RS 17 FEBBRAIO 2021

DRAGHI: “SOSTEGNO ALLE IMPRESE E AL LAVORO. CHIEDIAMO CAPACITÀ DI CAMBIAMENTO”
(JAMMA – 17/02/2021)
Ha parlato di imprese, come era ovvio che fosse, il Presidente del Consiglio Mario Draghi nel discorso che ha tenuto al Senato.
“E’ innanzitutto a loro che bisogna pensare quando approntiamo una strategia di sostegno delle imprese e del lavoro, strategia che dovrà coordinare la sequenza degli interventi sul lavoro, sul credito e sul capitale. Centrali sono le politiche attive del lavoro. Affinché esse siano immediatamente operative è necessario migliorare gli strumenti esistenti, come l’assegno di riallocazione, rafforzando le politiche di formazione dei lavoratori occupati e disoccupati. Vanno anche rafforzate le dotazioni di personale e digitali dei centri per l’impiego in accordo con le regioni. Questo progetto è già parte del Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza ma andrà anticipato da subito. Il cambiamento climatico, come la pandemia, penalizza alcuni settori produttivi senza che vi sia un’espansione in altri settori che possa compensare. Dobbiamo quindi essere noi ad assicurare questa espansione e lo dobbiamo fare subito. La risposta della politica economica al cambiamento climatico e alla pandemia dovrà essere una combinazione di politiche strutturali che facilitino l’innovazione, di politiche finanziarie che facilitino l’accesso delle imprese capaci di crescere al capitale e al credito e di politiche monetarie e fiscali espansive che agevolino gli investimenti e creino domanda per le nuove attività sostenibili che sono state create. Vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta.
La mobilitazione di tutte le energie del Paese nel suo rilancio non può prescindere dal coinvolgimento delle donne. Il divario di genere nei tassi di occupazione in Italia rimane tra i più alti di Europa: circa 18 punti su una media europea di 10. Dal dopoguerra ad oggi, la situazione è notevolmente migliorata, ma questo incremento non è andato di pari passo con un altrettanto evidente miglioramento delle condizioni di carriera delle donne. L’Italia presenta oggi uno dei peggiori gap salariali tra generi in Europa, oltre una cronica scarsità di donne in posizioni manageriali di rilievo. Una vera parità di genere non significa un farisaico rispetto di quote rosa richieste dalla legge: richiede che siano garantite parità di condizioni competitive tra generi. Intendiamo lavorare in questo senso, puntando a un riequilibrio del gap salariale e un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare alla loro carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra famiglia o lavoro. Garantire parità di condizioni competitive significa anche assicurarsi che tutti abbiano eguale accesso alla formazione di quelle competenze chiave che sempre più permetteranno di fare carriera – digitali, tecnologiche e ambientali. Intendiamo quindi investire, economicamente ma soprattutto culturalmente, perché sempre più giovani donne scelgano di formarsi negli ambiti su cui intendiamo rilanciare il Paese. Solo in questo modo riusciremo a garantire che le migliori risorse siano coinvolte nello sviluppo del Paese.
Aumento dell’occupazione, in primis, femminile, è obiettivo imprescindibile: benessere, autodeterminazione, legalità, sicurezza sono strettamente legati all’aumento dell’occupazione femminile nel Mezzogiorno. Sviluppare la capacità di attrarre investimenti privati nazionali e internazionali è essenziale per generare reddito, creare lavoro, investire il declino demografico e lo spopolamento delle aree interne. Ma per raggiungere questo obiettivo occorre creare un ambiente dove legalità e sicurezza siano sempre garantite. Vi sono poi strumenti specifici quali il credito d’imposta e altri interventi da concordare in sede europea. Per riuscire a spendere e spendere bene, utilizzando gli investimenti dedicati dal Next Generation EU occorre irrobustire le amministrazioni meridionali, anche guardando con attenzione all’esperienza di un passato che spesso ha deluso la speranza.
In tema di infrastrutture occorre investire sulla preparazione tecnica, legale ed economica dei funzionari pubblici per permettere alle amministrazioni di poter pianificare, progettare ed accelerare gli investimenti con certezza dei tempi, dei costi e in piena compatibilità con gli indirizzi di sostenibilità e crescita indicati nel Programma nazionale di Ripresa e Resilienza. Il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Acune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi. La capacità di adattamento del nostro sistema produttivo e interventi senza precedenti hanno permesso di preservare la forza lavoro in un anno drammatico: sono stati sette milioni i lavoratori che hanno fruito di strumenti di integrazione salariale per un totale di 4 miliardi di ore.

BONACCINI (PRES. EMILIA-ROMAGNA): “DOPO UN ANNO CATEGORIE ECONOMICHE SONO ALLO STREMO”
(AGIMEG – 17/02/2021)
“Con una chiusura generale, il rischio è quello di creare malumori, turbolenze, proteste. Queste, semmai, devono essere gestite e accompagnate da spiegazioni, dati e decisioni politiche”; ma serve un “cambio di passo” su vaccini e ristori. E’ quanto ha detto il governatore dell’Emilia Romagna, e presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, su Qn osservando che dopo un anno “le categorie economiche sono allo stremo”. “Bisogna evitare il caos – osserva – trovare un metodo di comunicazione diverso rispetto a quanto accaduto con la chiusura degli impianti sciistici. Non può succedere, e spero non succeda mai più, che solo 10 ore prima venga detto” che non si “può aprire. Questo è intollerabile”. “Confido che dopo la primavera, quando si comincerà a ripartire davvero grazie a vaccini e alle temperature sarà possibile non chiudere più nulla è importante per la psicologia delle persone e per le attività colpite maggiormente. Questo deve essere seguito da un cambio di passo sul fronte dei ristori. E ovviamente sulla distribuzione dei vaccini. Serve che arrivino più dosi e più velocemente. Servono certezze e garanzie”, ha concluso.

