RS 27 MAGGIO 2021

DL RIAPERTURE: SÌ A EMENDAMENTO SU GIOCO DA 1/7, ATTESA SUBEMENDAMENTI
(GIOCONEWS – 27/05/2021)
La commissione Affari sociali approva l’emendamento del Governo che fissa la ripartenza del gioco dal 1° luglio, attesa per l’esame dei subemendamenti.
La commissione Affari sociali della Camera ha approvato l’emendamento del Governo al “vecchio” decreto Riaperture, che sta esaminando in sede referente, con il quale si incorporano le disposizioni (e le tempistiche) fissate con il “nuovo” decreto Riaperture, così da evitare sovrapposizioni e soprattutto contrapposizioni. L’emendamento approvato ribadisce la ripartenza di giochi, scommesse, bingo e casinò, in zona gialla, dal 1° luglio.
Tuttavia, restano sospesi, in attesa di essere esaminati e, nel caso approvati (il che richiederebbe una modifica all’emendamento approvato) i subemendamenti che chiedono invece di anticipare la data del riavvio del gioco.
Il rinvio è stato chiesto al fine di poter svolgere un ulteriore approfondimento e riguarda gli emendamenti Gemmato e Lupi che chiedono di riavviare il gioco dal 1° giugno, come quelli di D’Attis, De Menech e Bazzaro che chiedono invece il riavvio del gioco dal giorno dell’entrata in vigore del disegno di conversione in legge del decreto.
SOSTEGNI E RIAPERTURE, GIOCARE LEGALE INCONTRA M5S – In attesa di conoscere l’esito dei subemendamenti, Pasquale Chiacchio di “Giocare Legale” in rappresentanza delle associazioni Agsi, Cni, Agile e Cgss ha incontrato con la deputata del M5S Iolanda Di Stasio: “In queste mesi di interlocuzioni con i rappresentanti delle Istituzioni, abbiamo puntato su due obiettivi principali: una data certa per la riapertura delle attività e una serie di misure ed conomiche e fiscali in favore degli operatori. Ad oggi, in ragione dell’ultimo Decreto, la ripresa delle attività è fissata al primo luglio, ma restano da sciogliere i nodi su l’estensione del credito d’imposta per le locazioni degli immobili, l’apertura di linee di credito bancario, la riduzione del Preu e dell’Imposta Unica e la proroga non onerosa delle concessioni in scadenza”, spiega Chiacchio. L’interlocuzione con la parlamentare dei 5 stelle, riferisce Chiacchio, è stata molto positiva, “tanto da acquisire l’impegno personale di portare la particolare vertenza all’attenzione dell’intero gruppo parlamentare e sui tavoli dei ministri competenti”. Inoltre Di Stasio, prosegue Chiacchio, ha annunciato che si farà promotrice di un’azione collegiale, anche insieme ai parlamentari campani delle forze di maggioranza, per rendere più dinamica e incisiva la proposta in essere in ragione dei decreti sostegni e su anticipo riaperture.

GIOCO E SCOMMESSE ILLEGALI A CATANIA, OPERAZIONE APATE: SEQUESTRATE 38 AGENZIE E INDAGATE 65 PERSONE
(AGIMEG – 27/05/2021)
La Direzione Investigativa Antimafia, nell’ambito dell’operazione “APATE” coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, ha disarticolato una vasta rete illegale finalizzata alla raccolta del gioco d’azzardo e delle scommesse online. Le ipotesi di reato contestate vanno dall’associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, alla truffa aggravata ai danni dello Stato, all’intestazione fittizia di beni. Sono in corso di esecuzione numerose misure di custodia cautelare in tutta la Sicilia orientale nei confronti di 65 persone indagate, ritenute vicine ai clan mafiosi catanesi Santapaola, Cappello e Bonaccorsi–Carateddi. Sequestrate anche 38 agenzie di scommesse nel catanese, in provincia di Agrigento, Messina, Siracusa ed Enna nonché relativi patrimoni aziendali, beni mobili e immobili, conti correnti e rapporti finanziari per un valore di oltre 30 milioni di euro.

