RS 19 FEBBRAIO 2021

MANIFESTAZIONE GIOCO LEGALE CHIUDE CON UNA LETTERA AL PREMIER DRAGHI: “IMMEDIATA RIAPERTURA PER I PUNTI VENDITA NELLE ZONE GIALLE”
(AGIMEG – 18/02/2021)
I lavoratori del settore del gioco legale, al termine della manifestazione che si è svolta oggi in contemporanea a Piazza del Popolo a Roma e a Piazza Duomo a Milano, hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio Mario Draghi per richiedere un confronto urgente. Al centro la riapertura immediata dei punti vendita. Ecco il testo della lettera:
“Il gioco legale in Italia è ormai allo stremo: le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria hanno portato ad una chiusura prolungata per oltre 220 giorni dei punti vendita di gioco legale su tutto il territorio nazionale. Il comparto sta vivendo una situazione drammatica, che vede la chiusura prolungata di circa 15.000 punti vendita di commercianti regolari e regolati da Concessioni Statali, con la conseguente difficoltà economica per oltre 150mila persone tra lavoratori diretti, dipendenti dei concessionari e lavoratori dell’indotto, che arrivano a 400mila persone estendendo il disagio ai nuclei familiari. Inoltre, la chiusura dei punti di vendita di gioco legale per quasi sei mesi ha determinato per lo Stato Italiano anche un’importante diminuzione delle entrate erariali, stimata per un anno in oltre 5 miliardi di euro in meno rispetto al 2019.
Gli esercenti del comparto si sono impegnati da subito per garantire la massima tutela sanitaria all’interno dei propri punti di vendita, investendo ingenti quantità di tempo ed importanti risorse economiche per adeguarsi alle normative contenute nei vari DPCM, riuscendo così a gestire in sicurezza l’attività all’interno delle proprie sale, scongiurando l’insorgenza di focolai di contagio ed evitando casi di assembramento da parte dei clienti.
In aggiunta a ciò, ad ulteriore garanzia di lavoratori, clienti e fornitori, alcune delle principali Associazioni di categoria, con il supporto delle Organizzazioni Sindacali e dei Concessionari di gioco legale, hanno autonomamente adottato dei Protocolli di Sicurezza Sanitaria contenenti misure di prevenzione e contenimento del virus ancor più restrittive rispetto a quelle previste dai DPCM e dalle Linee Guida emanate dalla Conferenza delle Regioni, volte a ridurre ulteriormente il rischio di possibile contagio e consentire la fruizione dei prodotti di gioco all’interno delle sale in piena sicurezza.
Per i lavoratori del settore il permanere di una situazione di lockdown potrebbe comportare la definitiva chiusura dell’attività per un notevole numero di esercizi, mettendo a rischio i 150mila lavoratori gravitanti attorno al settore del gioco pubblico, ed in particolare, i circa 30mila addetti impiegati nella distribuzione fisica.
Il comparto del gioco legale, alla luce delle misure già adottate, richiede a gran voce la riapertura per i punti vendita nelle zone gialle, nel rispetto dei limiti di orario imposti, offrendo le migliori garanzie di mantenimento delle misure previste, più stringenti di molti settori affini già operativi.
Tutti i lavoratori del gioco legale chiedono con forza e drammatica preoccupazione un incontro con Lei e gli altri rappresentanti del governo coinvolti per verificare insieme la sussistenza delle condizioni indicate e consentire quindi una rapida riapertura nei limiti temporali previsti dall’ultimo DPCM, il 6 marzo.
Siamo certi che saprà dare attenzione a queste nostre richieste”.

MANIFESTAZIONE GIOCHI A MILANO, CHIACCHIO (GIOCAREITALIA): “CHIEDIAMO UN TAVOLO PER RISCRIVERE LE REGOLE, SERVONO RIAPERTURA IMMEDIATA E RISTORI SERI”
(JAMMA – 19/02/2021)
“Rappresentiamo 11 sigle associative. Sono importanti le persone che ci sono dentro, persone che rendono produttivo questo settore. Noi siamo delegati dallo Stato italiano, siamo gioco legale. Noi siamo abituati a rispettare le regole, questo è il nostro mondo. La politica lo deve capire, non siamo contro nessuno, chiediamo alla politica di sederci in modo condiviso e civile ad un tavolo per riscrivere queste regole, una riapertura immediata del nostro comparto, ristori seri basati sul fatturato e non solo sull’aggio prodotto. Siamo noi che chiediamo le regole, senza di esse siamo noi ad essere penalizzati. Con il gioco legale chiuso vince la criminalità organizzata. E’ impensabile che lo Stato voglia questo”.
