RS 19 NOVEMBRE 2021

CONFLITTO DI INTERESSI PER IL SOTTOSEGRETARIO FRENI (MEF)? GUERRA: “NON SI È MAI OCCUPATO DI GIOCHI”
(JAMMA – 19/11/2021)
Il Mef risponde alle interrogazioni a prima firma del Sen. Lannutti (Misto, Comm. Finanze) e quella a prima firma del Sen. Endrizzi (M5S, Comm. Sanità) in merito al presunto conflitto di interessi tra il Sottosegretario Federico Freni (con delega ai giochi) e Sisal. Il Sottosegretario Guerra ha sottolineato cheil sottosegretario Freni non è a conoscenza dell’attività professionale svolta, ad oggi, dall’avvocato Lauteri. In ogni caso, nel corso della sua permanenza presso lo studio dell’avvocato Medugno il sottosegretario Freni non si è mai occupato di gioco (settore che, come rilevato dagli interroganti e come comprovato dai mandati alle liti, era presidiato dall’avvocato Lauteri). Da tanto emerge che, a termini di legge, nessuna incompatibilità può essere, allo stato, ravvisata.

SARACCHI (ADM): ‘GIOCO, COSTANTE AZIONE DI VIGILANZA DELL’AGENZIA’
(GIOCONEWS – 19/11/2021)
Alla presentazione del progetto ‘Se questo è un gioco’, Saracchi (Adm), rivendica l’importanza di tutelare la sicurezza nel gioco, con una costante operazione di vigilanza.
“Come si può tutelare il gioco legale dalle infiltrazioni mafiose? È ovvio che l’informazione è la parte più importante, ed è importante comprendere che è vero che non esiste solo il gioco legale in quanto tale, ma anche ‘patologie’ nel gioco legale, perché ci sono delle infiltrazioni criminali. Per questo è fondamentale identificare un confine fra ciò che è legale e ciò che non lo è”.
Ad evidenziarlo è Stefano Saracchi, dirigente Ufficio giochi numerici e lotterie dell’Agenzia dogane e monopoli, nel suo intervento alla presentazione di Se questo è un gioco, un progetto sperimentale realizzato da Avviso Pubblico e da Fondazione Adventum, in calendario oggi, 19 novembre, e, a Roma.
Saracchi quindi rivendica l’impegno dell’Agenzia, sia come ente regolatore che di controllo del gioco.
“Stiamo portando avanti una vigilanza molto forte. Il direttore generale Marcello Minenna ha attivato il gruppo Operazioni, mai attivato in passato, che da un anno e mezzo insieme con il Copregi, ha svolto una serie di verifiche che hanno portato alla chiusura di centinaia di sale illegali in tutto il territorio nazionale”.
Il dirigente Ufficio giochi numerici e lotterie quindi ricorda l’App “Gioco sicuro” lanciata dall’Agenzia ai primi di novembre: “È un’applicazione in cui crediamo tantissimo, perché si aggancia al concetto di un ‘passo alla volta’: prima occorre fare una distinzione fra il gioco che esiste nell’ordinamento giuridico, quello pubblico e legale, e quello che non lo è; poi identifichiamo i punti di gioco legali, e quindi informiamo l’utente su cosa si può fare nel mercato. Infine, sono necessari precisi interventi per verificare ciò che accade nei punti legali”.
Un’attività, quest’ultima, che Adm ha portato avanti anche durante i 10 mesi di lockdown degli esercizi di gioco fra il 2020 e il 2021, con “la messa a punto di un sistema di vigilanza che ci inviasse alert ad hoc, consentendoci di fare il 100 percento di controlli. Perciò, nel momento in cui il legislatore dovesse decidere aperture, chiusure, orari, siamo in grado grazie al sistema di vigilanza di poter fare questi controlli. Tale sistema è il frutto dell’unione fra le competenze delle direzioni Giochi e Antifrode, non a caso condotte ad interim dal direttore generale Minenna, proprio a sottolineare la comunione di intenti di vigilare e regolare per ottenere un risultato”.
Passando al progetto sperimentale realizzato da Avviso Pubblico e da Fondazione Adventum, Saracchi quindi ne sottolinea “l’intelligenza” e ricorda che la sua presenza alla presentazione di oggi rientra dall’attenzione del Dg dell’Agenzia nei confronti della “sicurezza, il primo punto del suo mandato. Va evidenziata la necessità di cambiare la visione e parlare di illegalità nel gioco piuttosto che di gioco illegale. Non si può pensare che tutto ciò che è autorizzato rispetti le norme. Noi abbiamo elaborato un algoritmo che rileva in maniera meccanica i frazionamenti delle giocate ripetute all’interno dei punti autorizzati, se un soggetto autorizzato in 20 minuti raccoglie 40 puntate sullo stesso risultato, c’è qualcosa che non va. Lo stiamo monitorando nel sottosoglia, collaborando con l’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, con la quale 20 giorni fa abbiamo stipulato un protocollo d’intesa in questo senso”.
Quindi, il dirigente Ufficio giochi numerici e lotterie dell’Agenzia dogane e monopoli, torna sul tema con cui ha aperto il suo intervento, sulla tutela del gioco legale dalle infiltrazioni mafiose. “Siamo convinti che il nostro approccio sia giusto, e non possiamo condividere l’affermazione per la quale il gioco legale non è sicuro. Sì, è vero, ci sono delle anomalie da eliminare, ma si tratta comunque di gioco regolamentato. Quanto al divieto di pubblicità del gioco introdotto dal decreto Dignità, lo rispettiamo in quanto legge, come ovvio; tant’è che nella nuova concessione del SuperEnalotto, dal 1° dicembre, non c’è un euro che il concessionario possa spendere per la pubblicità, ma solo per informare il giocatore delle probabilità di vincita. Il gioco non deve essere visto come un demone, porta più di 10 miliardi l’anno all’Erario: si può regolare e un miliardo in più o in meno non cambia la vita del Paese, ma prima di cambiare dimezzando gli introiti per lo Stato bisogna ragionare con attenzione. In ultimo, ricordo che il Dg Minenna recentemente è stato audito due volte in commissione parlamentare sul gioco, vuol dire che vuole manifestare il suo impegno sul tema nella pratica, e non solo a parole”.

