RS 16 MARZO 2021

BARETTA (GIÀ SOTTOSEGR. MEF): “DECRETO SOSTEGNI, PIÙ DI UNA MISURA DI EMERGENZA, INIZIO DI UNA LENTA RISALITA DAGLI ABISSI”
(AGIMEG – 16/03/2021)
“Il decreto Sostegno prossimo all’esame del Consiglio dei ministri, probabilmente già questa settimana, è qualcosa in più di una semplice misura di emergenza. Dopo cinque provvedimenti costati, ad oggi, poco meno di 200 miliardi di deficit, il primo decreto in soccorso dell’economia dell’era Draghi è più simile a una saldatura tra la fase dell’emergenza e l’inizio di una lenta risalita dagli abissi. Certo, compare ancora quella parolina, “ristori”, che arriveranno a circa 2,8 milioni di soggetti, con indennizzi che si aggirano tra i 4 mila e i 200 mila euro. Senza contare lo stralcio delle cartelle esattoriali ferme al 2015 e sotto i 5mila euro. Eppure la lungimiranza nel decreto che poggia su 32 miliardi di deficit, c’è e si sente”. E’ quanto ha detto a Formiche.net l’ex sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta. “Dalla discussione sull’ultimo decreto Ristori, nella cui occasione chiedemmo lo scostamento da 32 miliardi, avevamo intravisto qualche elemento di novità. Soprattutto nel modo di erogare gli aiuti, passando per esempio dal parametro del codice Ateco a quello del fatturato, anche per evitare i soliti sussidi a pioggia, individuando i settori prioritari rispetto ad altri. E ora questo decreto è figlio delle novità apportate da quello precedente”, ha aggiunto. “In vista del Recovery Plan e delle risorse concesse dall’Europa, servirebbe camminare su due binari. Da una parte il sostegno, gli aiuti, dall’altra la crescita. Non è facile trovare un punto di equilibrio, tra quello che è la fase di emergenza e quello che dovrà venire dopo. Anche per questo possiamo dire che il decreto Sostegno può essere una sorta di saldatura, tra la fine dell’emergenza pura e l’inizio di una nuova fase”, ha continuato. “Guardi, sui decreti di emergenza noi abbiamo fatto scelte di necessità e poi il debito è sempre inversamente proporzionale alla ripresa. Dunque, niente ripresa, niente abbattimento del debito. Un altro scostamento di bilancio è nell’ordine delle cose però non dimentichiamoci che il Recovery Plan avrà come effetto principale quello di portare una crescita sufficiente a ridurlo. Lo stesso Letta ha parlato nella sua relazione del problema debito”, ha detto.

COVID. GIOCHI SOSPESI MA NON LE SCADENZE FISCALI: OGGI È IL GIORNO DEL VERSAMENTO DELL’IMPOSTA SUGLI INTRATTENIMENTI (ISI)
(JAMMA – 16/03/2021)
Ha senso versare le imposte sulle attività di apparecchi che, a causa del COVID, non possono funzionare, e quindi raccogliere giocate?
Per il Fisco italiano il blocco dell’attività non è una buona ragione, evidentemente, per non rispettare le scadenze fiscali.
Così per oggi, 16 marzo, è previsto il termine, indicato dal Decreto direttoriale 10.03.2010, entro cui procedere al pagamento annuale dell’imposta sugli intrattenimenti (cd. ISI) connessa agli apparecchi meccanici o elettromeccanici da intrattenimento, secondo le modalità previste dal Decreto dell’Economia e delle Finanze 2.02.2009.
Nessun segnale, nonostante le richieste degli operatori, è arrivato in merito, così resta tutto come da calendario fiscale.
Una ennesima beffa per migliaia di operatori ed esercenti che, dopo sei mesi di chiusura continuata, si trovano ora a pagare l’ennesimo balzello.
Nessuna reazione nemmeno alla richiesta dei giorni scorsi dell’associazione che riunisce gli operatori del settore di una proroga della scadenza ISI e/o la concessione di un credito d’imposta che consentisse di compensare l’importo corrisposto nel 2020.

SCALFAROTTO: ‘CORSE E SCOMMESSE ILLECITE, ATTENZIONE COSTANTE DI FORZE POLIZIA’
(GIOCONEWS – 16/03/2021)
Il sottosegretario all’Interno Ivan Scalfarotto assicura la massima attenzione delle Forze di Polizia al fenomeno delle corse clandestine e scommesse illegali a Messina e non solo.
