RS 14 SETTEMBRE 2021

GIOCO PUBBLICO: COME IL DOPPIO LOCKDOWN HA CAMBIATO IL MERCATO. DALLE SCOMMESSE AL BINGO, DAL GRATTA&VINCI A LOTTO E SUPERENALOTTO AL GIOCO ONLINE COSA È SUCCESSO NELLE SINGOLE REGIONI
(AGIMEG – 14/09/2021)
Il doppio lockdown che ha colpito il settore del gioco pubblico ha avuto forti ripercussioni sul mercato. I vari concorsi hanno risentito in maniera diversa della prolungata chiusura delle attività, con il settore dell’online che ne ha ovviamente trovato vantaggio. E differenze ci sono state anche tra le singoli regioni. Ecco nel dettaglio cosa è successo per i singoli concorsi e nelle varie regioni a causa del doppio lockdown.
Scommesse sportive: spesa crollata del 33,2% per chiusura rete fisica e stop campionati. Valle d’Aosta, Trentino ed Emilia Romagna le regioni con il calo maggiore
La sospensione dei campionati nazionali, imposta per fronteggiare l’emergenza coronavirus, unitamente alla chiusura della rete di gioco fisica, hanno inciso negativamente sulla spesa degli italiani nelle scommesse sportive nel 2020. Secondo i dati del Libro Blu ADM, le giocate al netto delle vincite lo scorso anno sono state pari a 508 milioni di euro, in calo del -33,2% rispetto al 2019. In alcune regioni tale calo è stato ancora più evidente: in Valle d’Aosta, ad esempio, si è assistito ad un crollo del -75,4%, ma ben oltre la media nazionale anche il Trentino Alto Adige (-37,5%), l’Emilia Romagna (-35,5%), il Lazio e la Lombardia (appaiate al -35,2%). Hanno invece registrato risultati migliori rispetto alla media nazionale la Calabria (-24%), la Liguria (-26,6%), la Basilicata (-28,5%) ed il Molise (-29,4%).
Bingo: Abruzzo regione ‘maglia nera’ per la spesa, seguita da Calabria e Lazio
La chiusura delle attività del gioco nel 2020, protrattasi per circa 6 mesi, ha colpito duramente anche il bingo. Lo scorso anno infatti si è registrato un calo della spesa del -59,2% (a 183 milioni di euro, secondo i dati del Libro Blu 2020 di ADM), ma in alcune regioni la diminuzione è stata ancor più consistente, come nel caso dell’Abruzzo, maglia nera con il -78%, seguito da Calabria (-69,8%), Lazio (-65,5%), Umbria (-64,8%) e Lombardia (-64,4%). Meno accentuato il calo della spesa nel bingo per Molise (-45,6%), Friuli Venezia Giulia (-48,5%) e Sardegna (-49,2%).
SuperEnalotto: in Umbria, Trentino e Toscana il calo maggiore nella spesa. Lombardia unica regione in crescita ma grazie al jackpot del 2019
Il contrasto alla diffusione del coronavirus non ha risparmiato lo scorso anno neanche i negozi che offrono il Superenalotto, costretti a non raccogliere gioco tra marzo ed aprile 2020. Uno stop che ha condizionato negativamente il dato della spesa degli italiani nei giochi numerici a totalizzatore nazionale, come appunto Superenalotto, SiVinceTutto, WinforLife, Eurojackpot. Il calo della spesa (pari a 508 milioni di euro, secondo i dati del Libro Blu di ADM) è stato del -25,4%, anche se in alcune regioni il crollo è stato più evidente, come in Umbria (-36,5%), Trentino Alto Adige (-36,2%), Toscana (-34,2%) e Piemonte (-32,3%). Calo meno marcato in Valle d’Aosta, che perde ‘solo’ il 12,5%, ma meglio della media nazionale anche il Molise (-25%) ed il Friuli Venezia Giulia (-25,1%). In netta controtendenza la Lombardia, che segna addirittura un +637,8%, ma in questo caso l’apparente crescita è influenzata dalla vincita ottenuta con il Superenalotto a Lodi nell’agosto 2019, pari alla cifra record di 209 milioni di euro, che ha fatto crollare la spesa dei lombardi due anni fa, motivo per il quale il dato del 2020, anche se basso, è stato ben superiore rispetto a quanto speso nel 2019.