Lo ha detto Pasquale Chiacchio, presidente della Confederazione GiocareItalia, intervenendo a Milano alla manifestazione del gioco legale.

SCARDOVI: ‘SENZA RIFORME SPARISCE GIOCO LEGALE E GIOISCE LA CRIMINALITÀ’
(GIOCONEWS – 19/02/2021)
L’esperto di gaming e revisore contabile, dalla manifestazione del settore, invita a una riforma completa del comparto a partire dalla fiscalità.
“Mi auguro che il messaggio lanciato da tutti gli operatori del settore nella manifestazione di ieri possa finalmente fare breccia nel nuovo governo e nelle giunte regionali affinché si intervenga con urgenza per salvaguardare la sopravvivenza di migliaia di aziende e di lavoratori, in un comparto fra i più redditizi per l’Erario oltre che baluardo della legalità”. Queste le parole con cui Francesco Scardovi, commercialista e revisore contabile, esperto di gaming, commenta il risultato proveniente dalle piazze di Roma e Milano.
“Mai si era vista una partecipazione così accorata ed incisiva da parte di tutti i gli operatori della filiera del gioco pubblico (gestori, concessionari esercenti e produttori) nelle sue varie eccezioni e tipologie, confortata da tutte le associazioni di categoria coinvolte”.
Secondo Scardovi “la manifestazione va ad integrare la grande protesta ‘rosa’ avviata da diverse operatrici del settore, che per giorni hanno stoicamente presidiato Piazza di Montecitorio per gridare la propria disperazione e chiedere un confronto con la politica. Questo confronto – aggiunge – deve intervenire con urgenza, come preannunciato nei giorni scorsi anche dal Sottosegretario Pier Paolo Baretta e da diversi rappresentanti politici intervenuti alla manifestazione, nell’interesse dell’intero Paese”.
La protesta, dunque, non basta ed è il momento di passare ai fatti, attraverso una serie di obiettivi da raggiungere che l’esperto individua in una serie di tappe: “Il primo obiettivo, per salvare dal fallimento certo buona parte delle aziende del comparto dopo oltre otto mesi di chiusura forzata è sicuramente quello di prevedere al più presto la ripresa dell’attività presso bar, sale giochi, sale scommesse e bingo, sempre nel rispetto delle misure massime di sicurezza già adottate dagli operatori anche prima del lockdown, con il sostenimento di spese ingenti”.
Raccomandando ancora una volta la “pari dignità” rispetto alle altre attività pure duramente colpite dalla pandemia, come ristoranti bar negozi e altre attività dell’intrattenimento e dello spettacolo, senza preclusioni e pregiudizi ideologici, fondati su errate informazioni in merito al rischio di contagio derivante dal gioco.
“Pari dignità assolutamente necessaria – spiega ancora Scardovi – anche per consentire alle migliaia di piccole e medie imprese italiane, che operano nel comparto, di beneficiare dei giusti ristori (pressoché inesistenti fino ad oggi) da commisurarsi alle effettive ingenti perdite sostenute a seguito delle forzate chiusure e delle linee di credito di sostegno che, come noto, continuano ad essere negate da numerosi istituti bancari, sotto la bandiera di un presunto ‘codice etico’ che continua a considerare queste aziende, che operano nell’interesse erariale e nel rispetto delle regole, quali figlie di un dio minore e fautrici di degrado sociale, parificate spesso al traffico d’armi ed allo sfruttamento della prostituzione. Circostanza diametralmente opposta alla realtà, trattandosi di operatori che effettuano un pubblico servizio normato dallo Stato”.
“Come ricordato di recente anche dal Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Marcello Minenna, le limitazioni e sospensioni della raccolta di gioco di Stato, hanno creato e stanno creando una crescente e pericolosa riemersione della pratica del gioco illegale (nelle sue diverse forme di apparecchi irregolari, sale da gioco e scommesse clandestine, in mano alla criminalità oltre alla migrazione dei giocatori sui siti esteri di raccolta di giochi online) con tre immediate conseguenze: la decozione delle aziende e la drammatica perdita occupazionale per un comparto che ad oggi conta oltre 100mila addetti; la perdita di introiti erariali fondamentali ancora di più in un momento così drammatico per il paese (stimata, da inizio pandemia, in circa 5 miliardi di euro); la perdita di qualsiasi controllo, sicurezza e tutela per i giocatori”.
