RS 14 GENNAIO 2021

NUOVO DPCM: NELLE ZONE “BIANCHE” CONFERMATA RIAPERTURA SALE GIOCHI, SALE SCOMMESSE E SALE BINGO
(AGIMEG – 14/01/2021)
E’ istituita una cosiddetta area “bianca”, nella quale si collocano le Regioni con uno scenario di “tipo 1”, un livello di rischio “basso” e una incidenza dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti. In area “bianca” non si applicano le misure restrittive previste dai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri (DPCM) per le aree gialle, arancioni e rosse ma le attività si svolgono secondo specifici protocolli. Nelle medesime aree possono comunque essere adottate, con DPCM, specifiche misure restrittive in relazione a determinate attività particolarmente rilevanti dal punto di vista epidemiologico. E’ quanto sottolineato nella nota di chiusura del Consiglio dei Ministri che ieri sera ha approvato il nuovo DPCM con le nuove misure restrittive.
Zone bianche: riaperture nel nuovo DPCM
“Con ordinanza del Ministro della salute, adottata ai sensi del comma 16-bis sono individuate le regioni che si collocano in uno scenario di tipo 1 e con un livello di rischio basso, ove nel relativo territorio si manifesti una incidenza settimanale dei contagi, per due settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti, all’interno delle quali cessano di applicarsi le misure determinate ai sensi dell’articolo 1, comma 2, del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2020, n. 35, e le attività sono disciplinate dai protocolli individuati con decreti del Presidente del Consiglio dei ministri”.
Ecco perché in zona bianca possono riaprire le sale giochi, sale scommesse e sale bingo
Il nuovo DPCM richiama il Decreto Legge n. 19 del 25 marzo 2020, nel quale veniva decretata la chiusura di diverse attività, tra le quali anche le sale giochi, sale scommesse e sale bingo, sottolineando però che le misure di contenimento del predetto Decreto cessano di applicarsi nelle zone bianche. Ecco la parte del Decreto Legge del 25 marzo che viene sospesa per le zone bianche: “2. Ai sensi e per le finalita’ di cui al comma 1, possono essere adottate, secondo principi di adeguatezza e proporzionalita’ al rischio effettivamente presente su specifiche parti del territorio nazionale ovvero sulla totalita’ di esso, una o piu’ tra le seguenti misure: i) chiusura di cinema, teatri, sale da concerto sale da ballo, discoteche, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, centri culturali, centri sociali e centri ricreativi o altri analoghi luoghi di aggregazione;”.

UNGARO (IV) AL MEF: “METTERE AL SICURO IL SETTORE DEL GIOCO LEGALE, A RISCHIO 150 MILA LAVORATORI”
(PRESSGIOCHI – 14/01/2021)
“Quali iniziative il Ministro Roberto Gualtieri intende adottare per mettere al sicuro il settore dei giochi già in precedenza vessato enormemente e soggetto ad una serrata che dura da 190 giorni, coinvolge 150 mila lavoratori e tremila aziende, specializzate, che contribuiscono in maniera determinante al bilancio dello Stato? Quali iniziative si intendano adottare per arginare il fenomeno del gioco illegale che danneggia ulteriormente gli operatori del gioco pubblico e minaccia la salute pubblica?
A chiederlo è l’on. Massimo Ungaro di Italia Viva che ha presentato un’interrogazione parlamentare al Mef.
“Le misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica – afferma Ungaro – stanno avendo degli effetti sociali ed economici che hanno delle conseguenze su svariati settori produttivi;
tra gli effetti meno auspicabili risulta esserci la rivitalizzazione dell’offerta di gioco illegale e, conseguentemente, del fenomeno della ludopatia, resa più evidente durante il periodo di lockdown come dimostrato dalla crescita del numero di chiamate al numero verde dell’Istituto superiore di sanità. In tal senso, si segnalano le parole di Marcello Minenna, direttore generale dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli, nella trasmissione «Uno Mattina» a Rai Uno: «Il lockdown ha determinato una riduzione del 25/30% dalla chiusura del gioco legale, facendo riscontrare però un aumento del gioco illegale. Numerosi sono stati gli interventi del Copregi (Comitato per la prevenzione e la repressione del gioco illegale) di repressione in più di 50 capoluoghi di provincia, controllando 250 sale illegali e comminando sanzioni per oltre 1 milione di euro»; il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell’8 marzo 2020 e la successiva direttiva n. 82295/RU dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli hanno disposto la chiusura delle sale scommesse, slot, bingo e le postazioni videolottery nei bar, ristoranti e tabaccherie. È stata poi disposta la loro riapertura con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell’11 giugno 2020, salvo poi stabilirne la chiusura anticipata alle ore 21 e l’adeguamento alle misure di sicurezza anti-Covid con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 13 ottobre 2020. Infine, questi punti di gioco sono stati poi definitivamente sospesi e chiusi con il decreto del Presidente del Consiglio del 3 novembre 2020 che ha suddiviso le regioni italiane nelle zone: «gialla», «arancione» e «rossa».