MINUTILLO (ISS): “UN GIOCATORE PROBLEMATICO NON DIVENTA AUTOMATICAMENTE PATOLOGICO. LA DIPENDENZA DA AZZARDO È SPESSO ASSOCIATA AD ALTRE DIPENDENZE”
(AGIMEG – 19/11/2021)
“Un giocatore problematico non è detto che diventi automaticamente un giocatore patologico“. E’ quanto ha detto Adele Minutillo, dell’Istituto Superiore di Sanità, in occasione della presentazione del progetto “Se questo è un gioco”.
“L’azzardo rappresenta una dipendenza comportamentale: sotto la pandemia il gioco si è spostato molto sui canali online. Cambia quindi il profilo fra il gioco terrestre praticato soprattutto da uomini prevalentemente abitanti del Sud e delle Isole, e online, dove è più presente la componente giovanile”, ha aggiunto.
“La dipendenza da azzardo poi spesso è associata ad altre dipendenze: è necessario sostenere i Sert attraverso corsi di formazione continua in quanto la tipologia di dipendenze cambia molto velocemente”, ha concluso.

UFFICI REGIONALI DEL PIEMONTE: “NIENTE SLOT ALL’INTERNO DEI BAR”
(PRESSGIOCHI – 18/11/2021)
Nonostante la nuova legge sul gioco d’azzardo voluta dalla regione Piemonte e approvata a luglio, i bar che non hanno licenza di vendere tabacchi e valori bollati non potranno comunque riattivare le slot machine che avevano installato prima della stretta arrivata a maggio 2016.
Nei giorni scorsi sono arrivati in Regione dei quesiti, mandati dai comuni, su come interpretare la norma e sulla possibilità di consentire anche ai bar di installare le macchinette, come auspicato soprattutto dalla Lega che ha battagliato per ampliare le maglie della norme.
Dagli uffici regionali che si occupano di aspetti legali è arrivato l’altolà: i bar privi di licenza tabacchi o patentino non sono legittimati a presentare istanza per la registrazione degli apparecchi per i giochi dismessi ma potranno presentare istanza di nuova apertura di esercizio.
Il quesito e la relativa risposta verranno inseriti a breve sul sito come Faq e inviate anche agli altri comuni piemontesi, per chiarire l’aspetto ritenuto controverso dai sindaci.
Non è il primo intoppo che ha la nuova legge. Il Ministero dell’Interno, infatti, aveva giudicato alcune parti della normativa come di propria competenza e non di competenza regionale quindi si era corsi ai ripari con una nota della Presidenza per evitare l’impugnazione. Nello specifico, le osservazioni del Governo riguardavano l’articolo che aveva aggiunto la Lega per tutelarsi sul versante delle infiltrazioni mafiose, inserendo competenze di controllo alla questura e alla prefettura che sono emanazione dello stato. Quindi si è modificato l’articolo 4 della legge regionale eliminando la possibilità che le associazioni di categoria dei gestori di sale da gioco si dotino di un codice etico di autoregolamentazione che li responsabilizza e vincola alla sorveglianza delle condizioni di fragilità dei giocatori per prevenire tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata e la possibilità che la Regione promuova appositi protocolli con le prefetture e le forze dell’ordine.