Il fenomeno del gioco illegale è in crescita e in molti, Direzione investigativa antimafia in primis, hanno evidenziato la correlazione con la concomitante chiusura di quello lecito.
Tuttavia, nel rispondere in Aula, alla Camera, all’interpellanza di Nicola Stumpo (LeU) sul fenomeno delle corse clandestine e delle scommesse illegali a Messina, il sottosegretario di Stato all’Interno, Ivan Scalfarotto, inquadra la questione, come del resto sottolineato anche dal deputato, sul fatto che “nella città di Messina le corse clandestine di cavalli rappresentano un tradizionale settore d’interesse delle organizzazioni criminali che utilizzano tale attività quale fonte di guadagno attraverso la gestione di scommesse illecite. Le attività investigative svolte nel corso degli anni hanno consentito di verificare che le gare sono organizzate mediante passaparola e si svolgono alle prime luci dell’alba lungo alcune strade cittadine, site in quartieri popolari, con la presenza di numerose persone che svolgono funzioni di ‘vedetta’ dislocate in punti strategici, in modo tale da poter offrire copertura ai gruppi in competizione in caso di intervento delle Forze dell’ordine”.
Il sottosegretario sottolinea, che “sul fenomeno in questione è costante l’attenzione delle Forze di Polizia, sia in termini di attività di prevenzione che di contrasto. In particolare, va rilevato che nel corso del tempo, in luogo del diretto intervento su strada ed in ragione della scarsa prevedibilità degli eventi in parola, è stata privilegiata, da parte delle Forze di Polizia, un’azione di contrasto al fenomeno più strutturata e strategica, mirata all’individuazione dei soggetti coinvolti nelle gare clandestine, dei luoghi ove vengono custoditi gli animali, del giro d’affari ricollegabile alle corse clandestine e degli interessi sottesi riconducibili a singoli soggetti o a gruppi criminali”.
In tale quadro, “l’attività svolta dalle Forze dell’ordine ha consentito di eseguire numerosi provvedimenti cautelari a carico delle persone coinvolte nelle gare clandestine, tra cui veterinari compiacenti dediti alla somministrazione di sostanze dopanti, nonché di procedere a sequestri di scuderie e cavalli”.
A questa attività di contrasto “si è affiancata anche un’azione preventiva modulata attraverso la predisposizione di molteplici e mirati servizi di controllo del territorio. In particolare, in occasione di vari comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica svolti presso la prefettura di Messina e di riunioni tecniche di coordinamento delle Forze di Polizia, è stata convenuta la necessità di intensificare le attività di pattugliamento nelle zone in cui più spesso sono avvenute le competizioni clandestine, potenziando i servizi di vigilanza, specie nelle fasce orarie notturne e della prima mattina. Sono stati altresì realizzati servizi di vigilanza massivi, con il coinvolgimento oltre che delle Forze dell’ordine, anche della Polizia locale e metropolitana e del Servizio veterinario dell’Asp al fine di scoraggiare lo svolgersi delle competizioni”.
Anche a seguito dell’episodio a cui fa riferimento l’interpellanza, avvenuto il 25 giugno scorso, “è stata disposta l’intensificazione, secondo il piano coordinato di controllo del territorio, del pattugliamento delle zone in cui venivano solitamente organizzate le competizioni clandestine ed è stato avviato il controllo, anche con l’ausilio di personale medico veterinario, dei manufatti adibiti a ricovero de i cavalli presenti in diversi quartieri della città di Messina. Una conferma dell’incisiva e costante azione delle Forze dell’ordine è rappresentata dalle operazioni svolte lo scorso 11 novembre con le quali è stata data esecuzione di misure cautelari nei confronti di 33 persone ritenute responsabili a vario titolo di associazione a delinquere di tipo mafioso, corse clandestine di cavalli, scommesse clandestine su competizioni sportive non autorizzate, nonché di altri reati”.
Scalfarotto evidenzia che in relazione alla strategia di contrasto alle attività criminali nella provincia di Messina, “la Polizia di Stato ha da tempo avviato un costante monitoraggio delle dinamiche criminali dei sodalizi operanti sul territorio. Accanto al forte impulso impresso alle attività investigative, si è provveduto alla valorizzazione delle unità specialistiche dedite alle indagini patrimoniali, allo scopo di accompagnare il contrasto alle attività criminali poste in essere dai vari clan con un’efficace aggressione ai patrimoni illecitamente acquisiti dagli stessi”.