La situazione del settore è critica e a rischio ci sono 150.000 posti di lavoro, tra dipendenti dei concessionari e lavoratori dell’indotto, appena terminerà il blocco dei licenziamenti, mentre il rischio occupazionale potrà interessare più di 30.000 addetti impiegati nella distribuzione fisica del gioco; nonostante questi dati poco confortanti per la tenuta della rete del gioco pubblico, l’articolo 69 del decreto-legge «Cura Italia» n. 18 del 2020 ha sancito soltanto la proroga del versamento del prelievo erariale unico e del canone accessorio sugli apparecchi cosiddetti Amusement With Prizes (AWP o new slot) e Video Lottery Terminal (VLT), del canone per la concessione della raccolta del bingo, nonché la proroga dei termini per l’indizione, da parte dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, di una gara per una serie di concessioni in materia di apparecchi da divertimento e intrattenimento e gioco a distanza, la proroga dei termini per l’indizione di gare per le scommesse e il bingo, del termine per la sostituzione degli apparecchi da gioco e per l’entrata in vigore del registro unico degli operatori del gioco pubblico.
Recentemente, – conclude l’onorevole – l’articolo 13-novies del decreto «Ristori» ha previsto che il versamento del saldo del prelievo erariale unico (Preu) sugli apparecchi da intrattenimento e del canone concessorio relativo al quinto bimestre 2020, con scadenza al 18 dicembre 2020, sia versato nella misura del 20 per cento; la legge di bilancio 2021 ha introdotto infine ulteriori modifiche alla disciplina del gioco legale in Italia”.

TAR FERMA SCADENZA CONCESSIONE ONLINE: ‘GARANTIRE ERARIO E LEGALITÀ’
(GIOCONEWS – 14/01/2021)
Il Tar Lazio sospende scadenza della concessione di gioco online di Bml Group Limited, merito ad ottobre 2021: focus sull’allineamento temporale al 31 dicembre 2022.
“Sulla base dell’esame proprio della fase cautelare ed impregiudicata ogni diversa valutazione demandata al merito, non è implausibile l’interpretazione dell’art. 1, comma 935, della legge n. 28 dicembre 2015, n. 208 (c.d. legge di Stabilità 2016) secondo cui troverebbe applicazione, anche in relazione alla concessione in capo alla ricorrente, l’allineamento temporale, al 31 dicembre 2022 di tutte le concessioni aventi ad oggetto la commercializzazione dei giochi a distanza”.
Con questa motivazione, come già fatto in altri casi, il Tar Lazio accoglie l’istanza di misure cautelari proposta dal concessionario di gioco online Bml Group Limited (già Betsson Malta Limited) contro la nota con cui l’Agenzia delle dogane e dei monopoli ha comunicato la “presunta scadenza” della concessione assegnatagli il 29 dicembre 2011 nella data del 28 dicembre 2020.
Per l’effetto, i giudici amministrativi hanno sospeso il provvedimento impugnato, fissando l’udienza del 6 ottobre 2021 per la trattazione del ricorso nel merito.
Fino ad allora, parte ricorrente potrà “proseguire nell’attività di raccolta del gioco a distanza da essa gestita in virtù della concessione di cui è titolare, garantendo in particolare la continuità delle entrate erariali e il contrasto al gioco illegale”, conclude l’ordinanza del Tar.