TAR LOMBARDIA ACCOGLIE RICORSO CONTRO LIMITI ORARI SLOT: “IL COMUNE NON HA VALUTATO ATTENTAMENTE SE RIDUZIONE ORARI SIA DAVVERO MISURA EFFICACE CONTRO GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO”
(JAMMA – 27/05/2021)
Il Tar della Lombardia ha accolto il ricorso di un gestore contro l’ordinanza del 2020 del Comune di Arcene (BG) che introduce limitazioni orarie al funzionamento di apparecchi del tipo slot e Vlt.
Nell’ordinanza i giudici sottolineano il fatto che non ci sia stata una attenta valutazione circa gli effetti delle restrizioni in termini di contrasto al gioco d’azzardo patologico. Si evidenzia anche il fatto che nella stesura dell’ordinanza non sono stati consultati i rappresentanti dei gestori di apparecchi.
“Si osserva preliminarmente -scrivono i giudici- che la riduzione degli orari di gioco non deve mai spingersi fino al punto da cancellare il valore economico della concessione. Come si è visto sopra, è comunque necessario trovare un equilibrio che massimizzi l’interesse pubblico riducendo al minimo le perdite per i privati, e di conseguenza per le finanze pubbliche. Anche in presenza di una situazione di ludopatia diffusa e documentata, quindi, gli interventi limitativi devono calcolare le conseguenze negative sul fatturato dei concessionari. Per questa ragione, sono in ogni caso da preferire misure incentivanti, o accompagnate da compensazioni, come suggerisce anche l’art. 5 della LR 8/2013.
Nello specifico, non vi è nel Comune di Arcene un’emergenza sanitaria, in quanto è segnalato un solo residente in cura presso i Servizi per le Dipendenze per problemi legati al gioco d’azzardo patologico. È vero che secondo una stima vi sarebbero 120 giocatori problematici, ma la definizione di giocatore problematico riportata in calce all’ordinanza impugnata (“Viene definito tale un giocatore con un comportamento di gioco che crea conseguenze negative per sé, per le persone a lui vicine [rete sociale] o per la comunità, e può aver perso il controllo del suo comportamento [punteggio 8+ sul PGSI – Problem Gambling Severity Index]”) descrive con un unico parametro una condizione che normalmente è complicata da altri fattori individuali, e dunque richiederebbe un’analisi caso per caso. Inoltre, trattandosi di un numero stimato, la consistenza del fenomeno è solo ipotetica. Il dato è quindi utile per impostare politiche di sensibilizzazione rivolte ad alcuni segmenti della popolazione, ma troppo disomogeneo e impreciso per costituire il fondamento di misure limitative del gioco, che hanno un sicuro e immediato effetto negativo sull’attività economica dei gestori.
Un ulteriore elemento sottovalutato nell’ordinanza impugnata è costituito dalle potenzialità tecnologiche degli apparecchi AWP e VLT. Come si è visto sopra, la Conferenza Unificata nell’intesa del 7 settembre 2017 ha dato atto del passaggio, previsto dall’art. 1 comma 943 della legge 208/2015, ai nuovi apparecchi AWP da remoto, con la conseguente possibilità di procedere verso una situazione di accesso selettivo al gioco mediante la completa identificazione dell’avventore, già fattibile per gli apparecchi VLT collegati in rete. La Conferenza Unificata ha sottolineato che la tecnologia offre nuove opportunità a salvaguardia del giocatore e per la prevenzione del gioco d’azzardo patologico, quali ad esempio l’autolimitazione del gioco in termini di tempo e di spesa, l’invio di messaggi automatici durante il gioco che evidenzino la durata dello stesso, la riduzione degli importi minimi delle giocate, il controllo, nel rispetto della privacy, sul grado di partecipazione al gioco dei giocatori più esposti al rischio del gioco d’azzardo patologico.
È chiaro quindi che l’intesa con l’ADM prevista dalla Conferenza Unificata per la distribuzione delle fasce orarie di interruzione del gioco non può essere omessa o rinviata, essendo al contrario un passaggio essenziale per stabilire se le forme di controllo individualizzato sul gioco d’azzardo patologico rese possibili dalla tecnologia più recente possano costituire un’alternativa efficace all’interruzione dell’attività di gioco. Qualora i tempi per un’intesa finalizzata a una regolazione omogenea sull’intero territorio nazionale o regionale risultino eccessivamente dilatati, è quantomeno necessario che l’ADM venga consultata dagli enti locali prima dell’introduzione di una disciplina restrittiva.