Un passsaggio interessante della risposta di Scalfarotto è quello legato alla correlazione tra pandemia e recrudescenza del gioco illegale: “Negli ultimi mesi, inoltre, anche in ragione della fase pandemica in atto e dei possibili tentativi di infiltrazione della criminalità nel circuito economico legale, una particolare attenzione è stata rivolta alle dinamiche societarie della filiera agroalimentare, delle infrastrutture sanitarie, della gestione degli approvvigionamenti, specie di materiale medico, del comparto turistico alberghiero e della ristorazione, nonché ai settori della distribuzione al dettaglio della piccola e media impresa”.
Quanto, invece, alle attività di prevenzione e repressione del gioco illegale e alla tutela dei minori, “la Polizia di Stato, in collaborazione con l’Agenzia delle dogane e dei monopoli e delle altre Forze di Polizia, svolge periodicamente piani straordinari di controllo del territorio sugli esercizi commerciali dediti alla raccolta del gioco e delle scommesse. Evidenzia, inoltre, che i dati relativi all’andamento della delittuosità nella provincia e nel comune di Messina hanno registrato, nel 2020 rispetto al 2019, una diminuzione dei delitti commessi rispettivamente di circa l’8 per cento e del 17 per cento. I dati relativi al primo mese dell’anno in corso evidenziano una riduzione, rispetto all’analogo periodo del 2020, pari a circa il 28 per cento nella provincia e del 37 per cento nel comune capoluogo”.
Il sottosegretario conclude assicurando che “rimarrà costante l’impegno e massima la determinazione delle istituzioni e delle Forze di Polizia nell’azione finalizzata a garantire nella città di Messina quella cornice di legalità e sicurezza che costituisce l’indispensabile e irrinunciabile presupposto per lo sviluppo socioeconomico del territorio”.

SARDEGNA. LE SLOT NEI BAR DEVONO TORNARE IN FUNZIONE
(PRESSGIOCHI – 16/03/2021)
“Mi vergogno di appartenere a questo Stato. Ritengo che questa sia la peggior dittatura che ci possa essere nel mondo camuffata da democrazia e siamo in mano a persone in malafede”.
Così lo sfogo di Francesco Pirrello, presidente di Agge Sardegna che sta combattendo la sua battaglia per la riapertura degli apparecchi negli esercizi pubblici in una zona come la Sardegna ormai da tre settimane colorata di bianco.
“Subito dopo l’ordinanza di ieri sera – afferma a PressGiochi – ho chiamato la Regione. Nell’ordinanza non si citano minimamente gli apparecchi presenti negli esercizi e nei bar e si rimanda, per tutto quello che non è citato, al dpcm del 2 marzo 2021.
Ma il dpcm del 2 marzo afferma che in zona bianca – come quella nella quale si trova la Regione Sardegna – non si applicano le disposizioni di cui al Capo III. E’ il capo III, che facendo riferimento alle zone gialle, arancione e rosse, parla di attività di sale giochi, scommesse e bingo.
Ma il singolo apparecchio all’interno di un bar non costituisce certo attività di sala giochi. Allora perché non può essere acceso?
Confrontandomi con i referenti della Regione purtroppo dobbiamo scontrarci anche con la triste realtà che le attività di gestione apparecchi da gioco vengono addirittura confuse con quelle di gestione degli esercizi pubblici. Siamo alla follia.
Siamo gestori, non somministriamo alimenti e bevande. Operiamo in virtù di un rapporto con lo Stato che incassa il Prelievo erariale unico.
Per questo ho scritto ai Prefetti della Regione. Ora attendiamo loro riscontro. Se aprono i bar perché non devono funzionare anche le altre attività accessorie in essi incluse?
Gli operatori possono chiedere i danni per i mancati introiti persi in questi giorni di ingiustificata chiusura. Purtroppo c’è un clima di contrarietà, avversione e malafede nei confronti del comparto. I concessionari con i loro forti studi legali perché non si muovono e non esprimono un parere su questa situazione? Si sta operando un reato contro la legge. La Corte dei Conti prenda atto del danno erariale che si sta creando.
In Sardegna gli apparecchi nei bar devono stare aperti. Le zone bianche sono esenti dalle restrizioni di cui al Capo III. Se vogliamo andare a vedere nel dettaglio, secondo i dpcm anche i circoli sono chiusi, invece in Sardegna i sindaci hanno dato disposizione di riapertura. Siamo pronti a battagliare in tribunale per la sopravvivenza delle aziende di gestione di slot machine per far valere il principio di legalità e onestà”.