Gratta & Vinci: spesa diminuita soprattutto in Calabria, Abruzzo e Lombardia. ‘Tengono’ Umbria, Marche e Campania
Nel 2020, complice l’emergenza sanitaria che ha portato anche alla chiusura della raccolta delle lotterie istantanee, la spesa nei Gratta & Vinci è stata pari a 2,1 miliardi di euro, un dato in calo del 15% rispetto ai 2,47 miliardi dell’anno precedente. Non tutte le regioni italiane – come evidenzia il Libro Blu di AMD – hanno tuttavia accusato il colpo allo stesso modo. Le più penalizzate sono state Calabria (-22,6%), Abruzzo (-20,5%), Lombardia (-19,3%) ed Emilia Romagna (-18%), mentre ne è uscita quasi indenne l’Umbria (-1,4%). Con un calo meno accentuato rispetto alla media nazionale anche le Marche (-4,4%), la Campania (-7%) e la Puglia (-7,3%).
Lotto: Marche, Lombardia, Campania e Liguria le regioni dove il calo della spesa è stato più evidente
Neanche sotto la guerra il Lotto si fermò. Quello che non ha potuto il conflitto bellico, ha potuto il coronavirus, che tra marzo ed aprile 2020 ha determinato la chiusura dell’accettazione delle giocate nelle tabaccherie e ricevitorie. Uno stop che ha avuto riflessi anche sulla spesa degli italiani, come dimostrano i dati del Libro Blu di ADM, scesa del 20,5% (da 2,3 a 1,8 miliardi di euro). Le regioni che hanno accusato maggiormente il colpo sono state le Marche (-29,9%), la Lombardia (-24,8%), Campania e Liguria (entrambe con il -22,7%). Con un calo inferiore alla media nazionale troviamo invece il Trentino Alto Adige (-14,5%), la Puglia (-14,6%), la Valle d’Aosta (-15,5%) e il Veneto (-15,7%).
Gioco online: con il lockdown crescono i conti gioco online, Campania Lombardia e Sicilia in testa
L’effetto lockdown, che nel 2020 ha tenuto chiusa la rete fisica dei giochi per circa 6 mesi, al fine di fronteggiare il diffondersi dell’epidemia di coronavirus, ha portato ad un incremento dell’apertura di conti online. E’ quanto si legge nel Libro Blu 2020 di ADM, che sottolinea tuttavia come questa crescita non abbia interessato le fasce d’età più giovani. Dall’analisi emerge che, nel corso del 2020, il numero dei conti di gioco aperti da uomini e da donne è aumentato, rispettivamente del 30,20 per cento e del 35,49 per cento rispetto a 2019.
Analizzando la ripartizione del numero di nuovi conti di gioco aperti nel 2020 per Regione, i valori maggiori si riscontrano in corrispondenza della Campania (18,19%), della Lombardia (12,35%), della Sicilia (11,82%) e del Lazio (10,46%), mentre i più bassi in Valle d’Aosta (0,13%), Basilicata (1,08%), Umbria (1,14%) e Friuli-Venezia Giulia (1,21%).
I “Giochi a base sportiva” risultano essere stati i più interessanti per i giocatori on-line, che rappresentano il 27,42 per cento degli utenti per il 2020. Risulta elevato anche il dato dei “Giochi di carte organizzati in forma diversa dal torneo” e dei “Giochi di sorte a quota fissa”, i cui utenti rappresentano il 21,27 per cento sul totale. Il 78,64 per cento delle giocate è stato effettuato da utenti di fascia d’età compresa tra i 18 e i 54 anni. Mentre, l’importo medio delle giocate è compreso tra 20 e 35 euro circa per quasi tutte le fasce d’età analizzate.