Anche la legislazione sopravvenuta all’intesa della Conferenza Unificata del 7 settembre 2017 ha rafforzato il ruolo della tecnologia nella prevenzione della ludopatia collegata agli apparecchi di cui all’art. 110 comma 6-a-b del TULPS, in particolare con l’introduzione di formule di avvertimento (v. art. 9-bis comma 4 del DL 12 luglio 2018 n. 87), il monitoraggio dell’offerta di gioco (v. art. 9-ter del DL 87/2018), l’accesso agli apparecchi esclusivamente mediante tessera sanitaria, per impedire il coinvolgimento dei minorenni (v. art. 9-quater del DL 87/2018), e l’obbligo per l’ADM di mettere a disposizione degli enti locali gli orari di funzionamento degli apparecchi (v. art. 1 comma 569 della legge 30 dicembre 2018 n. 145).
Nell’esame dei dati forniti dall’ADM, e più in generale nella valutazione dei presupposti per l’adozione di misure limitative degli orari, devono necessariamente essere coinvolti anche i rappresentanti dei gestori delle varie attività di gioco, per comporre nel contradittorio delle parti un quadro informativo esteso a tutti gli interessi pubblici e privati rilevanti”.

CHIACCHIO (GIOCARE LEGALE): “IL BLOCCO DELLA ATTIVITÀ DI GIOCO HA MESSO IN GINOCCHIO 150MILA LAVORATORI”
(PRESSGIOCHI – 27/05/2021)
“Il blocco delle attività nel settore del gioco pubblico ha superato i 10 mesi complessivi, mettendo in ginocchio nel Paese 150mila lavoratori e 75mila imprese più l’indotto. Oggi se pur con una data certa, l’1 luglio 2021, in alcune regioni, si rischia seriamente che la condizione del settore, si aggravi ulteriormente per effetto di Leggi regionali che andrebbero a determinare divieti sulla totalità dei territori regionali anche per le realtà esistenti, affondando definitivamente il settore del gioco legale”. Così Chiacchio di “Giocare Legale” in rappresentanza delle associazioni A.G.S.I, C.N.i, A.Gi.Le e C.G.S.S. a margine dell’incontro “utile, positivo e cordiale” , svoltosi nella sede del Consiglio regionale del Lazio, con la Presidente della Commissione Sviluppo economico Marietta Tidei e attività produttive e il consigliere regionale e componente della commissione Sanità, Emiliano Minnucci. Tema dell’incontro, la legge Regionale 5/2013 e le conseguenze dell’entrata in vigore. In particolare è stato fatto notare che con la seguente norma, precisamente al comma 2 dell’art. 11 bis, gli esercizi commerciali del Lazio hanno 18 mesi di tempo per togliere gli apparecchi da gioco che violano il distanziometro. Un punto fortemente criticato per la violazione del diritto di impresa, l’espulsione dal territorio regionale di tante aziende, costrette a licenziare, a delocalizzare o a chiudere, e per i pesanti effetti anche sui futuri bandi di concessione.
Da parte della Presidente Tidei e del consigliere Minnucci, l’indicazione di guardare gli effetti del gioco pubblico, non solo sotto il profilo etico, ma anche e soprattutto sotto l’aspetto economico e lavorativo. Ragioni che hanno indotto la Regione Lazio a inserire nel “Collegato” alla Legge di stabilità 2021 una modifica alla Legge regionale. 5 agosto 20013, n. 5, “Disposizioni per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico (GAP). In particolare si interviene sul “comma 2 dell’articolo 11 bis della sostituendo la parola: “diciotto” con “trenta” e cioè si offre agli esercenti delle attività di “gioco legale” un maggiore tempo, 12 mesi in più e adeguarsi alla normativa. Per Chiacchio è “Un passo in avanti e un segno di attenzione ad un comparto già sin troppo martoriato per gli effetti della pandemia. Ma anche un cambio di paradigma verso un settore, che negli anni ha subito un certo pregiudizio. Un ulteriore incontro che che va nella direzione della nostra missionee: dialogo, confronto e sensibilizzazione, portano sempre risultati e le giuste risposte”. Il Presidente di “Giocare Legale” ha voluto ringraziare la Presidente Tidei e il consigliere Minnucci, per la disponibilità accordata, ribadendo la disponibilità per future iniziative e incontri con al centro il tema del “gioco pubblico e legale”.