GIOCHI, 3MILA DIPENDENTI A RISCHIO TRA VENETO E TRENTINO. TITOLARE SALA SLOT: “NEL 2019 VERSATO QUASI UN MILIONE ALLO STATO, ORA HO LO SFRATTO”
(JAMMA – 14/01/2021)
L’ultima volta che hanno alzato la saracinesca era il 25 ottobre, ma andando a contare anche il primo lockdown si toccano tranquillamente i sei mesi di chiusura. E all’orizzonte ancora nessuna possibile riapertura. Sono almeno un migliaio le sale slot, i punti scommesse e i Bingo chiusi per effetto delle normative anti-Covid solo tra Veneto e Trentino, per un totale di oltre tremila lavoratori fermi al palo, tra titolari e dipendenti diretti (a livello nazionale il numero sale a 120 mila). Famiglie i cui risparmi sono ormai agli sgoccioli, che si vedono consegnare le prime lettere di sfratto per i locali commerciali che avevano in affitto da anni e che, quando provano a far sentire la loro preoccupazione, devono anche fare i conti con lo stigma di un settore troppo spesso associato solo ai suoi estremi negativi, alle ludopatie che rovinano vite, alle lattine di birra abbandonate dagli sbandati fuori dalle sale peggio frequentate.
E’ quanto si legge in un articolo pubblicato sul Corriere del Veneto.
La chiusura prolungata mostra i suoi effetti sulle entrate erariali: se nel 2019 lo Stato aveva incassato oltre 11 miliardi di euro dal settore dei giochi, il gettito previsto per il 2020 è di poco superiore ai sette miliardi. In mezzo, tra la riapertura di giugno e la chiusura di ottobre, gli investimenti per adeguarsi alle normative, tra plexiglas, disinfettanti e continue opere di disinfezione. I risultati delle misure di sicurezza si sono visti: Sisal specifica a più riprese che nessun focolaio si sarebbe registrato all’interno delle sale da gioco. C’è anche un altro risvolto negativo, visto che chi intende giocare trova comunque un modo per farlo: «Durante il lockdown c’è stata una esplosione del gioco d’azzardo illegale a fronte di una contrazione del gioco legale», ha dichiarato pochi giorni fa Marcello Minenna, direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ricordando i numerosi interventi di repressione in oltre 50 capoluoghi di provincia. Senza alcuna luce in fondo al tunnel, nemmeno in vista della prossima scadenza del 15 gennaio, la tensione tra i lavoratori sale, anche alla luce del confronto con gli altri Paesi europei: se in Italia le giornate di chiusura sono state 183, in Francia 160, in Germania 156, in Regno Unito solo 120.
Lo spiega bene Massimo Petracca, titolare di una sala slot a Portogruaro, che dopo dieci anni di attività si vede costretto a valutare l’ipotesi di abbandonare le «macchinette» e cambiare lavoro, anche con due figli adolescenti e cinque dipendenti. «Chi lavora per me prendeva 1500 euro al mese, con la cassa integrazione arriva a 600 — racconta Petracca, che inizia il discorso proprio sottolineando le difficoltà della sua squadra, che comprende anche una ragazza incinta —. Fino quando ho potuto, ho cercato di provvedere io, ma ora non mi è più possibile. E adesso ho ricevuto la lettera di sfratto». La sala di Petracca, nel 2010, è costata quasi un milione di avviamento, a metà 2020, durante la riapertura, si spendevano oltre mille euro al mese solo di disinfettanti. «Non potevamo accogliere più di cinque persone alla volta, con i nostri 200 metri quadri. Non che fosse un problema, qui non c’è mai l’affollamento. Eppure una volta si lavorava: nel 2019 ho versato quasi un milione allo Stato». È complicato chiedere aiuto, perché la lettera scarlatta del gioco d’azzardo rende sordo quasi ogni interlocutore: «Invece qui la gente viene per rilassarsi, non per distruggersi. Esagerare fa male, certo, ma vale per ogni cosa. Noi negli anni abbiamo coltivato una clientela corretta e fidata, vengono qui anche molti esponenti delle forze dell’ordine e non si sono mai verificate situazioni di tensione. Come noi, così tanti colleghi».
Se non altro a Portogruaro non si registrano casi di «furbetti» in concorrenza: il decreto che ha chiuso le slot e le sale scommesse ha obbligato anche bar e tabaccherie a sigillare le loro «macchinette» e, dopo un primo momento di confusione, tutti hanno ubbidito. Certo resta la concorrenza dell’on line e delle altre forme di gioco di Stato: le ricevitorie restano in funzione, le estrazioni di lotto, superenalotto e lotterie continuano (solo pochi giorni fa sono stati sorteggiati i vincitori della Lotteria Italia, il quinto posto è andato proprio alla provincia di Venezia). E questo senza contare le bische illegali che preoccupano l’agenzia dei Monopoli e che, fino che non vengono scoperte, non possono essere conteggiate nell’equazione.