GIOCHI. FRANZOSO: “LE CONCESSIONI: DUBBI, INCERTEZZE, MA SOPRATTUTTO MARGINALITÀ IMPREVEDIBILE”
(JAMMA – 14/09/2021)
L’avvocato Michele Franzoso, esperto di tematiche legate al gaming, analizza la situazione delle concessioni di gioco pubblico allo stato attauale.
“Sul tavolo delle “grandi discussioni e grandi riflessioni” ci sono i seguenti temi:
1) Le concessioni on line scadute attualmente in regime di “proroga giudiziaria”;
2) Le nuove concessioni per il futuro gioco on line;
3) Il riordino del gioco terrestre, che chissà perchè, tutti vogliono, ma nessuno lo fa, ma soprattutto non si sa perché dovrebbe limitarsi al solo terrestre e non “INVESTIRE” anche l’on line.
4). La temuta estinzione degli attuali prodotti awp, che si porterebbe dietro l’estinzione di detto mercato di produzione-vendita.
Nessuno parla di marginalità, perchè -si sa- nel gioco lecito vale l’inversione sia dei criteri industriali, sia dei criteri economici-finanziari, e quindi quel che renderà effettivamente un “sistema” lo si scopre poi dopo due anni di esercizio operativo.
Nessuno parla di “CHI E COME” dovrà ripianare i bilanci 2020 (e a fortiori 2021) di un gioco terrestre che già nel 2019 registrava tanti blasonate aziende con la voce utile in picchiata rispetto ai precedenti esercizi.
Sino a 12 anni fa le parole “magiche” per affrontare le criticità erano “consorzi” – “associazioni” – “reti di imprese”, oppure (nelle realtà più evolute), fondi di investimento e integrazioni/fusioni.
Oggi queste parole sono prive di magia perchè si è scoperto che se anche il gioco lecito ha “regole sue”, il denaro poi non ammette deroghe alle proprie. A questo quadro si aggiunge la estinzione del tradizionale asset politico-istituzionale, ovvero la scomparsa dei “ganci”( in politica e nei poteri pubblici) che potevano garantire a qualcuno di definirsi …… “qualcuno”.
Ora si risolve tutto ad un solo parametro: chi ha il denaro per ripianare il passato e affrontare il futuro ? A chi dovesse pensare di averlo si consiglia, almeno, di stare alla larga dalle “magiche parole” che magiche non sono più.”

NUOVO SOTTOSEGRETARIO MEF, NOMINA ATTESA IN SETTIMANA
(GIOCONEWS – 14/09/2021)
Attesa in settimana la nomina del nuovo sottosegretario al ministero di Economia e finanze con delega ai giochi, sempre in quota Lega: l’ultima parola spetta a Matteo Salvini.
Dovrebbe essere in dirittura d’arrivo la nomina del nuovo sottosegretario al ministero di Economia e finanze con delega ai giochi, chiamato a sostituire Claudio Durigon, dimessosi alla fine di agosto.
Secondo le indiscrezioni raccolte da GiocoNews.it, l’empasse dovrebbe sbloccarsi questa settimana.
Ad avere l’ultima parola dovrebbe essere Matteo Salvini, leader della Lega, il partito a cui dovrebbe appartenere il nuovo sottosegretario, nell’ottica di un mantenimento degli equilibri di governo attuali.
Chi sarà il successore di Durigon, incoraggiato, in un certo senso, a lasciare la sua carica dopo le polemiche suscitate dalla sua proposta di re-intitolare il parco cittadino di Latina, attualmente dedicato a Falcone e Borsellino, ad Arnaldo Mussolini, il fratello del Duce?