FISASCAT CISL: ‘GIOCO CHIUSO DAL 2020, A RISCHIO OCCUPAZIONE E LEGALITÀ’
(GIOCONEWS – 17/02/2021)
Fisascat Cisl chiede al Governo Draghi di valorizzare il settore del gioco pubblico, chiuso dal 2020, per tutelare i suoi addetti e contrastare l’illegalità.
Il nuovo Governo Draghi prenda in esame la situazione dell’intero settore del gioco legale in Italia che, al pari di altri, ha scontato duramente gli effetti del lockdown e delle misure attivate per il contenimento del contagio da Covid-19. Il comparto occupa complessivamente circa 150mila addetti della distribuzione specializzata del gioco, delle sale bingo, delle case da gioco, del settore ippodromi oltre alle migliaia di addetti dell’indotto commerciale e dei servizi.
A sollecitare un intervento normativo volto alla riapertura delle attività economiche del settore è la Fisascat Cisl.
Il 24 febbraio un coordinamento sindacale unitario delle strutture e dei delegati farà il punto sulla situazione e sulle iniziative da intraprendere per accompagnare la graduale riapertura delle attività.
“Le norme emanate dal Governo in relazione alla chiusura totale dell’intero settore giochi scadranno a breve, ma ancora non sembrano esserci determinazioni positive per una rapida riapertura del settore”, dichiara il segretario nazionale della Fisascat Cisl Mirco Ceotto stigmatizzando “le chiusure protrattesi per tutto il 2020” e “l’approccio del Governo precedente più di tipo etico-morale che sanitario, non tenendo conto dei diversi protocolli sanitari sottoscritti tra le parti per la riapertura in sicurezza delle attività del gioco legale che prevedono la dotazione di importanti strumenti a tutela della salute dei lavoratori e dei fruitori del gioco”.
“I lavoratori da ottobre dello scorso anno sono stati costantemente in sospensione e in regime di ammortizzatori sociali”, aggiunge il sindacalista sottolineando che “le attività sono ancora chiuse con il rischio che diverse società non riescano più a riaprire per il perdurare di un lockdown mirato al settore che ancora oggi non vede soluzione.
Con i luoghi di gioco legale chiusi si sta sviluppando un sistema occulto di gioco, difficilmente rintracciabile, e che spesso sposta l’attenzione dei giocatori fuori dalle sale e dalle case da gioco.
Localmente con le case da gioco di Venezia, Saint Vincent e Sanremo abbiamo concordato strumenti ancora più incisivi, sottoscrivendo appositi protocolli e pretendendo dalle case da gioco la dotazione di importanti strumenti a tutela della salute, per garantire la sicurezza dei lavoratori e dei giocatori”.
Ceotto poi accende i riflettori sulla situazione dei “Comuni e delle Regioni che ospitano le case da gioco e che vertono in serie difficoltà” perché “i ristori non solo sono insufficienti, ma talmente esigui da risultare inefficaci.
Sollecitiamo un cambio di passo – conclude il sindacalista – e l’attenzione di tutta la nuova compagine governativa sull’intero settore del gioco legale che occupa decine di migliaia di persone contribuendo all’economia del territorio”.

ZAPPONINI (SGI): AL NUOVO GOVERNO CHIEDIAMO DI RIPORTARE LE ATTIVITÀ DI GIOCO ALLA NORMALITÀ, ALMENO IN ZONA GIALLA
(PRESSGIOCHI – 17/02/2021)
Sistema Gioco Italia sostiene la “Manifestazione Unitaria Lavoratori del Gioco Legale”, che si terrà domani 18 febbraio 2021 e che vedrà i lavoratori del gioco legale riuniti in Piazza del Duomo a Milano e in Piazza del Popolo a Roma con l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sul grave stato di difficoltà e di perdurante incertezza che sta affliggendo i 150.000 lavoratori del settore.
“In questi mesi abbiamo più volte richiesto di comprendere le ragioni alla base della chiusura che è stata imposta” – sono le parole di Stefano Zapponini, Presidente di Sistema Gioco Italia – “ci siamo dotati di regole di assoluta sicurezza e controllo, come impone l’emergenza sanitaria, ci siamo dotati di protocolli rafforzati come in nessun altro settore, peraltro in assenza di possibili assembramenti e di focolai. Tutte le richieste sono rimaste inascoltate. Ora le rinnoviamo al nuovo Governo che confidiamo sia più attento agli aspetti socio-economici, puntando ad una nuova normalità sostenibile in era Covid da attuare con gradualità, almeno nelle zone gialle. Ovviamente” – prosegue Zapponini – “una pacifica rappresentazione del profondo e sconcertante disagio del settore non può che essere sostenuta a difesa della dignità dei lavoratori, delle imprese e degli investitori, ben sapendo che l’assenza del presidio del Gioco legale sta restituendo ampi spazi alla criminalità organizzata.”