I PUNTI CHIAVE DELLA RIFORMA – Per tutte queste ragioni, secondo l’esperto: “E’ dunque necessaria e non più prorogabile l’adozione, da parte del Governo centrale, della tanto attesa e più volte rinviata riforma del settore della raccolta di gioco pubblico, che ridia certezze e tutele agli operatori con i conseguenti benefici per tutti. E a tal fine, come confermato anche dai rappresentanti politici intervenuti ieri alla manifestazione, occorre avviare da subito un tavolo tecnico di confronto tra le organizzazioni degli operatori e le Istituzioni (tramite apposite commissioni) al fine di definire le nuove regole del gioco ed in particolare: una riduzione delle aliquote fiscali e la previsione, per il futuro, della tassazione sul margine per tutte le tipologie di raccolta di gioco legale, così come sancito dalla nostra Costituzione e adottato dagli altri Paesi che hanno regolamentato il gioco pubblico, con aliquote eque che consentano la sostenibilità economica delle aziende (si ricorda che ad oggi il prelievo erariale sugli apparecchi da gioco incide per oltre il 70 percento degli introiti, l’aliquota fiscale più alta al mondo, oltre alle ulteriori imposte dirette ed indirette che gravano sulle aziende); la normalizzazione delle regole su tutto il territorio e la gestione centralizzata del gioco pubblico, al fine di scongiurare, per il futuro, l’assunzione di provvedimenti regionali e comunali – quali il distanziamento delle sale dai luoghi sensibili o l’espulsione degli apparecchi legali – che, oltre a causare la chiusura di numerose aziende e gravi effetti distorsivi di mercato tra le diverse aree geografiche, si sono già dimostrati totalmente dannose e controproducenti nel contrasto alla ludopatia (tendendo a favorire anche la ‘ghettizzazione’ del gioco, più gradita al giocatore compulsivo) oltre che fautori di riemersione di gioco illegale.
Ripristinando anche il principio della non retroattività degli effetti espulsivi per tutte le sale già operanti alla data della Conferenza unificata del 2017, principio disatteso e non applicato in alcune aree del territorio (fra tutte l’Emilia Romagna) dove sono state chiuse ed espropriate, sia prima che durante l’emergenza pandemica, centinaia di punti di raccolta; la proroga non onerosa delle vigenti concessioni di raccolta di gioco pubblico, per consentire alle imprese operanti sul territorio di ripristinare gradatamente e per quanto possibile, i propri equilibri economici e patrimoniali in previsione dell’adozione dei più corretti parametri economici e tecnici dei nuovi bandi concessori e delle modalità di gioco, anche al fine della massima tutela dei giocatori e del contrasto al gioco patologico”.
“Solo così – conclude – si potrà evitare la dispersione di un patrimonio di aziende e maestranze faticosamente costruito negli anni, a vantaggio (magari) di poche grandi e potenti multinazionali del gioco, con accesso ai grandi capitali delle borse e dei finanziatori esteri. Auspicando l’adozione di un contratto collettivo nazionale che tuteli anche la categoria dei lavoratori del settore, riversatisi in piazza nella giornata di ieri per difendere la propria dignità ed il proprio diritto al lavoro, al pari dei lavoratori degli altri comparti economici”.

M5S A DRAGHI: “VOGLIAMO CONTINUARE A CONTRASTARE IL GIOCO D’AZZARDO”
(PRESSGIOCHI – 19/02/2021)
“Finalmente abbiamo aumentato gli importi delle pensioni di invalidità del 100 per cento, abbiamo contrastato e vogliamo continuare a contrastare il gioco d’azzardo, una piaga della nostra società e tragedia per le famiglie che lo vivono e che troppo spesso si sono trovate abbandonate. In questo ultimo anno, con la Ministra Catalfo, abbiamo iniziato, ad esempio, il processo di riforma degli ammortizzatori sociali e lavorato sulle politiche attive, per creare occupazione, per un mondo del lavoro che riduca le asimmetrie informative tra domanda e offerta di lavoro e il cosiddetto skill mismatch. In conclusione, Presidente Draghi, nessun passo indietro deve essere fatto. Questo è quello che chiede il MoVimento 5 Stelle”.
Lo ha dichiarato Valentina Barzotti del M5S alla Camera ieri durante il discorso del Presidente Draghi.