I nomi sul tavolo al momento sono due. In primis quello di Massimo Bitonci, che ha ricoperto lo stesso ruolo nel primo governo Conte (pur non ricevendo la delega ai giochi, all’epoca assegnata al pentastellato Alessio Villarosa), e nel 2019 annunciò la “predisposizione di un disegno di legge delega per il riordino complessivo del settore dei giochi per definire un quadro di regole chiare e precise per il gioco ed a rafforzare la tutela della salute del giocatore”, e prima ancora, nel 2018, fu il primo firmatario della proposta di legge “Disposizioni per il contrasto della ludopatia e la razionalizzazione dei punti di vendita di gioco pubblico”.
Accanto a lui c’è anche Edoardo Rixi, già vice ministro a Infrastrutture e Trasporti nel precedente Esecutivo, nonché, anche lui, vecchia conoscenza del mondo del gioco, in virtù del ruolo di assessore allo Sviluppo economico della Liguria ricoperto qualche anno fa, che lo vide fra i principali fautori dello stop all’entrata in vigore della legge regionale in materia del 2012 deciso nel 2018 insieme con la Giunta Toti, propedeutico al varo di una nuova normativa in materia ai tempi promessa di lì a poche settimane, di fatto non ancora arrivata, a tre anni di distanza.
Due figure quindi, non estranee al settore del gioco pubblico, e per le quali si profila una grossa sfida da affrontare: il Riordino, con la R e anche con l’articolo maiuscoli.
Non c’è più tempo da perdere: lo dicono le associazioni del comparto – pronte ad elaborare le le proprie proposte in merito –, e lo ribadisce l’Agenzia delle accise, dogane e monopoli, con il direttore generale Marcello Minenna, che anche alla recente presentazione del Libro blu 2020, è tornato a chiedere un Testo unico, con regole chiare, “omogenee e non discriminatorie” come “primo strumento di contrasto all’illegalità e di vigilanza”, e fondamentali per predisporre per tempo i bandi per le nuove gare, che è opportuno allineare.
Un appello fatto proprio, nella stessa occasione, anche dal presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, che ha dedicato una parte piuttosto ampia dei suoi “saluti istituzionali” proprio al gioco pubblico. Evidenziando la difficoltà di “trovare un equilibrio fra gli interessi dell’Erario e la tutela dei cittadini dal rischio di ludopatia” e l’esistenza di un “quadro frammentario della regolamentazione del comparto, per l’assenza di una visione organica del legislatore”. Per poi chiamare Governo e Parlamento a “valutare con urgenza un riordino che contemperi la tutela della salute dei cittadini con le esigenze dell’Erario, ponendo in equilibrio fra due istanze”.
Senza dimenticare altri dossier urgenti ai quali è necessario mettere mano. A cominciare dal dossier banche, “nodo” a cui connette la risoluzione definitiva della problematica relativa ai rapporti tra operatori del comparto del gioco pubblico e Istituti bancari che molto spesso, per questioni definite “etiche”, procedono in via unilaterale al recesso dai contratti di conto corrente con le aziende del settore oppure rifiutano l’apertura di conti correnti a tali soggetti e la concessione di linee creditizie (comprese quelle previste dai decreti di sostegno alle imprese).
Un altro tema non di poco conto e dalla grande delicatezza, oltre che di vitale importanza per le aziende del comparto, che al momento restano “in attesa”. Sperando che il nome del nuovo sottosgretario non sia Godot.

BECCALOSSI E LE OFFESE AGLI OPERATORI DEL GIOCO: LO SCONTRO CONTINUA
(PRESSGIOCHI – 14/09/2021)
Si è tenuta in questi giorni l’udienza del processo che vede coinvolta per diffamazione la consigliera regionale della Lombardia Viviana Beccalossi querelata da alcuni imprenditori del settore dei giochi pubblici e dall’associazione di settore Agge Sardegna. Beccalossi era stata la protagonista di un’uscita veramente infelice durante un convegno di Confartigianato del 26 maggio 2016 al Teatro sociale in Città Alta, durante il quale disse: «Come fa a chiamarsi imprenditore uno che arriva la mattina, mette la presa della corrente e sta lì ad aspettare i “ciula” che vanno a giocarsi i soldi? Non sono imprenditori, sono strozzini di Stato».
