoto che va colmato al più presto e per questo ho inviato una nota di sollecito al presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone.
Il Comitato ha bisogno di una guida per poter tornare a svolgere i suoi importanti compiti. L’organo di consulenza permanente del Consiglio e della Giunta regionale, infatti, deve monitorare gli effetti economici, sociali, sanitari ed epidemiologici, di pubblica sicurezza e culturali del fenomeno della dipendenza da gioco; deve formulare pareri, proposte di strategie e linee di intervento al Consiglio e alla Giunta per recuperare i soggetti affetti da patologie; deve organizzare servizi di informazione, assistenza e consulenza gratuita in collaborazione con Asrem; deve promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione ai rischi derivanti dal gioco d’azzardo.
Insomma, senza presidente non c’è attività del Comitato e senza quest’ultima, il Molise resta privo di un efficace scudo contro ciò che l’Organizzazione mondiale della sanità definisce come ‘malattia sociale’. Per tante persone, infatti, il gioco patologico equivale ad una malattia in grado di compromettere la salute e la condizione sociale di chi ne è affetto. L’Oms lo assimila ad altre dipendenze ed evidenzia che i soggetti affetti da ludopatia perdono il controllo sul proprio comportamento di gioco mettendo in atto condotte compulsive che possono arrecare gravi danni alla personalità.
Dunque si tratta di un disturbo serio che può arrivare a distruggere la vita dell’individuo che ne è affetto, quella dei suoi familiari e nei casi più gravi può generare fenomeni criminosi. Le istituzioni non possono abbandonare queste persone, anzi devono fare di tutto per sostenerle.
E allora faccio appello al presidente Micone: nomini il nuovo vertice del Comitato consultivo in modo che quest’importante organo possa ricominciare a lavorare per il bene della comunità.