Affermazione che non fu accolta con piacere dagli operatori del settore, tanto che alcuni decisero di portare la consigliera direttamente in Tribunale. Lei, all’epoca assessore regionale al Territorio, fu promotrice della proposta di legge regionale votata all’unanimità, nel 2013, sulla distanza tra i locali e i luoghi delicati, come le scuole, e sulla ludopatia come malattia.
Davanti al giudice di pace, la consigliera Beccalossi si è difesa dicendo che per strozzino intendeva lo Stato e ha richiamato l’importanza di lottare contro la dipendenza da gioco. Ad intervenire a sua difesa addirittura il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che era presente al convegno con i pensionati, e secondo il quale è giusto il richiamo etico che la Beccalossi fece in quell’occasione. “Non sono per l’azzeramento, ma per il contenimento del gioco d’azzardo legale – ha dichiarato Gori in Aula -. Al di là delle norme che la Regione ha fatto e, sapete, anche il Comune ha fatto, esiste uno spazio di responsabilità individuale di chi decide di tenere in un suo bar le slot, di far rispettare o non rispettare le leggi che, per esempio, vietano l’accesso ai minori, invece sappiamo che tanti minori giocano”.
Le intenzioni dell’ex assessore sembrerebbero quelle di spostare il tema sulla legittimità del contrasto al gioco patologico, come se potesse così attenuare e giustificare le sue dichiarazioni contro i lavoratori del settore. Tanto che, come testimone è stato coinvolto anche Simone Feder, psicologo della Casa del giovane di Pavia che ha citato uno studio con il Provveditorato da cui già nel 2015 risulta che il 3% dei giovani avesse problematiche di ludopatia in famiglia.
Non condivide in alcun modo la linea della difesa, Francesco Pirrello, presidente della stessa Agge che commenta l’accaduto con critica parlando di scarsa conoscenza del settore:
“Mai vista così tanta solidarietà tra politici come all’udienza tenutasi di fronte il Giudice di Pace di Bergamo il giorno 9 scorso, infatti, a sostenere in aula la parlamentare Viviana Beccalossi ex Fratelli d’italia, ora in Consiglio Regionale nel Gruppo misto, si sono presentati addirittura il Sindaco Gori e Simone Feder, psicologo della Casa del giovane di Pavia, adducendo a difesa dell’interessata considerazioni alquanto personali e originali circa determinate problematiche causate dall’utilizzazione degli apparecchi a vincita in denaro (AWP) (solo queste) e condividendo il richiamo secondo una certa “etica” di frasi vergognosamente offensive e diffamatorie quali: STROZZINI DI STATO” pronunciate, dall’ex Parlamentare, contro un comparto di onesti operatori (regolarmente e legalmente iscritti in un apposito Albo) la cui unica colpa sarebbe quella di operare per conto dello Stato senza alcuna tutela e garanzia. Si, proprio un bell’esempio di “ETICA ” che non trova alcuna giustificazione salvo la scarsa conoscenza del settore nominato, evidenziando al contrario, la mancanza di tale virtù, in nome della quale spesso e volentieri certi politici tentano scaricare e distorcere problematiche ben più serie, creando come nella fattispecie in questione, una cortina di effetti speciali che nulla hanno a che fare con la questione penale, oggetto del giudizio.
In conclusione i pochi presenti hanno assistito al solito teatrino della politica che come spesso accade rende il facile difficile, attraverso l’inutile… mentre sarebbe stato forse più opportuno per la controparte un bagno d’umiltà e di saggezza, ammettendo la propria colpa o errore e confidare come sin da l’inizio del procedimento auspicato, della disponibilità da parte del Presidente dell’Associazione A.G.G.E. Sardegna di ritirare la querela”.